Viale Mancini – o, come lo chiamano quasi tutti i cosentini, viale Parco – non è nato sotto una buona stella. Poco dopo l’inaugurazione si scoprì che sotto l’asfalto erano sepolti quintali di spazzatura, una discarica sommersa nel cuore della città. Chiuso il processo sulla vicenda e rimediato alle illegalità commesse, quello stradone è diventato fondamentale per smaltire il traffico cittadino. Il sogno del Vecchio leone socialista di abbattere la barriera che separava via Popilia dal centro di Cosenza con una strada grande, verde, finalmente accessibile era diventato realtà.
Polmone verde ma non troppo
Poi però in Comune ha rifatto capolino un altro grande progetto pensato da Giacomo Mancini Senior, quello della metro leggera. E il destino del viale, che fin dalle sue origini era stato pensato (anche) per ospitarla, è cambiato. L’idea iniziale prevedeva infatti che i binari lo attraversassero lungo la fascia centrale, divenuta però nel tempo il luogo prediletto di tanti appassionati di jogging. Non il polmone verde della città, come qualcuno pure lo definiva, visto che una strada a quattro corsie difficilmente può passare per una sottospecie di Amazzonia urbana. Ma di certo un’area fruibile (e apprezzata) anche dai pedoni.
Central Park de’ noantri
Il binario centrale avrebbe permesso di preservare la funzione per cui lo stradone era nato: snellire il traffico tra Cosenza e Rende. Ma a molti ricordava troppo la vecchia ferrovia che segnava la frontiera tra l’allora periferica via Popilia e la centralissima via XXIV maggio. Poi, dopo l’accordo tra Occhiuto e Oliverio, tutto è cambiato. Il viale avrebbe ospitato quello che il sindaco architetto, lanciandosi in arditi paragoni col newyorkese Central Park, aveva ribattezzato Parco del Benessere. Sparite due corsie e senso di marcia limitato a una sola direzione, quella da nord verso sud.
Futuro ancora da scrivere
Il Parco però resta un cantiere, il costo per realizzarlo è raddoppiato e di operai non se ne sono visti per mesi, con l’opera che giace a metà. Più che benessere, per adesso ha portato solo lamentele e traffico. Tant’è che tra i candidati a sindaco c’è chi lo vorrebbe raderlo al suolo per ripristinare la vecchia versione del viale. Altri valutano una soluzione a “metà”, nel tentativo di migliorare la viabilità senza sventrare per l’ennesima volta l’area pur di rifarla come era prima. E poi c’è chi esclude qualsiasi passo indietro. Dal voto del 3 e 4 ottobre si saprà, oltre al nome del nuovo sindaco, anche il destino di viale Mancini. Per comprenderlo, basta ascoltare le parole dei candidati nel prossimo video.
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