Dal clochard al parrucchiere, la città di vecchi e nuovi poveri

La miseria sotto la cenere colpisce anche una parte della classe media di Cosenza. E alla povertà materiale si aggiunge anche quella educativa, alimentando ingiustizie sociali e la ghettizzazione delle minoranze più esposte al peso della crisi

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La povertà non si vede più. Nessuna illusione: non è stata sconfitta, si è solo trasformata, anche a Cosenza. Mettete da parte lo storpio davanti alla chiesa e la bambina rom con la mano protesa al semaforo. Queste figure continuano ad esistere, ma “il presepe della miseria” oggi conosce nuovi protagonisti, impensabili fino a ieri.  Se volete scoprire cosa accomuna lo straniero che attende una moneta all’ingresso del supermercato alla signora che si accorge di non poter fare la spesa, dovete domandarlo a chi nella trincea delle vecchie e nuove povertà ci sta da parecchio.

Suor Floriana in prima linea contro il disagio

Suor Floriana, per esempio, monaca da prima linea contro le forme di disagio che da sempre esistono nella perifericità urbana e sociale della città vecchia. Il suo quartier generale è lo Spirito Santo, zona del centro storico di confine tra vecchi e nuovi bisogni sociali. «Qui troviamo condizioni diverse, microcriminalità, famiglie con congiunti costretti ai domiciliari, oppure detenuti. Tutti contesti di sofferenza e fragilità», spiega suor Floriana. Da qui parte la sua opera di soccorso dei marginali, conoscendo le singole storie accomunate da una sorte di fatica umana. «Dal 2015 nel centro storico si sono spostate molte famiglie rom», continua suor Floriana spiegando che «pagano un fitto per le case che occupano, ma quasi mai alle persone che sono proprietarie degli appartamenti». Infatti quelle case sono state abbandonate dai proprietari e a governare questo fenomeno sono individui che non operano proprio nella legalità.

Rione di antico degrado

La frontiera di questa città dolente è ancora Santa Lucia, rione di antico degrado umano, per il quale in passato la vecchia amministrazione aveva annunciato il risanamento grazie a fondi che mai si sono visti. «Qui l’intervento è a tutto campo, dal doposcuola per i bambini, all’assistenza di vario genere rivolta a persone che pur essendo cittadini comunitari, non godono di alcun diritto», spiega ancora la suora, parlando di una schiera di invisibili per le istituzioni che diventano automaticamente indesiderabili per il resto della comunità.

Crolli e macerie a Santa Lucia, nel centro storico di Cosenza
Il parrucchiere, il negozio chiuso e il mutuo da pagare

Ma nemmeno gli “italiani” si salvano, la miseria risucchia pure chi fino a ieri si considerava in salvo. «La vita era quella di prima, non questa» sussurra Anselmo, un parrucchiere la cui quotidianità prima del lockdown era promettente: una discreta clientela, un mutuo per una casa, un orizzonte tutt’altro che cupo. Poi l’imprevedibilità dell’epidemia, il negozio chiuso, il fitto e il mutuo da pagare e l’esaurirsi rapido dei risparmi. Così si è varcato quel confine sottile tra un relativo benessere e lo scivoloso declivio dell’inattesa povertà.  Di qui alla necessità di trovare il coraggio di rivolgersi alle associazioni per avere un sostegno. «Non immaginavo sarebbe mai successo e invece mi sono trovato obbligato a chiedere aiuto e non è stato facile». Non facile, ma inevitabile per Anselmo che ora va a casa delle signore a fare loro le acconciature e da qui prova a ripartire.

Sergio Crocco: pasti portati pure nei quartieri borghesi

«Quelli che si vergognano maggiormente sono quelli che non immaginavano di diventare poveri, gli altri sono abituati a chiedere aiuto», spiega Sergio Crocco, punto di riferimento della Terra di Piero, nota associazione cittadina impegnata sui vari fronti del bisogno sociale. Oggi la geografia dell’emergenza povertà si è allargata dalle periferie fino a quelle strade dove le luci del benessere sembravano destinate a non spegnersi mai.
Sergio Crocco racconta che con i volontari della Terra di Piero nel corso del lockdown ha portato centinaia di pasti ogni sera a chi ne faceva richiesta, dai luoghi storici dell’emergenza economica, fino ai quartieri borghesi.

Sergio Crocco, presidente e fondatore de La Terra di Piero
Le istituzioni assenti

Il rapporto con le istituzioni fin qui è stato vano. «Alessandra De Rosa, esponente dell’amministrazione Occhiuto, è spesso venuta da noi, mostrando sincero coinvolgimento personale – prosegue Crocco – ma mai il suo impegno si è potuto trasformare in intervento reale a causa della mancanza di risorse destinate al bisogno delle persone». Dentro questa mappa della disperazione ci sono gli ultimi tra gli ultimi, quelli che dormono sotto i ponti, quello di Calatrava per l’esattezza. «Sono circa una quarantina di stranieri, che trovano rifugio lì sotto, nell’assoluta indifferenza dei Servizi sociali», continua Crocco rammentando che «quando c’era padre Fedele, di gente che dormiva per strada non ce n’era».

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Un rifugio di fortuna costruito da un clochard sotto il ponte di Calatrava nell’estate del 2021
Il nemico si chiama pure povertà educativa

Alla miseria materiale corrisponde quella immateriale. Si chiama povertà educativa. Riguarda non solo l’assenza di opportunità culturali, ma anche di consapevolezza dei diritti di cittadinanza. Giorgio Marcello, sociologo dell’Unical, impegnato da tempo su questo fronte, spiega che è qui che maggiormente si consuma l’ingiustizia sociale. «Il contesto familiare, la mancanza di opportunità culturali, segnano le nuove generazioni», dice il sociologo, confermando che le aree maggiormente deprivate di tali opportunità restano quelle periferiche dell’area urbana. Contro questo nemico sono stati messi in campo interventi delle associazioni di volontariato, «ma la diffusione del tempo pieno a scuola sarebbe lo strumento di maggiore efficacia contro l’impoverimento culturale», spiega il sociologo aggiungendo che «questo comporta una politica educativa, mentre i processi di scolarizzazione sono stati considerati residuali». L’impoverimento della città è un nemico difficile da battere a mani nude, servono strategie e risorse.

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