Musei per tutte le tasche, ma poco fruibili: il paradosso calabrese

Quelli gratuiti sono superiori alla media nazionale, ma il gap da colmare per la Calabria è ancora ampio nell'accessibilità, la digitalizzazione e le attività didattiche. Così il patrimonio culturale non si valorizza e i visitatori stranieri stanno alla larga

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La cultura di un territorio è determinata da molti fattori convergenti: il grado di scolarizzazione, la diffusione della lettura, la conoscenza e le competenze che si esprimono anche nelle attività economiche e sociali.
I musei costituiscono una cartina al tornasole che racconta il radicamento nelle proprie radici, la capacità di illustrare le origini ed il presente della propria storia, il meccanismo di attrazione culturale verso un turismo della conoscenza che si è molto sviluppato nel corso degli ultimi decenni in tutti i Paesi che dispongono di un patrimonio culturale di adeguato livello.

L’indagine dell’Istat

L’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, conduce da diversi anni una indagine sui musei del nostro Paese, mettendo a disposizione una serie di indicatori che specificano le caratteristiche di offerta, a livello nazionale ed in ciascun territorio regionale.
Possiamo in questo modo verificare il grado di armonizzazione o di scostamento tra il modello museale nazionale e la singola realtà territoriale.

Proprio per questa ragione abbiamo messo a confronto per gli indicatori presi in considerazione dall’indagine i risultati che emergono dalla realtà museale nazionale rispetto a quella calabrese, considerando per ogni indicatore il valore totale, oltre che la sua articolazione tra musei privati e pubblici.

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Ne viene fuori un quadro a tinte abbastanza fosche. Soprattutto per quel che riguarda una serie di indicatori: l’accessibilità per i disabili, l’adeguamento dei musei alle nuove tecnologie, lo svolgimento di attività didattiche integrative e la capacità di attrarre turisti stranieri sui visitatori totali. I musei privati calabresi in qualche caso riescono a stare nei valori nazionali, mentre sono i pubblici a registrare i maggiori divari.

I punti di forza

Cominciamo con qualche dato nel quale la Calabria riesce a posizionarsi meglio della media nazionale. In tema di grado di apertura al pubblico dei musei pubblici l’Italia registra il 62,9%, contro il 64,3% della Calabria. Lo stesso indicatore per quelli privati a livello nazionale è pari al 57,9%, contro il 63,3% della Calabria. Nel valore totale di questo indicatore l’Italia raggiunge il 58,5% contro il 60,8% della Calabria.

Anche quando andiamo a misurare il grado di diffusione di musei con ingresso gratuito verifichiamo che in Italia tale indicatore è pari al 41,7% rispetto al 48,8% della Calabria. Tale forbice si allarga in particolare quando andiamo a misurare i musei privati con ingresso gratuito, che in Italia sono pari al 46,1% mentre in Calabria si arriva al 61,2%. Nel caso di quelli pubblici tale indicatore in Italia è pari al 42,2%, mentre in Calabria raggiunge il 46,8%.

Disabili penalizzati

Le dolenti note cominciano ad emergere quando andiamo a confrontare il grado di accessibilità e fruibilità per persone con disabilità. Nel totale dei musei italiani è pari al 7,7%, mentre in Calabria si raggiunge il 6%. Nei musei privati la percentuale in Italia raggiunge il 5,9%, mentre in Calabria si attesta al 4,2%. Nei musei pubblici in Italia l’accessibilità per i musei pubblici è pari all’11,7%, con la Calabria che si attesta al 7,8%.

Pubblico e digitale, il divario cresce

Quando mettiamo a confronto il grado di offerta di servizi e supporti digitali, in Italia la percentuale complessiva è pari al 44,7%, mentre in Calabria si attesta al 36,1%. Nel caso dei musei privati il dato nazionale raggiunge il 41,9%, mentre in questo caso la Calabria è maggiormente performante, con il 46,9%. Se prendiamo in considerazione i musei pubblici, il valore di digitalizzazione nazionale è pari al 49,3%, contro il 33,9% della Calabria.

Se analizziamo il grado di servizi digitali per visite virtuali sul totale dei musei la
Calabria raggiunge il 18,6%, mentre i musei italiani arrivano al 24,3%. Tra i musei privati c’è maggiore parità sulla digitalizzazione per le visite virtuali, con la Calabria che arriva al 24,5 , mentre i musei italiani privati si collocano al 25,4%. Nei musei pubblici la forbice di digitalizzazione per visite virtuali è particolarmente rilevante, con la Calabria che arriva al 16,5% e l’ Italia che si attesta 25,3%.

Poche attività didattiche nei musei

Nella diffusione di attività didattica educativa la forbice dei musei calabresi rispetto al valore italiano è molto rilevante: 39,8% contro il 51,4% nazionale. Non è così per quelli privati, nel cui caso il grado di diffusione di attività didattiche è pari al 51% per la Calabria rispetto al 48,6% dell’Italia. Molto distante risulta invece la condizione calabrese nei musei pubblici per quanto riguarda la diffusione delle attività didattiche: 37,6% contro il 56,4% dell’Italia.

Scarso appeal sugli stranieri

Guardiamo infine alla percentuale di visitatori stranieri sul totale: in Italia è pari al 45,6% rispetto al 26,4% della Calabria. Nei musei privati stavolta la forbice non viene colmata (24,9% in Calabria contro il 48,1% dell’Italia). Ed anche nei musei pubblici si conferma una scarsa presenza di turisti stranieri in Calabria sul totale dei visitatori (26,7%) contro un valore nazionale pari al 44,6%.

C’è insomma molto lavoro da fare per valorizzare il patrimonio museale calabrese, al fine di allinearlo alle performance nazionali. Soprattutto c’è da rendere queste strutture più vitali dal punto di vista della digitalizzazione, dello sviluppo di attività didattiche, della conoscenza e della apertura verso visitatori stranieri. Una storia culturale così ricca come quella della Calabria merita di essere valorizzata in modo adeguato.

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