Un Caruso contro l’altro, il regalo della sinistra a Occhiuto

A Cosenza il ballottaggio è ormai certo. Si sfideranno il vice del sindaco uscente e il rappresentante di una parte della coalizione della Bruni. Ma senza divisioni nel centrosinistra il divario tra gli sfidanti sarebbe stato ben diverso

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Gli elettori hanno ieri premiato Roberto Occhiuto che conquistando la presidenza della Regione Calabria ha regalato a Forza Italia ed al suo leader un supplemento di vitalità politica. Oggi a Cosenza si profila con lo spoglio ancora in corso un piazzamento privilegiato per il ballottaggio del candidato plasmato da Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza per un decennio. Se non una vittoria già acquisita, un obiettivo a portata di mano.

Un’ombra ingombrante

L’obiezione che il nome del sindaco uscente non compare sulla scheda perché il candidato alla successione si chiama Francesco Caruso è formalmente corretta. L’opinione diffusa tra avversari e sodali in città è che se mai fosse questo ultimo a imporsi al ballottaggio il nuovo sindaco godrebbe comunque di un’autonomia modesta. Il Caruso di centrodestra è un fedele e zelante sostituto del suo dante causa, che magari camuffandosi da vice sindaco o assessore conterebbe come prima e forse più di prima. In una città e in una regione che ha visto senza scandalizzarsene versioni persino inedite di trasformismo, di familismo, con qualche puntatina di cialtronismo non stupirebbe nessuno .

Uniti mai

La fortuna, si sa, aiuta gli audaci. Ma se questi ultimi si collocano tutti nell’area politica che avrebbe dovuto attrezzarsi per contrastare la prospettiva di un Occhiuto ter per interposta persona, più che di audacia occorrerebbe parlare di scarsa lucidità. O, peggio, insipienza.

Con una replica di quanto accaduto alle Regionali lo schieramento progressista anche a Cosenza ha rinunciato a presentarsi unito. Il candidato sindaco espresso dal Pd con un’operazione condotta dal commissario regionale Boccia, Franz Caruso, aveva dichiarato di volere una sorta di abbinata con Bianca Rende.

Sembrava che nonostante il diniego dell’interessata l’operazione potesse andare in porto. Ma come accade nelle migliori famiglie, con particolare frequenza in quella multicolore del centro sinistra, il matrimonio non si è poi celebrato. Una scelta legittima. ma che lasciava intravedere un effetto prevedibile sui candidati ex promessi sposi.

Caruso vs Caruso

Quando scrivo questo primo commento sul voto comunale, sono state scrutinate 71 sezioni sul totale di 82. Quindi cambiamenti anche significativi sono ancora possibili. Allo stato attuale il candidato del centrodestra Francesco Caruso è in testa con il 38,21% delle schede scrutinate; Franz Caruso secondo col 24,15%. Poi la lista dell’ex esponente del Pd (ce ne sono diverse versioni sia visibili sia occultate nelle retrovie di liste e candidati) Bianca Rende, sostenuta da una rete civica e dai resti del M5S con il 13,04%. A seguire Francesco De Cicco, già assessore dissidente della giunta Occhiuto, con il 12,06%.  Ci sono candidati con minori suffragi, ma che peseranno eccome nel ballottaggio. Che di norma, non solo a Cosenza, somiglia al mercato dell’Arenella.

Non occorre essere un genio della matematica per capire che la somma dei voti ottenuti dai due esponenti del centrosinistra Rende e Franz Caruso avrebbe reso più difficile l’ascesa al trono del delfino di Occhiuto. L’aver scelto strade diverse si traduce in dono generosamente recato all’altro Caruso, analogo a quello, molto meno incisivo sull’esito elettorale, fatto al neo presidente della Regione, dalla lista guidata dalla scienziata lametina e dal rancoroso ex governatore Oliverio.

Il mantra della discontinuità

Naturalmente questi alambicchi paesani conterebbero poco o nulla se la scelta degli elettori potesse farsi sulla base di programmi dettagliati, su visioni future e non futuribili della città, sull’affidabilità di candidati scelti per capacità e meriti. Ma la pletora di candidati pari quasi ai mille garibaldini ha solo presentato slogan e promesse vaghe o vaneggianti. Una su tutto: vogliamo la discontinuità. Cosa sarebbe più necessario e auspicabile?

Peccato che con le solite facce, con plurimi cambi di casacca, con dosi massicce di familismo, la discontinuità è tecnicamente impossibile. Pertanto è una parola senza senso, vero flatus voci per gli amanti del latino.
Il solo che non ha ardito parlarne è stato il candidato preferito da Occhiuto. Sarebbe stato veramente troppo anche per i gonzi.

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