La politica si nasconde dietro imperdonabili silenzi di comodo

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Lo scorso 30 agosto è pervenuta in redazione una cortese lettera del consigliere regionale Pietro Molinaro (Lega), il quale, prendendo spunto da un mio editoriale, accoglieva la nostra considerazione che nulla è più doveroso ed efficace del confronto diretto per venire a capo di problemi che, come nel nostro caso, impattano pesantemente sulla comunità, curandi, lavoratori e operatori economici. La proposta che Molinaro ci ha trasmesso andava proprio in questa direzione e noi l’abbiamo subito accolta, assumendo l’impegno di organizzare il confronto. Se possibile dinanzi alle Terme Luigiane.

C’è chi dice sì

I lettori possono leggere su questa pagina le lettere scambiate sul tema, con le motivazioni che rendevano quanto mai opportuni e necessario l’incontro tra tutti i soggetti interessati.
I Calabresi ha quindi contattato e scritto ai sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, a Sateca, ad alcuni lavoratori, al presidente f.f. Spirlì e all’assessore regionale con delega alle terme Orsomarso. Hanno prontamente aderito Sateca, i lavoratori che siamo riusciti a contattare, e il sindaco di Acquappesa, nonostante egli avesse dichiarato il proprio disagio per la partecipazione all’incontro di un interlocutore non gradito.

Il confronto negato

Spirlì, tramite il suo Ufficio stampa, ci ha fatto sapere di essere grato dell’invito. Senza accettarlo però, «preferisce di no». D’altra parte può permettersi il lusso di comportarsi da ologramma avendo già in tasca – senza perdere tempo con quel noioso rito chiamato elezioni – la carica di vice presidente (una iattura già sperimentata come ff). Nessuna risposta da parte del sindaco di Guardia Piemontese.

Quanto a Orsomarso, ha comunicato  «di non avere nulla da aggiungere». La sua agenda è già tutta occupata dalla campagna elettorale e uno spazietto per ascoltare le vittime di un disastro economico non si trovava. Tutte le posizioni sono in via di principio legittime. A patto, però, che sia in discussione una scelta strettamente personale, non quando si ha un ruolo istituzionale decisivo.

Un silenzio assordante

Non avremmo potuto smentire Orsomarso, avendone pure una gran voglia e ampio materiale documentale, per la sua affermazione, che in latino assume un’aristocratica perentorietà: de hoc satis. Lo hanno fatto invece su Il Quotidiano del Sud Ivan Incardona e Enzo Paolini, che aprono il loro intervento con le parole che a noi sono rimaste in gola: «Lo “scioglimento del silenzio” dell’assessore Orsomarso sulla vicenda Terme Luigiane non ha fornito alcuna risposta alle domande per le quali Sateca, lavoratori, curandi e opinione pubblica attendono risposte da mesi. Forse non se ne è accorto, ma ne ha fatto sorgere altre alle quali ovviamente non sarà in grado di rispondere».

L’articolo prosegue con ben dieci “contestazioni” in fatto e in diritto, direbbe un giurista come Paolini. Senza entrare nel merito, possiamo però ipotizzare che molte gliele avrebbero rivolte anche i diretti protagonisti e vittime della chiusura delle Terme Luigiane.
In tempi in cui ci si è abituati a parlare da remoto una cosa l’abbiamo capita: che il remoto ti salva dal rischio Covid, ma il “da presso” ti salva dalle fandonie e dai silenzi. Che, nel nostro caso, sono stati assordanti, arroganti e imperdonabili.

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