Nessuno tocchi il mio Telesio

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Chi ha “vissuto” il Liceo classico Bernardino Telesio nei miei stessi anni sa benissimo che tra me e la dirigenza c’è stato un rapporto quinquennale di odi et amo, non sempre idilliaco insomma, con fasi molto positive, ma anche con aspetti negativi. Non è facile avere a che fare con il carattere del dirigente Antonio Iaconianni. Nonostante ciò ho sempre cercato di essere il più obiettivo possibile.

In un momento delicato come quello che sta attraversando il mio liceo, sento il dovere morale di esprimere la mia opinione in qualità di “prodotto” del modello formativo del Liceo cosentino e come testimone diretto del Convitto Nazionale “B. Telesio” (eh sì, hanno lo stesso nome) essendone stato ospite per quasi quattro anni. Nelle ultime settimane attraverso articoli di giornale e social media sono stato informato sui fatti che coinvolgono la mia ex scuola e sulle numerose critiche indirizzate soprattutto al suo dirigente, oggetto di numerose polemiche da parte di studenti, di famiglie e anche di commentatori di ogni tipo. A dar inizio a tutto è stata l’occupazione da parte degli studenti della sede distaccata del liceo, “Le Canossiane”, da poco inaugurata.

L’ira della “comunità cosentina” si è indirizzata, in particolare, nei confronti di Iaconianni, accusato di guidare il liceo Telesio in modo “manageriale”, cioè di aver “privatizzato” la scuola pubblica. A molti, inoltre, non è piaciuto l’ampliamento della offerta formativa, che ha aggiunto negli anni nuovi indirizzi al tradizionale liceo di ordinamento, quali il “Cambridge”, il “Biomedico” e il “Quadriennale”. Ciò ha permesso, tuttavia, che le domande di iscrizione aumentassero sensibilmente negli ultimi anni, al punto di far diventare il Telesio il liceo classico italiano con il più alto tasso di studenti iscritti per nuovo anno scolastico.

La scintilla che ha fatto scoppiare le polveri, insomma la colpa più grave di Iaconianni – questa l’accusa -, è stata quella di ospitare nella struttura liceale il Convitto Nazionale. Il Convitto – la cui sede originaria è a pochi metri dal Liceo – aveva visto scendere praticamente a zero gli studenti convittori e semiconvittori a causa della fatiscenza dell’edificio e della lunga ristrutturazione ancora in corso. Nominato reggente anche di questa antica istituzione, l’ingegnere Iaconianni tre anni fa ha pensato che per poterla rilanciare bisognava ottenere prima il consenso della Provincia, proprietaria degli immobili scolastici, e poi delle famiglie dei futuri studenti delle elementari e medie.

Il primo passaggio è stata la costruzione di una mensa moderna, e poi di una offerta formativa che abbinasse ai tradizionali studi elementari e medi i corsi di inglese del Cambridge e, perfino, l’accompagnamento a scuola con specifici bus per i piccoli studenti del Convitto. Non esistendo più l’edificio del Convitto nazionale il dirigente ha ricavato le aule dentro quello del Liceo.

Il problema: con l’aumento del numero dei bambini delle elementari e dei ragazzi delle medie (tutti studenti del Convitto) gli spazi hanno iniziato a scarseggiare, e questo ha portato alla decisione di spostare parte dei “telesiani” nell’antico edificio delle Canossiane, ristrutturato con qualche ritardo dalla Provincia. Visto da un’altra prospettiva, quella delle famiglie dei convittori e dei lavoratori del Convitto, il risultato è stato invece straordinario: mezzi e strutture di alto livello e crescita dei posti di lavoro. Credo si possa dire che se ci sono responsabilità del dirigente, forse ben più gravi sono quelle della politica locale che, da una parte, non ha provveduto a ristrutturare il Convitto (la Provincia), e dall’altra, non ha più istituito le “borse di studio” per aiutare le famiglie a pagare la retta convittuale (Comune di Cosenza).

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Il preside del liceo classico di Cosenza, Antonio Iaconianni (foto A. Bombini) – I Calabresi

In una situazione del genere, soprattutto se non ben spiegata, è quasi normale reagire d’impulso come hanno fatto i liceali del Telesio, che hanno inneggiato al mantenimento dell’unità studentesca pretendendo di rimanere tutti insieme nell’edificio di piazza XV Marzo. Con l’occupazione delle “Canossiane” è partita anche una bufera mediatica che mi ha lasciato perplesso e con l’amaro in bocca. All’improvviso il mio Telesio sembrava divenire il male assoluto.

Vorrei proporre una riflessione più obiettiva possibile, cercando di tenere da parte la mia esperienza personale a favore di una visione collettiva. Dal mio punto di vista la dirigenza ha sbagliato in molte cose nel corso di questi anni. Alcuni errori li ho vissuti sulla mia pelle, altri li ho visti ricadere direttamente sulla vita quotidiana della comunità telesiana. Ho imparato però che nella vita non bisogna giudicare solo in base agli errori. Errare è umano e tante volte non è altro che segno di attivismo. Il “non facere” è semplice: non si rischia mai di sbagliare. Per non cadere nel tranello di fidarsi delle apparenze bisogna avere una visione d’insieme.

Nonostante qualsivoglia errore, il liceo Telesio negli ultimi anni (e proprio grazie alla dirigenza Iaconianni) ha raggiunto dei risultati eccezionali per una scuola del Meridione (è scomodo da dire, ma al Sud è tutto più difficile) e soprattutto per essere un liceo classico (indirizzo in crisi da anni in Italia). L’eccezionalità del “Telesio” l’ho notata subito. Mi sembrava diverso da tutte le altre scuole calabresi. E questo fu il motivo principale per il quale decisi di cambiare scuola al secondo anno delle superiori. Da un istituto tecnico di Lamezia Terme, dove risiedevo, mi trasferii al “Telesio” per frequentare il suo Liceo Classico Europeo, uno dei pochi in Italia. Per farlo chiesi di essere convittore, cioè studente residente, nel contiguo Convitto Nazionale. Ho avuto modo, quindi, di vivere a 360 gradi l’esperienza delle due istituzioni.

I due “Telesio” sono stati un’ottima palestra di vita. Negli anni hanno subìto numerosi cambiamenti, sempre peggiorando il Convitto, e non per colpa degli educatori, ma per il disinteresse dei politici, e migliorando il Liceo per la cura che dirigente e docenti mettevano nel lavoro. Comunque sia, grazie a loro ho avuto l’opportunità di vivere un’esperienza unica. Come dimenticare le nuove modalità didattiche che ci hanno portato all’esterno delle aule in mille attività extra scolastiche, come la Robotica (in un liceo Classico!), la Tv Radio web, il teatro, il gruppo di lettura, la partecipazione ai festival culturali da protagonisti e i gemellaggi con scuole italiane e straniere? Sono soltanto alcuni esempi delle numerose “offerte” che puntualmente venivano pubblicizzate dal sito web del Telesio.

“Controllate quotidianamente il sito per non perdervi nessuna opportunità”, ci diceva Iaconianni quando passava per le classi nella sua “ronda mattutina”. Ed era vero. Bastava distrarsi al momento sbagliato, e si riempivano tutti i posti disponibili per quell’attività a cui avresti voluto tanto partecipare. Ogni anno la scuola si impegnava direttamente ad organizzare scambi internazionali, cercando e selezionando scuole partner in tutto il mondo. Questi erano sicuramente il fiore all’occhiello della mia scuola, una delle esperienze più formative in assoluto nella vita di un adolescente.

Quello che più mi è piaciuto, però, fu l’inaugurazione della biblioteca del nostro liceo, intitolata al giurista calabrese Stefano Rodotà. Nel seminterrato della scuola giacevano da molti anni in disordine e nella polvere migliaia di libri. Non ne veniva valorizzato il potenziale. Per opera della dirigenza, degli insegnanti e degli studenti è stata riqualificata inserendola in spazi nuovi e gradevoli. Oggi la Biblioteca “ Rodotà” è divenuta la più grande biblioteca scolastica del Mezzogiorno ed è a disposizione di tutta la comunità cittadina con volumi dal valore storico inestimabile.

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La biblioteca del liceo classico Bernardino Telesio di Cosenza (foto A. Bombini) – I Calabresi

Non si possono condannare con superficialità anni di lavoro per colpa di qualche decisione dirigenziale che può apparire sbagliata. Non ho nessun interesse da difendere, ma – viste da lontano – mi infastidiscono alcune polemiche che, invece di puntare al bene comune, mi appaiono strumentalizzazioni di parte o “vendette” personali. Il “Telesio” è un grande liceo classico. Ne ho avuto conferme ripetute volte dopo il diploma. Confrontandomi con i miei colleghi universitari a Milano ho notato come un buon liceo sia cruciale per la formazione e di come io sia stato fortunato ad aver frequentato il liceo Telesio.

Mi sono reso conto che non era eccezionale solo al Sud, ma era un esempio di ottima scuola conosciuta in tutto il territorio italiano. In ragione di tutto questo, vorrei esprimere vicinanza e solidarietà ai miei ex professori e al mio ex preside per tutte le “brutte parole” che stanno subendo in queste ultime settimane. Andate avanti. La scuola italiana è al collasso e non è per niente al passo con l’innovazione che stiamo vivendo. In questa decadenza i casi come quello del liceo “Telesio” fungono da modello virtuoso per tutte le comunità scolastiche.

Saad Tarybqy
Ex convittore e studente del Liceo classico “B. Telesio”

 

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Siamo lieti di pubblicare la lettera di un giovane che ha vissuto l’esperienza di studente del liceo Telesio e dell’omonimo convitto.
Di quei quattro anni trascorsi a Cosenza Saad conserva orgogliosamente un positivo e persistente ricordo al punto da qualificarsi «per sempre telesiano».
L’orgoglio e la gratitudine per il liceo classico cosentino sono comuni a decine di migliaia di giovani e di ex giovani che lo hanno frequentato nella antica e nuova sede.
Se una scuola merita il ricordo grato dei suoi alunni e delle loro famiglie, se – addirittura – come nel caso del Telesio, si colloca in una virtuale classifica nazionale tra le più prestigiose, questo va a merito dei dirigenti, dei professori, del personale e degli stessi studenti .
Noi abbiamo scritto che dalle critiche e dal dissenso, in sé legittimi, non è immune neppure una scuola di eccellenza oggi guidata da un dirigente stimato e apprezzato, ma anche criticato per iniziative da lui assunte ma non generalmente condivise.
Per questo avevamo chiesto al dirigente Iaconianni di spiegare e motivare le sue scelte per non lasciare che le voci legittimamente critiche fossero prevalenti. Ma ha preferito declinare il nostro invito.

Ora la lettera del giovane «europerista, convittore e telesiano sempre» offre una testimonianza sui frutti che la sua formazione ha tratto dal Telesio, soprattutto dal suo attuale dirigente e dai docenti, pur non rinunciando ad un atteggiamento critico quando necessario, che è il complemento della cultura e della passione civile. (F. P.)

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