E vissero tutti felici e contenti

Vent'anni del graffito "Tre metri sopra il cielo" prima della rotatoria di Rende. Quello del ponte Flaminio a Roma era più acrobatico e d'impatto. Ma vuoi mettere la resilienza del messaggio cosentino

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Quello su Ponte Flaminio a Roma era sicuramente più acrobatico e d’impatto, ma il graffito sotto il ponte dell’autostrada a Rende (borderline con Cosenza, per i non autoctoni) ha dalla sua la resilienza, roba che non ci avrebbe scommesso nemmeno il fabbricante dello spray indelebile: come si fa a promettersi amore eterno e gravitazionale proprio con la materia dell’impermanenza?!? Ma come ogni effimero che in questo Paese si fa lentamente definitivo, qualche giorno fa il graffito amoroso ha festeggiato i (primi?) 20 anni, anniversario che ha messo fine anche all’enigma che ci attanagliava durante il lento procedere verso il noto ingorgo a croce uncinata della rotatoria (!) più avanti: chissà che ne sarà stato di Stellina e del suo temerario graffitaro… ebbene, la statistica può finalmente segnare un punto a favore dell’ammmore siderale, con la prima coppia, fra le migliaia che pronunciarono il fatidico io e te tre metri ecceteraeccetera, di cui si ha notizia essere giunta fino a noi. L’autodenuncia – non si sa quanto incauta o celebrabile da un qualche assessore in vena di carrambate -, arriva dal solito post di FB, commentato equamente da entusiasti, e altro a cui pensare. E mentre i protagonisti faranno a questo punto il tifo per “l’arte” che sopravvive al suo creatore, a noi non resta che aspettare il seguito della saga familiare per i prossimi ingorghi, c’è ancora un pezzo di ponte intonso…

Attilio Lauria

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