La guerra santa del panino ghiegghio

Una comunità ridotta ad attrazione turistica ed e(t)nogastronomica, social scatenati su questioni minimali. Mentre il riconoscimento dei diritti degli arbëreshë, nonostante leggi in vigore da decenni, resta solo sulla carta

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Ci informa la stampa odierna di esasperate invettive, alcune forse anche mal riportate dai social, di non pochi cittadini e di qualche papas che hanno finito per insaporare le insulse polemiche sollevate per un diffamante… panino “ghiegghio”! Direi che siamo alle solite litanie, arrivando a trattare in maniera ridicola le cose serie e in maniera troppo seria le cose più ridicole.

Turismo: gli Arbëreshë come la sardella?

Secondo il comunicato emesso da un «lobbista» (così si autoqualifica) cui è stato incautamente affidata questa sballata campagna pubblicitaria, il panino “ghiegghio” viene addirittura contrabbandato come simbolo arbëresh. Andrebbe così ad aggiungersi agli altri 99 strabilianti MID (marcatori identitari distintivi) , in buona compagnia con le altre 2 minoranze linguistiche storiche regionali. Ma anche in bella compagnia con Pitagora, il bergamotto reggino, la cipolla rossa di Tropea, il pomodoro di Belmonte, la sardella di Crucoli, la nduja di Spilinga, ecc.
Ad escogitare la lista sembra essere stato con immaginifica fantasia l’assessorato al Turismo della Regione Calabria, che l’ha presentata alla BIT di Milano, nel marzo 2022, per alimentare i flussi turistici nella nostra regione.

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L’ex assessore al Turismo, oggi senatore, Fausto Orsomarso presenta il suo progetto sui MID

Gianluca Gallo e le minoranze

Invece di assistere a queste regressive polemiche capaci solo di accelerare le battute delle tastiere, basterebbe forse più utilmente chiedere all’assessore regionale Gianluca Gallo, con delega alle Minoranze linguistiche, di provvedere, per rispetto per lo meno del ruolo istituzionale affidatogli nonché per un doveroso riguardo verso le minoranze di cui si deve occupare , di provvedere a cancellare subito le 3 comunità linguistiche minoritarie dall’elenco – questo sì, vergognoso! – dei 100 MID del turismo regionale.

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Gianluca Gallo

Gli arbëreshë, gli occitani e i grecanici non sono dei folkloristici intrattenitori ad alta attrattività e(t)nogastronomica al servizio del turismo calabrese, ma cittadini italiani come gli altri, che aspettano purtroppo invano dopo 75 anni dalla promulgazione della Costituzione e a 25 anni quasi dalla approvazione della legge 482/99, che vengano garantiti loro i diritti a loro spettanti , a partire da quelli linguistici, al pari degli altri cittadini italiani, trattandosi di diritti di uguaglianza – e non certo di privilegi! – che la Costituzione repubblicana garantisce loro.

Il panino ghiegghio e quello lëtir

Questi diritti, come ben documenta il volume, edito nella collana “Albanistica” della nostra Fondazione, di Nicola Bavasso, La minoranze “tagliate” della Calabria: gli Arbëreshë. Perché è fallita la legge 482. Possibili strategie di uscita dall’impasse per le minoranze linguistiche interne (Lungro, 2021), sono purtroppo rimasti sulla carta, nell’indifferenza generale. Anche quella di chi ora si occupa e si preoccupa parossisticamente solo di come bisogna chiamare (o non chiamare!) i panini e non certo perché a livello nazionale, regionale e locale – per non parlare della latitanza della scuola pubblica e del servizio pubblico radiotelevisivo – non si applicano in Calabria le leggi che pure ci sono.

Nel frattempo, in risposta alla proposta del panino “ghiegghio” lanciamo provocatoriamente una parallela e altrettanto ironica campagna per promuovere come arbëreshë un panino lëtir (traducibile in “italiota”).
Per la stessa azienda proponente avrebbe sicuramente un impatto oltre che gastronomico anche social molto più efficace, oltre che più incisivo e divertente, vista la più vasta e maggioritaria platea di fruitori, senza evocare né “scomuniche” né crociate (preferisco le ottime “crocette di fichi” calabresi)!

Italiani e arbëreshë

Ma senza dimenticarci di pensare al nostro futuro, partendo dai seri e solidi progetti in itinere, come la proposta MOTI I MADH ora all’attenzione dell’ufficio UNESCO del Ministero della Cultura. Si è avviato un piano di cooperazione transnazionale con l’adesione del Ministero della Cultura albanese. Vede l’intera minoranza arbëreshe d’Italia rappresentata, con l’adesione da ben 53 comunità del nostro Meridione attraverso il coordinamento della Fondazione universitaria Papas Francesco Solano, perché la straordinaria cultura immateriale espressa nei secoli dagli Arbëreshë d’Italia abbia finalmente il riconoscimento dovuto attraverso l’iscrizione delle pratiche rituali italo-albanesi della primavera nel registro delle buone pratiche dell’UNESCO.

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Vallje, danze arberëshë, a Cerzeto (CS)

È ora di uscire dall’inverno delle polemiche inutili e dannose e di pensare alla primavera della nostra rinascita. Lasciamo ai creativi imprenditori del fast food regionale di offrirci, se vogliono, i panini con o senza ghiegghi oppure lëtinj: ma poi è davvero importante sapere come un fast-food lëtir vuole chiamare i suoi panini?
Restiamo comunque sempre e comunque orgogliosamente italiani e arbëreshë! E nella storia, se qualcuno ne dubita, lo abbiamo anche concretamente dimostrato sul campo e non con le tastiere dei PC, dei tablet o degli smartphone!

Francesco Altimari
Presidente Fondazione Universitaria “F.Solano” – Docente Unical

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