Fareste un selfie con quest’uomo?

Erano le presidenziali americane del 1960, quelle tra Kennedy e Nixon. Oggi le cronache raccontano la pratica political-piaciona delle foto che poi portano problemi. Come il Pd a Bari

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Al netto del “non le conosco”, e della “foto della trattativa PD-mafia” (La Verità dixit, Belpietro DOC annata 2024, filare marzo 25), versioni secondo copione dell’ennesima piece quotidiana imbastita stavolta intorno ad una immagine, la pratica political-piaciona del selfie a futura preferenza evidente paga, sebbene esponga al misunderstanding facile.

Ciò che invece proprio non si capisce, da parte dei fiancheggiatori dei selfie intesi come coloro che in foto conquistano il fianco di, è tutta ‘sta voglia di farsi immortalare con coloro che normalmente, pontificando al Bar Sport fra ‘nu spritz e ‘na nocciolina, definiscono con tutti gli epiteti che sappiamo e anche oltre. Gente che pur sentendosi come Gesù nel tempio all’occorrenza non disprezza, proprio come per il famoso parroco, impaziente di piazzare l’ultimo trofeo sulla hall of fame del proprio Instagram.
Evidentemente dopo 60 anni e una rivoluzione della fotografia ormai a portata di tasca, per quel famoso slogan delle presidenziali USA del 1960, quelle tra JF Kennedy e Richard Nixon che recitava “compreresti un’auto usata da quest’uomo?” è arrivata l’ora di andare in pensione: è già da un po’ che ci siamo consegnati, e pure sgomitando, ai venditori di promesse.

Attilio Lauria

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