Mobilità sostenibile: il sogno di Cosenza senz’auto

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Sono le sette del mattino del 25 giugno 2032, la temperatura è gradevole.
Cosenza, di solito bollente d’estate, sembra più fresca del solito. Sulla mia bici percorro via Roma fino a piazza Loreto. Le auto parcheggiate ovunque, le doppie e triple file, sono un ricordo del decennio precedente.
Mi sovviene, quando nel 2021, sono ritornato a Cosenza, quanto invivibile e zeppa di auto, smog, traffico, fosse questa piccola città. Oggi è trasformata in un giardino:  ovunque piste ciclabili, parchi verdi, piazze piene di alberi, percorsi pedonali e autobus pubblici a idrogeno che trasportano cittadini da una parte all’altra.
Mi sono trasferito a Cosenza Vecchia, come da sempre viene chiamata la parte alta della città. Ma di vecchio qui è rimasto poco, se non le mura restaurate di case e palazzi.

Cosenza futuribile e bella

Le strade, i vicoli, le piazzette, si sono rianimate. Sono piene di gallerie d’arte, negozi selezionati, ristoranti biologici e vegetariani, nuovi artigiani digitali, centri di ricerca, giovani studenti di Accademie e luoghi per la creatività e l’innovazione.
Mi sorprendo a pensare che i fondi del Pnrr sono stati spesi bene al Sud. Che il New Green Deal e il New European Bauhaus sono serviti non solo a cambiare i luoghi, ma anche le coscienze di cittadini e amministratori

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Traffico su via Misasi

Un brutto risveglio

Mi sveglio: sono le sette del mattino del 25 giugno 2022, e mi sorprendo a pensare, che bel sogno che ho fatto. Ma non so ancora, incredulo, se davvero affacciandomi non sia accaduto qualcosa di magico, miracoloso nella notte.
Mi rompe un timpano l’ennesimo clacson di un autobus bloccato dal solito villano parcheggio in doppia fila, negli spazi della caotica piazza Riforma, un folle crocevia di auto in quantità assurde, smog e caldo. Purtroppo ho sognato: la realtà amara è sotto i miei occhi e orecchie!
E torno a riflettere su quanto questa pregevole località calabrese, potenziale capofila di un radicale rinnovamento dei modelli urbanistici meridionali, sia sorda ai tantissimi campanelli di allarme che provengono dalla grande massa di auto.

Inquinatori e incivili

Le macchine fendono le vie ogni giorno, occupano con prepotenza spazi pedonali, inquinano, non rispettano le – estinte – strisce pedonali.
Provocano enorme disagio a chiunque desideri, già oggi, muoversi in maniera ecologica: a piedi, in bici, coi pochi mezzi pubblici.
Nel caos degli innumerevoli fioristi, fruttivendoli (ma davvero i cosentini consumano tutti questi ortaggi?) legali e abusivi, nello slalom tra plateatici di bar, caffetterie, friggitorie e parcheggi assurdi, la città muore, letteralmente soffocata. E vedere un vigile urbano che provi a snellire solo qualcuna di queste situazioni è come trovare un terrestre su Marte.

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Polizia municipale in azione

Ribadire che sulla mobilità si gioca il presente e futuro delle città e delle comunità urbane, non è affatto scontato. Sembra uno dei tanti problemi, invece questo è: il problema. A Cosenza, a Catanzaro, a Reggio. Ovunque le città abbiano assunto dimensioni disumane e sproporzionate rispetto alle reali esigenze abitative e di spostamenti.

Cattive abitudini

Alcuni dati inconfutabili: solo il 26,40% dei cittadini di Cosenza-Rende si muove a piedi o in bici, ben il 60,90% lo fa in automobile, e circa un ulteriore 12,86% usa i mezzi pubblici.
A Cosenza il verde pubblico occupa appena il 2,2% dell’area urbanizzata. Lo standard per abitante è pari a 11,9 metri quadri, ma questo perché parte della superficie comunale ha zone naturalistiche (il Crati, il Busento, aree agricole, orti, ecc.).
Nella realtà, il verde è ben al di sotto dello standard minimo urbanistico e sotto la media per densità di tutte le tipologie di aree verdi (dati Istat e Por Calabria 2014-2020).

Le auto sono la principale fonte di inquinamento da polveri sottili a Cosenza

Tra le 8 e le 12 e tra le 17 e le 19, i picchi di traffico hanno impennate preoccupanti. Creano caos, con quantità significative di autobus extraurbani e mezzi in entrata e uscita da Cosenza per raggiungere le attività di rango provinciale del capoluogo.
Il parco auto è vetusto e presenta un 54,70% di auto a benzina, il 41,12 diesel, il 3,78% tra metano e gpl, e solo lo 0,4 ecologico.

Allarme polveri sottili

Un dato preoccupante emerge dai dati atmosferici, che collocano Cosenza tra le categorie A e B, le più instabili. Infatti, la percentuale di pm (polveri sottili) va oltre i 2,5 micron e in alcune zone, tocca i 10. Ciò, come provato, significa che le particelle da 10 micron sono inalabili e si accumulano nei polmoni. Quelle da 2,5 micron, invece, possono finire nel sangue e raggiungere varie parti dell’organismo (fonte Ministero Salute).
Da questa lettura impietosa deriva la necessità di una Agenzia della Mobilità Urbana di Cosenza, dedicata esclusivamente a questa delicata tematica. Un rimedio che va ben oltre un generico assessorato o un ulteriore carico di personale già sovraccarico.

Ripensare la città

Ma esso non può essere scollegato dal ripensamento complessivo della struttura urbanistica della città. Ragionando a compartimenti stagni e solo per specialismi, si torna sempre al punto di partenza. Cioè, si risolvono in forma parziale e non organica i problemi urbanistici generali.

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Una panoramica di Cosenza

Non è una città perfetta quella cui aspirare, ma una rinnovata comunità in equilibrio, educata e rieducata, anche con robuste campagne di marketing urbano-civico. Per realizzarle, occorre che l’auspicata, necessaria, Agenzia si dia un tempo (una legislatura) per progettare e poi testare (una seconda legislatura) il nuovo sistema di mobilità sostenibile.

Un obiettivo minimo

Concretamente: per stare nei parametri europei Cosenza deve raggiungere, entro dieci anni, il 35% di auto circolanti, il 35 % di pedoni e bici.
Inoltre la città, si deve dotare in maniera corposa di ciclovie, pedovie, parchi urbani e un 30% di mezzi pubblici elettrici (ancora meglio a idrogeno) con nuove linee dedicate e parcheggi di interscambio per ridurre l’ingresso di mezzi privati in città. Infine, serve una robusta cura di verde. Ovunque. Comunque.

La volontà oltre gli ostacoli

Una rivoluzione sostenibile a Cosenza (e altrove) è possibile solo se esiste il desiderio collettivo di sfidarsi. Oltre la normalità quotidiana, oltre la rinuncia e la rassegnazione, oltre la banalità dell’impossibile.
Oltre quel generico «non si può fare», «non ce la faremo mai», pretesto sempre buono per non fare davvero nulla.
I sogni si realizzano solo con una ferrea volontà politica e civica. Al 2032 mancano dieci anni, tanti per sperare, per fare, per cambiare.

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