Mentre ancora il mare restituisce i corpi di due bambini, Giorgia Meloni annuncia che il prossimo Consiglio dei ministri si terrà a Cutro. Con colpevolissimo ritardo chi ci governa si accorge della tragedia e del peso insostenibile della sua assenza sul luogo del dolore. «Venga come madre», invoca Carmine Voce, sindaco di Crotone. Verrà, forse, indossando la veste ufficiale, con al suo fianco il ministro per il quale quella umanità disperata è un fastidioso carico residuale, dimostrando che lo Stato può essere «il più gelido degli gelidi mostri», come annunciava senza sbagliare Nietzsche.
Giorgia Meloni e il Consiglio dei ministri in Calabria
Un Consiglio dei ministri a Cutro non è un gesto simbolico per dimostrare di esserci. Dopo le parole non rinnegate del ministro dell’Interno e dopo non aver avuto il coraggio di partire tempestivamente per guardare in faccia l’orrore generato da una politica di negazione dell’accoglienza, risulta un oltraggio per le associazioni che si sono impegnate per fornire assistenza, uno schiaffo per i moti spontanei di solidarietà venuti da tutta la comunità, perfino per le donne e gli uomini in divisa che di notte e senza mezzi adeguati hanno recuperato dal mare poveri corpi. Insomma, uno scherno per la Calabria.
Cosa decideranno nel corso di quel Consiglio che si terrà poco distante da dove la notte del 26 Febbraio donne, uomini e bambini sono morti annegati perché crudelmente si è voluto da tempo trasformare i soccorsi in operazioni di polizia? Quali provvedimenti saranno assunti? È possibile che il ministro Piantedosi non possa esigere ulteriori espedienti per rendere ancora più difficile le operazioni di salvataggio da parte delle navi delle Ong. Pare, infatti, che la Meloni stia accarezzando l’idea di mettere momentaneamente da parte le spietate norme salviniane verso i migranti.
Opportunismo politico e senso dell’umanità
Non si tratta di un sussulto di umanità, più probabilmente di opportunismo politico: dalla spiaggia di Cutro ancora si odono le urla di quanti sono morti annegati e il clima non sarebbe favorevole al governo. È probabile tuttavia che venga ribadito che l’obiettivo resta quello di «non farli partire» e che chi ci prova deve assumersi la responsabilità delle conseguenze.
Oppure verranno a Cutro a spiegarci quanto sarà bella l’autonomia differenziata per la parte della Calabria che è in fondo a ogni classifica, nella regione più povera del Paese, dove la qualità e perfino la durata media della vita è inferiore rispetto al resto d’Italia?
Intanto cresce la rete di associazioni sorta attorno alla mobilitazione successiva alla tragedia del 26, una moltitudine di persone provenienti da storie ed esperienze differenti e tuttavia accomunate dall’impegno di non voler smarrire il senso dell’umanità.
Saranno queste persone a organizzare una manifestazione nazionale sabato 11 Marzo al fianco della comunità di Cutro. Saranno loro a fare la differenza.