Massimo Ciglio, se il diritto al dissenso finisce sotto esame

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Il dirigente scolastico Massimo Ciglio è in questi giorni, come uno scolaretto, “sotto esame”. La commissione esaminatrice è composta da funzionari della Pubblica Istruzione che, a detta dello stesso esaminando, hanno avuto un atteggiamento cordiale e aperto al confronto. Primo commento: ci mancherebbe altro per un procedimento disciplinare che né doveva essere richiestoin questo caso dal sindaco di Cosenza Franz Caruso, che non sembra il più adatto a fare il Torquemada del Crati – né doveva essere avviato!
Massimo Ciglio, che gode peraltro della stima di famiglie, studenti e cittadini, ha esercitato il sacrosanto diritto di non condividere un provvedimento della nuova Amministrazione che ha sbancato una mini area pedonale per dare libero sfogo a clacson e a gas di scarico delle auto.

Massimo Ciglio, Franz Caruso e il diritto al dissenso

Ma il tema non è se la decisione di togliere uno spezzone pedonale in una città che non ha nelle poche aree verdi un parco giochi per i bambini recintato per elementari ragioni di sicurezza e, aggiungiamo, ha una sola (e spesso sporca) area protetta per i cani che fanno la loro passeggiatina salutare come gli umani a corso Mazzini dopo lo sbaraccamento del “Parco del benessere” ancora futuribile, che per la classica eterogenesi dei fini è ora il parco del “malessere”.

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Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso (foto A. Bombini) – I Calabresi

Il thema decidendum direbbe l’avvocato Caruso è se in questa città, in cui prosperano poteri occulti ma fortemente condizionanti la vita della comunità, sia possibile o meno esercitare i diritti di libertà enunciati e sanciti dalla nostra Costituzione.
Nel caso del dirigente Ciglio la sola richiesta, anche se in buona fede del sindaco, è incompatibile con la libera manifestazione delle proprie idee; lo è ancor di più l’indagine ministeriale che avrebbe ben altro da fare che rispondere “presente” ad un richiamo improvvido del sindaco, che voglio credere si sarebbe astenuto dal farlo con un pizzico di riflessione in più.

Un precedente da Scherzi a parte

Ma Cosenza ha altri recenti episodi inaccettabili perché illecitamente repressivi della libertà di espressione dei cittadini. Rimarrà non nella storia del Diritto, ma nella raccolta di Scherzi a parte il provvedimento sanzionatorio richiesto alla Procura di Cosenza , solerte come mai, nei confronti di tranquilli e rispettabili cittadini che avevano “osato” passeggiare tra i vicoli degradati del Centro storico senza avvertire la signora Questore.
Il pensiero de I Calabresi sulla condotta di questa solerte funzionaria l’abbiamo espresso con chiarezza in una lettera pubblica indirizzata alla ministra dell’Interno, ovviamente senza riscontro. Se questo “me ne frego (apparente?)” si fosse verificato in Gran Bretagna o in tanti altri Paesi comunitari la ministra sarebbe stata “crocifissa” – virtualmente – dalla stampa. Ma siamo in Italia, dove i diritti sono spesso recitati più che applicati e garantiti.

Più pericoloso Massimo Ciglio o altri?

Finiamo qui l’elencazione dei cattivi precedenti del caso di Massimo Ciglio e ci riconosciamo completamente nel messaggio fatto circolare in rete dal collega Paride Leporace per chiedere una adesione convinta ai diritti di libertà e partecipazione. Ma un aiutino alla memoria dei soggetti istituzionali e dei questori in transito a Cosenza lo diamo ricordando quanto denunciato con coraggio e chiarezza dal vescovo di Cassano con una videointervista a I Calabresi.

In Calabria, prima di perseguire cittadini benemeriti perché si differenziano dal silenzio omertoso di tanti, si provveda a perseguire nell’ordine: massoneria deviata (boh!), politica da caporalato, sanità privata gonfiata dal pubblico, trasformismo ridicolo di politici con greggi al seguito etc.
Poi, se ci avanza tempo, occupiamoci dei liberi pensatori, che sono per certuni delle suddette categorie i più pericolosi.

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