Accade con una certa frequenza che non conoscendo i propri limiti, ci si inoltri su sentieri piuttosto scivolosi. E lì, mancando il senso delle cose reali, si smarrisce pure quello del ridicolo.
È accaduto a tal Giuseppe Intrieri, guida del Parco della Sila, fotografo trasferitosi a Londra. Ad Intrieri non è piaciuto l’articolo Strade perdute. Sila: spiriti, filosofi e tamarri tra boschi infiniti, in cui il rigoroso Luca Irwin Fragale fornisce un racconto colto, raffinato e irriverente della Sila. Spiacevolmente vittima dell’effetto Dunning-Kruger, Intrieri non riesce a cogliere nemmeno la superficie del pezzo di Fragale e ritiene, sbagliando, che esso sia un attacco alla Sila.
In un vortice di equivoci, dà così vita a un video pieno di sgrammaticature. Non ci riferiamo, pur potendo, alla lingua madre, ma anche alle regole della buona educazione e della comunicazione. Quando un articolo non piace, come quello di Fragale, si chiede spazio al giornale per una replica: lo avremmo prontamente fornito.
Intrieri preferisce invece imbastire sui suoi canali social un processo in video piuttosto comico in cui vomita – termine a lui caro, parrebbe – una lunga quantità di malcelate offese. Parole fuori luogo che se per un verso caratterizzano l’autore restano comunque inaccettabili. Intrieri accompagna il filmato – che chiunque può visionare in questo stesso articolo – con un testo in cui invita gli amici a «costituirsi parte civile e denunciare questo signore e la sua testata per danno d’immagine».
Diffamazione e lesa silanità
Vale la pena di avvisare l’istigatore di querele che nei codici del nostro Paese non figura al momento il reato di “lesa silanità”. A voler sottilizzare, sarebbero le parole di Intrieri e vari commentatori al suo seguito ad avere rilevanza penale essendo cariche di diffamazioni e offese. Ma non siamo avvezzi allo sporgere querele. Certo, nel caso ne ricevessimo una replicheremmo con una controdenuncia per lite temeraria, giusto per rivendicare il basilare diritto ad esprimere il nostro punto di vista.
Per il resto è una battaglia impari: da una parte l’eleganza della prosa di Fragale , dall’altra la rozzezza delle parole del suo denigratore, cui è sfuggito il significato reale dell’articolo. Il video del fotografo silano non pare essere stato nemmeno in grado di suscitare l’agognata shit storm: pochi commenti, spesso volgari quanto irrilevanti.
Si rassegnino il fotografo e la sua esigua pattuglia: continueremo a ridere del suo video e a scrivere quel che ci piace.