Istituzioni a porte girevoli, il caso Lamezia: più commissari che sindaci

Nella quarta città della Calabria le autorità sono sottoposte a un turn-over incessante. Dal record di Mascaro, entrato e uscito dal Comune per 4 volte in meno di 6 anni, ai vertici locali del Palazzo di Giustizia, delle forze dell'ordine e anche della Curia

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I sindaci, grazie anche ad una legge elettorale diretta che consente agli elettori di personalizzare la scelta, sono i parafulmini di tutte le problematiche di una città. Ma le istituzioni all’interno dello scacchiere politico cittadino giocano di fatto un ruolo ben più importante. L’autorevolezza di un vescovo, l’efficienza di un procuratore della Repubblica e dei dirigenti dei Carabinieri e della Polizia, rappresentano il vero valore aggiunto di una città “ordinata”.

Il dato storico, fin dalla creazione di Lamezia

Lamezia Terme è un caso significativo di questo assunto, non fosse altro per il fatto che già la sua stessa legge istitutiva venne favorita nell’approvazione dall’amicizia dell’allora vescovo Luisi con Aldo Moro (cit. storico Vincenzo Villella). Le istituzioni sottoposte ad un turn-over incessante, al di là dei meriti di chi occupa certe postazioni essenziali, sono un dato storico che comporta solo effetti negativi. Vediamo.

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Una veduta di Lamezia (alla pagina Facebook Città di Lamezia Terme)

Il recente addio del vescovo

Dopo quasi tre anni, il vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, Giuseppe Schillaci, ha lasciato la città e la comunità religiosa fino ad oggi rappresentata. Arrivato a Lamezia il 6 luglio del 2019, succedendo a Luigi Antonio Cantafora, il 23 aprile ’22 ha salutato tutti per la nuova destinazione di Nicosia. Il suo predecessore Cantafora ha prestato servizio dal 24 gennaio 2004 al 3 maggio 2019. È l’ennesimo turn over di cui fa esperienza Lamezia, una città difficile la cui caratteristica peculiare comincia ad essere questo fenomeno, il continuo avvicendamento nei posti chiave. Sembra quasi che quando qualcuno cominci a capire la città ed entrare dentro le sue problematiche debba o voglia cambiare sede.

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Mons. Giuseppe Schillaci

Dai commissari-burocrati al caos Sacal

In una città sciolta tre volte e alla quale il Ministero degli Interni ha mandato spesso, è ormai storia non cronaca, commissari-burocrati non adeguati (almeno quanto i commissari calabresi alla sanità), il turn over sembra non finire mai. Le istituzioni soffrono di una “conversazione continuamente interrotta” perché gli attori attorno al tavolo cambiano di continuo. La stessa Sacal, l’ente che gestisce gli aeroporti di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone, negli ultimi due anni ha avvertito scosse nella governance e l’ultimo manager Giulio De Metrio si è appena dimesso. Nominato nel luglio 2020, era stato scelto dall’allora presidente della Regione, Jole Santelli, puntando su una figura esterna alla Calabria. Con l’arrivo del nuovo presidente Roberto Occhiuto e i nuovi indirizzi nella gestione della società aeroportuale, però, al posto di De Metrio è stato scelto un nuovo manager, Mario Franchini.

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Gli avvicendamenti nelle forze dell’ordine

Il Tenente Col. Sergio Molinari a settembre 2020 ha assunto il comando del Gruppo Carabinieri di Lamezia Terme subentrando al Ten. Col. Massimo Ribaudo, che si era insediato a fine agosto 2017. A settembre 2020 ha lasciato la città per altro incarico anche il 32enne Pietro Tribuzio, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Lamezia, in città dal settembre 2016. Lo ha sostituito il Maggiore Christian Bruccia, di origini toscane. Un anno dopo, il 24 settembre 2021, viene presentato il maggiore Giuseppe Merola, nuovo comandante del Nucleo investigativo di Lamezia Terme. Il primo dirigente del Commissariato di Polizia di Lamezia Antonino Cannarella arriva l’1 luglio 2021 succedendo al primo dirigente Raffaele Pelliccia designato alla direzione del Commissariato di P.S. di Nola (NA).

Risultati «brillanti» ma poco tempo

A quest’ultimo, che era arrivato a Lamezia da Catanzaro a fine gennaio 2020, il Questore, ha spiegato la stampa, “nel corso di una sobria cerimonia di commiato ha dato atto dei brillanti risultati ottenuti dall’Ufficio nel corso della sua, ancorché breve, permanenza, grazie anche al lavoro egregio svolto da tutto il personale che ha saputo dirigere con dedizione e competenza”. Il 25 settembre 2018 dopo oltre cinque anni alla guida del gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, il tenente colonnello Fabio Bianco ha passato il testimone al tenente colonnello Clemente Crisci. Ad ottobre 2020 il tenente colonnello Luca Pirrera diventa il nuovo comandante del gruppo Guardia di Finanza di Lamezia Terme. Subentra al tenente colonnello Giuseppe Micelli, il quale prosegue nell’incarico di comandante del gruppo tutela entrate del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro.

Tutti amano Lamezia. Ma da lontano

Il 13 dicembre 2016 Salvatore Maria Curcio, Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro, diventa il nuovo Procuratore Facente Funzione presso la Procura di Lamezia, e il 28 giugno del 2017 diventerà il nuovo Procuratore della Repubblica. “Una decisione veramente sofferta per me ma avvenuta per fare spazio alla mia famiglia che troverò a Bologna”. A dirlo un commosso Domenico Prestinenzi nella sua breve cerimonia di commiato, che dopo quattro anni si congeda dalla Procura e dal Tribunale lametino. Al suo posto, sin quando non sarà nominato il sostituto, andrà Luigi Maffia. Prestinenzi ha svolto il suo ruolo a Lamezia dal 2012 ed era subentrato a Salvatore Vitello andato prima a ricoprire il ruolo di vice capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia e poi il ruolo di Procuratore di Siena. Alla guida della procura lametina per tre anni, dal 2009 al 2012, poi vice capo gabinetto al Ministero della Giustizia, poi Procuratore capo a Siena, Salvatore Vitello si sente legato da un vincolo d’affetto alla città di Lamezia, “una città che sente come sua”. Tutti amano Lamezia, ma da lontano.

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Il procuratore Curcio durante una conferenza stampa con i vertici della Guardia di finanza (foto da Lameziainforma.it)

A Lamezia più commissari che sindaci

Intanto la commissione toponomastica insediata dal consiglio comunale, oltre a decidere a chi intitolare la sala consiliare, che oggi si tiene in quella che de facto è la Sala Giorgio Napolitano, dal nome del Presidente che la inaugurò, potrebbe già pensare a come ricordare i nomi dei commissari prefettizi che hanno governato la città tra uno scioglimento e un altro. Dotati di poteri incontrollati essi hanno di fatto amministrato la città, sorta il 4 gennaio 1968, molto più in profondità dei 19 sindaci eletti dal popolo. In tutto sono stati 28, eccoli:

  • Gaetano Fusco e Treno Di Mauro dal 15/11/1968 al 9/10/1970
  • Orfeo Capilupi, Giuseppe Malena, Rocco Carotenuto, Giovanni Lombardo,
    Lucio Messina, dal 30/9/1991 al 21/11/1993
  • Raffaele Milizia, dall’ 8/7/1974 al 1/8/1975
  • Giovanni Manganaro, dal 20/12/1980 al 22/4/1982
  • Corrado Perricone, dal 3/12/1985 all’11/9/1986
  • Sebastiano Cento, Benito Greco, Pietro Lisi, Massimo Nicolò, Dino Mazzorana,
    dal 20/2/2001 al 13/5/2001
  • Sebastiano Cento, Concetta Malacaria, Elena Scalfaro, Giorgio Criscuolo, Paolo
    Pirrone, Mario Tafaro, Giorgio Bartoli, dal 5/11/2002 al 4/4/2005
  • Francesco Alecci, Maria Grazia Colosimo, Desiree D’Ovidio, Rosario Fusaro, dal
    24/11/2017 al 15/10/2021
  • Giuseppe Priolo, Luigi Guerrieri, Antonio Calenda, dal 16/12/2020 sino al 15/10/21

La contesa milionaria tra il Comune e Noto

Basti pensare alla vicenda Icom. Solo nel maggio 2017 con la sentenza della Corte di Cassazione, favorevole per il Comune di Lamezia, si concluse definitivamente la spinosa vicenda contro la società di Floriano Noto sulla mancata realizzazione dell’Outlet Center in via del Progresso, denominato “Borgo Antico”. Una vicenda sorta nei due anni e mezzo tra il 2002 e il 2005 (in cui il team commissariale Criscuolo ed altri aveva amministrato la città) e sfociata nella sentenza di primo grado del dicembre 2013. Conteneva una condanna del Comune di Lamezia a un risarcimento ultramilionario che avrebbe letteralmente decretato il fallimento economico della città, sventato in extremis dal sindaco Speranza. Una storia davvero incredibile riassumibile in poche parole: il terreno oggetto del contenzioso fu venduto dal vecchio proprietario per 50mila euro, ma lo stesso appezzamento venne riacquistato solo un mese dopo dall’ing. Noto per la cifra di 4 milioni e 800 mila. Il terreno era agricolo, per il Prg vigente, non edificabile o lottizzabile, inutilizzabile per altre destinazioni, come mai acquistò così tanto valore in poco tempo?

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L’ex sindaco di Lamezia, Gianni Speranza

La lotta in difesa del Tribunale

L’unica eccezione positiva in questo quadro di turn over incessante è rappresentato da Giovanni Garofalo, il nuovo presidente del Tribunale di Lamezia Terme dal luglio 2021, che ha occupato il posto lasciato nel settembre 2020 da Bruno Brattoli andato in pensione e che era arrivato, da Roma, il 19 settembre 2012. Brattoli è stato alla guida del Tribunale per otto anni e si era insediato nel Palazzo di giustizia lametino in un periodo non facile, perché “si lottava” contro la sua paventata chiusura. L’allora presidente plaudì la forza dimostrata dai lametini, interni o esterni al Tribunale, che ne scongiuravano la chiusura con proteste, sit-in e flash mob. Prima di tutti il futuro sindaco avvocato Paolo Mascaro. Prima di Garofalo a ricoprire le funzioni di presidente f.f. è stata la dottoressa Emma Sonni. Il nuovo presidente Gianni Garofalo proviene dal Tribunale di Cosenza ma ha fatto il giudice al Tribunale lametino dal maggio 1991 all’aprile 2000. La cerimonia di insediamento è avvenuta nell’aula intitolata a Giulio Sandro Garofalo, padre del nuovo presidente.

https://www.ansa.it/calabria/notizie/2021/07/07/giustiziagianni-garofalo-nuovo-presidente-tribunale-lamezia_898d5cfa-a75a-4216-8530-b8f5a877f31c.html

L’alternanza tra Mascaro e… Mascaro

Se l’avvicendamento nei posti chiave delle istituzioni è una costante lametina, non può sorprendere per niente la vicenda Mascaro, il sindaco che i lametini hanno eletto già due volte, nel 2015 e nel 2019, e che però sta amministrando alternandosi con i commissari prefettizi che nominano. Anche al Comune le porte sono girevoli, si entra e si esce come nelle commedie di Georges Feydeau. La prima volta vinse il 31 maggio 2015 sul medico Tommaso Sonni, con oltre 16mila voti e quasi il 60% delle preferenze. Ma già due anni dopo, il 22 novembre 2017, arrivò il definitivo scioglimento dell’Ente per presunte infiltrazioni mafiose emerse in seguito all’operazione antindrangheta “Crisalide” contro le cosche Cerra-TorcasioGualtieri.

L’onta del commissariamento

Sarebbe bastato (adoperando il senno di poi) che nel giugno 2017 (senza aspettare novembre), allorché arrivò la commissione d’accesso al Comune, il sindaco Mascaro si fosse dimesso, obtorto collo e per protesta, per evitare alla città la lunga litania dei commissari. Nel giro di pochi mesi sarebbero state indette nuove elezioni, Mascaro si sarebbe presentato di nuovo e avrebbe ancora vinto facile magari lamentando il solito complotto. Invece no. Prima subisce l’onta (lui e la città) del terzo scioglimento per mafia, e poi comincia a chiedere ragione per via giudiziaria. Tutto lecito ma a spese di una città che resta attonita a guardare.

Il record di entrate e uscite dal Comune

Una prima vittoria di Pirro l’assapora quando il Tar del Lazio il 22 febbraio 2019 annulla lo scioglimento del Comune. “Riscattato l’onore di una città”, esulta su Facebook il sindaco. “Merito di una magistratura che ha combattuto e combatte la criminalità debellandola e sconfiggendola, di una comunità che ha contrastato e contrasta quotidianamente il malaffare, di tante donne e uomini liberi che dedicano e sacrificano, con coraggio e passione, la loro vita per il territorio che amano”. Ma tutto passa perché l’11 aprile la sospensiva accolta dal Consiglio di Stato presentata dall’Avvocatura contro la sentenza del Tar lo costringerà a lasciare per una seconda volta la guida della città. Insomma, una pratica che Mascaro già nel 2017 poteva definire con una dignitosa ritirata “tattica”, pur gridando ai quattro venti la sua estraneità alle vicende accusatorie, si trascina, ai danni della città, sino a metà ottobre 2021. Con un record di entrate e uscite dal Comune per quattro volte in meno di sei anni. Può un’amministrazione comunale calabrese sopravvivere ad un turn-over (o ad uno choc-stress) come questo?

Mascaro festeggia la seconda vittoria elettorale nel dicembre del 2019

La seconda vittoria e il “complotto”

Il “complotto” contro Lamezia, secondo i sostenitori del sindaco, fa registrare la seconda tappa in data 25 novembre 2019. Quando l’avvocato Mascaro batte l’amico Ruggero Pegna con quasi il 70% delle preferenze. È la sua seconda vittoria dopo quella del 2015. A dicembre dello stesso anno i lametini dunque vedono tornare il sindaco per la terza volta in poco più di quattro anni a palazzo Madamme.

Il nuovo stop e a Lamezia tornano i commissari

Ma non è ancora finita perché passa un anno e il 16 dicembre del 2020 il Comune viene nuovamente commissariato. Il Tar dispone infatti la ripetizione del voto in sole 4 sezioni. Allora, mentre si discutevano confusamente i problemi di convalida di qualche consigliere comunale per pregresse posizioni debitorie nei confronti del Comune, nessuno credeva che il ricorso presentato dagli oppositori Massimo Cristiano e Silvio Zizza (M5S) per il riconteggio dei voti potesse essere accolto. E invece le vicende di una scheda ballerina fanno ottenere dal Tar la sentenza che sancisce (sia pure in modo parziale) il riconteggio dei voti in 4 sezioni (su 78). Una sentenza, quella del Tar, confermata a maggio 2021 dal Consiglio di Stato (a cui si era rivolto solo Zizza).

Quattro volte sindaco in meno di sei anni

Niente che in pratica possa sovvertire la vittoria del sindaco Mascaro. Ma è una ulteriore perdita di tempo per consentire il mini turno elettorale, dove si recano a votare (il 3 e 4 ottobre 2021) 1.113 elettori su 2.255 aventi diritto. Trecento giorni dopo lo scioglimento disposto dal Tar per brogli elettorali in 4 sezioni, l’avvocato Paolo Mascaro torna sindaco. È la quarta volta in meno di sei anni, un record. Nel bilancio di fine mandato, il commissario Giuseppe Priolo passando a lui le consegne, ha messo in risalto le “potenzialità di una grande città come Lamezia che per la posizione che occupa e per le infrastrutture dovrebbe essere la capitale della Calabria“. Bontà sua.

Francesco Scoppetta
Scrittore ed ex dirigente scolastico

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