Le immagini boomerang

Il terrore della giovane Noa, rapita da Hamas in Israele, ricorda il volto della "Napalm Girl" del fotografo Nick Ut

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Da un attacco che coglie di sorpresa persino l’intelligence non ci si possono certo aspettare foto da Word Press, al massimo qualche screenshot sgranato difficile da ingrandire. Niente di iconico, se non il terrore disperato sul volto di Noa, ragazza strappata dall’abbraccio del fidanzato e portata via in motocicletta, così uguale alla “Napalm girl” di Nick Ut.

Eppure quelle immagini, per quanto rozze, funzionano, sono il complemento di propaganda necessario al raggiungimento dell’obiettivo di istillare la paura dell’incertezza. Ma anche le formule da manuale per funzionare hanno bisogno dell’esperienza della pratica, e proprio l’eccesso di efficacia di tanta brutalità ne è al tempo stesso la debolezza, finendo per alimentare un sentimento di legittimazione, versione soft dell’idea di taglione, per una reazione di maggiore intensità. Come dire che qualcuno ha sottovalutato l’effetto boomerang che talvolta le immagini portano con sé.
È un anniversario tondo, 20 anni dal 2003 di Davanti al dolore degli altri di Susan Sontag, e “l’età dello shock” si è trasformata nell’epoca dello shock continuo; l’assuefazione ha bisogno di spostare continuamente il limite di ciò che sconvolge, come insegnano le decapitazioni dell’Isis, e pensare fin dove possa arrivare questa escalation fa paura, molta.

Attilio Lauria

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