Onore a Fulvio Gigliotti, campione italiano, forse europeo, di velocità nella carriera universitaria. Chi può competere con lui? A 33 anni, nel 1999, diventa ricercatore di Diritto della Navigazione, una specie di disciplina giuridica che arranca tra serie A e serie B. Poi nel 2000, a due soli anni da inizio carriera, diventa professore associato di Diritto privato, che nella serie A ci sta comoda e legittimamente al primo posto. Infine, approda al traguardo nel 2005. In soli sei anni fa il salto in alto con doppio giro carpiato, occupando la cattedra da ordinario.
Al confronto, è quasi irrilevante il fatto che grazie al M5S – fuori di metafora il senatore Nicola Morra, scopritore di geni incompresi di inarrivabile valore – venga catapultato nel CSM (dove, per inciso, è accolto dal noto Palamara con un’espressione che si può tradurre con «chi cazz’è?»). O che ora presieda una delle commissioni strategiche dell’organo di autogoverno (si fa per dire) dei magistrati. Questo genio del diritto e della velocità è nato, abita e insegna alla Università Magna Graecia di Catanzaro. E, a quanto pare, anche per pubblicare i suoi saggi sicuramente grondanti dottrina a Catanzaro o dintorni è rimasto. Salvo un paio di puntate, si pensa toccata e fuga, a Napoli e addirittura a Milano.
Gigliotti e la “formula Gratteri”
Considerando lo sfascio di molte università, il nepotismo o familismo immorale che vi fa da padrone, scandalizzarsi di tanto genio non è facile. Ma comparando le biografie dei grandi civilisti italiani, Giuseppe Conte e il suo mentore Guido Alpa compresi (che per diventare ordinario ha impiegato 13 anni, più del doppio del succitato Gigliotti) la sorpresa o, per i più benevoli, l’ammirazione per lo spiderman catanzarese resta.
Dato onore al merito – ammesso che sia solo questo alla base del successo di Gigliotti, più qualche kilata di fortuna e qualche patrocinio accademico autorevole – resta una difficoltà di non poco conto.
Come tutti sanno, i giovani calabresi di talento che si sono allontanati dalla Calabria o ne sono stati allontanati sono ormai diverse decine di migliaia. Molti di loro, che in terra natia hanno avuto porte sbattute in faccia, hanno raggiunto posizioni di eccellenza. Qui sovviene quanto ha detto il procuratore Gratteri, gran magistrato e uomo preveggente. Secondo il procuratore, il calabrese che vuole far valere le proprie capacità deve «nascere da un falegname, studiare in Calabria e fuggirne appena possibile». La “formula Gratteri“ vale praticamente per tutti, fatta eccezione naturalmente per Gigliotti professor Fulvio di Catanzaro.