Francesco, il Papa

Nel 2014 Bergoglio giunse in Calabria dove fu accolto con entusiasmo e dove accese la speranza scomunicando la 'ndrangheta e stringendo, tramite i suoi vescovi, un legame con questa terra.

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Nel corso del suo pontificato, Francesco il Papa, al secolo Jorge Mario Bergoglio, ha lasciato un’impronta profonda in molti luoghi del mondo, e la Calabria, terra di fede e di contrasti, non ha fatto eccezione. Il suo rapporto con questa regione del Sud si è manifestato attraverso gesti concreti, parole di speranza e un’attenzione particolare alle sue ferite sociali, come la povertà, la criminalità organizzata e l’emarginazione. Sebbene la sua visita nella nostra terra non sia stata un evento isolato, il suo impatto è stato duraturo, e il suo messaggio ha continuato a risuonare tra i calabresi.

La folla in attesa di Bergoglio nello stadio della cittadina ionica nello stadio

Il Papa a Cassano

Il momento culminante del legame tra Bergoglio e la Calabria fu la sua visita pastorale del 21 giugno 2014, quando si recò a Cassano Ionio. Questo viaggio, uno dei primi del suo pontificato in una regione del Sud, non fu casuale. La Calabria, con le sue bellezze naturali e le sue difficoltà, rappresentava per Francesco un microcosmo delle sfide globali che ha sempre affrontato: l’ingiustizia sociale, la disoccupazione giovanile e l’oppressione della ‘Ndrangheta, una delle mafie più potenti al mondo.
A Cassano, Francesco il Papa celebrò una messa all’aperto davanti a decine di migliaia di visitatori, giunti da ogni angolo della regione. Nel suo discorso, pronunciato con la semplicità e la schiettezza che lo hanno contraddistinto, esortò i calabresi a non cedere alla rassegnazione.

L’arrivo dell’elicottero con a bordo il pontefice

Il cuore senza speranza della Calabria

“La Calabria ha un cuore grande, ma ha bisogno di speranza”, disse, sottolineando l’importanza di costruire una comunità basata sulla giustizia e sulla solidarietà. Rivolgendosi ai giovani, li incoraggiò a essere protagonisti del cambiamento, a non emigrare in cerca di un futuro migliore, ma a restare per trasformare la loro terra.
Uno dei momenti più significativi della visita fu il suo incontro con i detenuti del carcere di Castrovillari. Bergoglio, che ha sempre posto l’attenzione sugli ultimi, parlò con loro come un padre, ascoltando le loro storie e offrendo parole di conforto. “Nessuno è escluso dalla misericordia di Dio”, dichiarò, invitandoli a non perdere la dignità nonostante gli errori commessi. Questo gesto toccò profondamente la comunità locale, mostrando un Papa vicino a chi vive ai margini.

Un gruppo di Papa Boys

La scomunica della ‘ndrangheta

Ma il messaggio più forte di quella giornata fu la sua condanna senza mezzi termini della ‘Ndrangheta. Durante l’omelia, Francesco il Papa, non esitò a definire la mafia “un’adorazione del male” e scomunicò simbolicamente i suoi membri, un atto senza precedenti nella storia della Chiesa. “Chi segue la via del male, come fanno i mafiosi, non è in comunione con Dio”, tuonò, suscitando un’eco che si propagò ben oltre i confini calabresi. Questo discorso fu un richiamo alla responsabilità collettiva, un invito alla Chiesa e alla società civile a combattere la criminalità organizzata non solo con la repressione, ma con l’educazione, il lavoro e la fede.

Il legame con la Calabria

Oltre alla visita del 2014, Bergoglio mantenne un rapporto indiretto ma costante con la Calabria attraverso i suoi appelli e le sue nomine. Sostenne, ad esempio, l’opera di vescovi come Monsignor Francesco Savino, che portarono avanti la sua visione di una Chiesa “in uscita”, impegnata nelle periferie e contro le ingiustizie. Inoltre, in diverse occasioni, Francesco fece riferimento alla Calabria come esempio di resilienza, lodando la devozione popolare e il ruolo delle tradizioni religiose, come il culto della Madonna di Polsi, pur invitando a purificarle da ogni infiltrazione mafiosa.

Il calore con cui i cittadini di Cassano allo Jonio accolsero il Papa

La festa dei calabresi per la sua visita

La Calabria, da parte sua, accolse Francesco con un calore straordinario. Le strade di Cassano furono addobbate a festa, e le famiglie si riunirono per accoglierlo, vedendo in lui non solo il Papa, ma un uomo capace di comprendere le loro difficoltà. Ancora oggi, nelle chiese e nelle piazze calabresi, si ricorda quel 21 giugno come un giorno di luce in una regione spesso segnata dall’ombra.
In conclusione, il rapporto Francesco il Papa e la Calabria fu caratterizzato da un dialogo intenso, fatto di gesti simbolici e parole che hanno scosso le coscienze. La sua visita a Cassano Ionio non fu solo un evento, ma un seme piantato in una terra assetata di speranza. Anche se il tempo è passato, il suo invito a costruire una Calabria più giusta e solidale rimane un faro per chi crede nel riscatto di questa regione.

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