Cosenza, Caruso tra i Montecchi e i Capuleti di via Roma

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Il sindaco di Cosenza tra i tanti impegni che ha preso nel corso della campagna elettorale e che al momento non dubitiamo vorrà mantenere ce ne è uno che è particolarmente apprezzabile. Franz Caruso ha promesso che «si porrà in ascolto» dei cittadini, delle loro proposte e delle loro critiche.
È un impegno gravoso perché l’ascolto, che è sempre meritorio ed utile, riesce però molto difficile quando le voci dei cittadini non si armonizzano in una polifonia ma degradano nella cacofonia, cioè una mescolanza di parole urlate, no e si che si muovono come monadi cangianti.

Il sindaco, che è uomo di parola sino a prova contraria, credo stia riflettendo su quanto difficile sia fare, realizzare, mettere i piedi in terra anziché nell’empireo delle parole vuote già in questi primi giorni dall’insediamento, quando neppure la giunta è stata formata e mancano le deleghe attribuite a ciascuno dei suoi membri.

Montecchi e Capuleti cosentini

Si è aperta la solita rissa, solo dialettica per fortuna. Da un lato i “Montecchi cosentini” che vogliono vedere aperta al traffico la via Roma ribattezzata Misasi per evitare uno dei molteplici ingorghi che strozzano la mobilita cittadina. Dall’altro i “Capuleti” (sempre nativi) che vogliono che l’area pedonale, promossa dai genitori dei bambini e ragazzi delle scuole che la circondano al rango “di area della socialità”, non venga violata dallo stridore dei pneumatici e dalle marmitte fumanti delle auto.

Ora, se ascolto è stato promesso, ascolto deve essere. Ma, posto che gli amici delle auto e quelli della socialità infantile hanno in astratto pari dignità, come può regolarsi il sindaco senza scontentare nessuno? E, soprattutto, senza iniziare la propria sindacatura mancando forse il primo, anche se non il più importante, degli impegni assunti con la città?

A via Roma il bis di viale Mancini?

La politica è l’arte del compromesso e auspicabilmente alla fine una soluzione si troverà. Ma la vocazione diffusa – non solo a Cosenza, ma certo anche a Cosenza – a fare i bastian contrari a prescindere minaccia la serenità e la fedeltà alla coerenza di Caruso.
È facile prevedere che la dissonanza di voci ed opinioni si replicherà con viale Mancini e il cosiddetto Parco del benessere. Anche lì incombe la polemica tra chi lo immagina come una area bucolica nel cuore della città – ancorché accompagnata da palazzoni di poco fascino, officine ferroviarie dismesse e altro ciarpame indifferenziato – e chi lo sogna come un clone di un tratto autostradale.

C’è stato già un precedente, non il solo a dire il vero, con la cosiddetta metropolitana leggera Cosenza-Rende-Unical, più prosaicamente un tram come ce ne ne sono in tante città grandi e medio piccole, Sassari e Messina ad esempio. In quel caso il favore iniziale per l’opera si è presto trasformato nel suo contrario. E siccome nella narrazione dell’ex sindaco Occhiuto a prevalere c’è sempre stato un eccesso di enfasi e grandeur in virtù delle quali il “biondo Crati” se la batteva con la meno bionda Senna, gli oppositori si sono autonominati “no metro“ o “no tram”

Sì, no, forse

Nel caso citato verrebbe quasi da apprezzare la “”flessibilità” di Occhiuto e la pari volubilità dei giudizi, suoi e degli elettori. Ad aprile 2011, l’ancora semplice architetto Occhiuto da fan del tram declama in campagna elettorale: «Intendiamo affiancarci al progetto che sta portando avanti la Regione per la metropolitana leggera». E i cosentini lo premiano eleggendolo loro primo cittadino

A due mesi di distanza il neo sindaco Occhiuto compie un’inversione ad U: «L’opera in progetto localizzata su viale Parco inciderebbe negativamente  sia su questa importante infrastruttura urbana sia sul processo di recupero e integrazione del quartiere di via Popilia, scrive a Scopelliti, allora presidente della Regione. Poi una delibera di consiglio nuovamente in favore della metro sul viale e una raccolta firme anti metro a ridosso delle elezioni 2016. Ci fermiamo qui perché sapete come è finita: nuovo sì convinto di Occhiuto al tram, quasi occultato però dal futuribile Parco del benessere. Ma troppo tardi perché nel frattempo Oliverio e soci si sono raffreddati sul tram, divenuto solo dei desideri.

Coerenza o meno?

In conclusione il sindaco Caruso può mantenere fede al suo impegno su via Roma- e sarebbe apprezzabile come metodo, più che nel merito – o ispirarsi ad Oscar Wilde che scrisse profeticamente che «la coerenza è l’ultimo rifugio delle persone prive di immaginazione». La copertura di un grande intellettuale fa fico. E, soprattutto, comodo.

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