«Commissari alla Sanità? Clientela calabrese gestita dal Ministero»

Il pubblico che arranca e il privato morde, la pandemia non si ferma, i fallimenti della politica e i piccoli ospedali. Il j'accuse del presidente dell'Ordine dei medici di Cosenza intervistato dal direttore de I Calabresi, Franco Pellegrini

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«I piccoli ospedali chiusi non dovrebbero essere riaperti». Suonano paradossali le parole del presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza, Eugenio Corcioni, intervistato dal direttore de I Calabresi, Franco Pellegrini. Strane, perché arrivano nei giorni in cui alcuni presidi sanitari soppressi, compreso quello di Cariati, tornano ad essere operativi per combattere il Covid. Il virus corre e morde.

Pandemia e sistema sanitario

La pandemia ha trovato in Calabria un sistema sanitario in condizioni già di per sé pietose. Per due ragioni, sostiene Corcioni. Innanzitutto «un’offerta incongrua e inappropriata con ospedaletti sparsi nella nostra difficile regione». Poi «40 anni di politica distruttiva nel settore».

Generare voti e clientele

La medicina territoriale non se la passa benissimo quasi ovunque in Italia. Comparto strategico dove c’è ancora oggi un «marcatissimo interesse per generare voti e clientele». Corcioni, dopo la legnata, suggerisce un percorso: «Ripartire dai concorsi». Su «scala nazionale come un tempo, con 7 prove scritte e orali».

Il Pnrr non risolverà tutti i problemi

Il Pnrr non basta. Serve chiedersi: «quale modello assistenziale si vuole costruire, quale personale utilizzare, come organizzare? Come fare i concorsi?». Di certo la posizione di Corcioni sull’edilizia sanitaria è chiara: «Ristrutturare i piccoli nosocomi conviene a chi fa i lavori». Al contrario, pensa sia necessario costruire, e in tutta fretta, il nuovo ospedale di Cosenza: «Da ubicare vicino all’Università della Calabria, in una zona strategica e raggiungibile, perché deve servire tutta la provincia, non una sola città». Boccia, quindi, le idee di chi vuole edificare la nuova Annunziata partendo dal vecchio sito (l’ex sindaco Mario Occhiuto). E al contempo mostra una forte contrarietà verso il progetto caro al centrosinistra cosentino “stregato” dal sito di Vaglio Lise.

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Striscioni di protesta davanti all’ospedale di Cariati (foto Alfonso Bombini)

Sanità privata, soldi pubblici

«Non esiste la Sanità privata in Calabria, nemmeno in Italia». Corcioni precisa: «Salvo qualcosa in alcune città come Roma e Milano e per prestazioni fuori dai Lea (Livelli essenziali di assistenza)». In realtà è una «una gestione privata ma con soldi pubblici, tutta un’altra cosa». La solita regola del capitalismo italiano, dalle Pmi alle grandi imprese: abbeverarsi alle mammelle del settore pubblico.

Privati e famelici

Per Corcioni il problema della sanità privata è la gestione: «Non possiamo prendercela con chi esercita un suo diritto». Semmai «la responsabilità è del pubblico che ha il potere e il dovere di programmare, individuare e controllare».
Ma se diventa orientabile e condizionabile, soprattutto in una regione come la nostra, favorisce le grandi famiglie della sanita cosiddetta privata. Che muovono un sacco di voti.

La girandola dei commissari alla Sanità

Nel variegato mondo dei commissari al Piano rientro sanitario in Calabria, Corcioni opera delle distinzioni: «Quelli non eletti dal popolo e quelli osteggiati dalla politica». Si riferisce a Scura. Che non ha avuto un rapporto proprio idilliaco con l’ex presidente della Regione, Mario Oliverio. Corcioni, si capisce, salva solo Scura.
In generale i commissari sono persone «venute quaggiù per avere una piccolo budget in pensione e una piccola carica onorifica». Il presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza definisce il loro operato «un disastro totale». La colpa «è di chi li ha inviati». Al fondo è sempre la politica a volere che non funzioni il sistema: «Con la gestione commissariale può fare quel che vuole». Uno «sport troppo facile prendersela con persone inadeguate al ruolo». Invece, nel grande capitolo della sanità commissariata Corcioni chiama in causa il ruolo del ministero della Sanità che «ha gestito la clientela cosentina e calabrese nelle poche cose che contavano».

E adesso? Corcioni promuove i i primi passi del neo presidente della Regione e commissario alla sanità, Roberto Occhiuto. Perché? «Ha chiesto la redistribuzione dei soldi nella conferenza Stato-Regioni, qui si decide il budget». Senza soldi non si cantano messe, ma non si fa nemmeno buona sanità.

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