«La proposta è seria, il gruppo solido e presente nel mondo del calcio da anni, dove opera come fondo d’investimento. Le polemiche? Ne so poco, certo quando ho accettato il mandato della Devetia Limited ho chiarito le cose: se volete che sia io a gestire questa vicenda, devo gestirla a modo mio». Torna sotto i riflettori della cronaca l’interessamento di Oleg Patakarcishvili e del suo gruppo ucraino per le sorti del Cosenza.
Usmanov scompare, resta Patakarcishvili
Leopoldo Marchese, l’avvocato che ha inoltrato alla società di Guarascio una formale richiesta di trattativa d’acquisto, è il professionista a cui è stato commissionato l’incarico di portare avanti la trattativa. Una trattativa che, dal mese di dicembre, si rincorre tra voci impazzite, smentite sdegnate e video dal sapore demenziale. E mentre la giostra riparte – con la squadra impantanata nei bassifondi della classifica e pronta ad un nuovo ribaltone in panchina dopo l’esonero di Occhiuzzi – un po’ di quella nebbia che aveva sepolto l’intera vicenda comincia a diradarsi.
«Non so niente di Usmanov. Io ho accettato il mandato a trattare dal gruppo del signor Patakarcishvili che da quanto so non ha nulla a che fare con l’oligarca». Dal canto suo, il magnate uzbeko, raggiunto dalle voci che da mesi lo accostano alla società rossoblu, ha smentito ieri ogni interessamento «al club specificato o altro club in Italia», ridimensionando lo strano risiko di interessi internazionali che aveva circondato il primo tempo di questo strano film.
Dodici milioni: offerti o richiesti?
In campo ora, resta ufficialmente solo la Devetia, con la sua storia di acquisizioni societarie eccellenti e cessioni altrettanto rumorose. «È troppo presto per parlare di cifre – dice ancora l’avvocato Marchese – prima di tutto bisogna vedere le carte del club. Serve una due diligence prima di qualsiasi altra cosa: le persone che rappresento devono capire la situazione finanziaria reale della società, poi potremo sederci e parlare di cifre. Da quanto è a mia conoscenza, le voci riguardo ai 12 milioni circolate nei mesi scorsi, dovrebbero riferirsi a quanto richiesto dal Cosenza. Ma io non mi occupavo ancora della trattativa, ripartiamo da zero».
Il circo
La partenza di questa seconda fase della trattativa per l’acquisizione del Cosenza Calcio, sembra quindi avere rinunciato alle stranezze che ne hanno caratterizzato gli albori. Scomparsi i link “manomessi” che parlavano di improbabili processi in Ucraina a carico del presidente Guarascio e quelli dei precedenti rapporti economici tra lo stesso “re dei rifiuti” e la Devetia ai tempi dell’investimento sulla squadra brasiliana del Corinthians.
Tornato ai suoi incarichi sportivi nel gruppo Devetia, anche il “beckettiano” Fernando Vela, autore di una serie di compulsivi video su Youtube dove si districava tra surreali tutorial sul mondo del calcio e degli investimenti e non richiesti “consigli” (de)piliferi ai giornalisti. «Pensiamo a quelli come periodi bui – dice ancora l’avvocato – e poi lo sappiamo come sono fatti questi russi. Sono impulsivi, si accendono subito. Ora però sono io a gestire le cose e non ci saranno altri video né altre dichiarazioni azzardate».
Cosenza, la palla passa da Devetia a Guarascio
Compiuto quindi il primo passo ufficiale con l’invio della mail certificata con la dichiarazione d’interesse, la palla ora passa alla dirigenza rossoblu, chiamata a rispondere alle sollecitazioni arrivate dal fondo d’investimento ucraino. «Questo è un gruppo serio, con grosse disponibilità finanziarie. Hanno interessi in Calabria e hanno veramente intenzione di rilevare il Cosenza. Ma prima bisogna vedere le carte. Aspettiamo una risposta dalla dirigenza che ancora non è arrivata, anche se bisogna dire che è passato ancora pochissimo tempo. Poi cominceremo a guardarci attorno».
Il Piano B
La prima scelta resta quindi il Cosenza, ma non è l’unica: se Guarascio dovesse rispondere picche infatti, gli interessi del gruppo potrebbero indirizzarsi dal Cosenza verso un’altra realtà calcistica calabrese. La Vibonese sembra purtroppo destinata a tornare tra i semi-pro della Lega D. Quindi la rosa si restringerebbe alle altre “tre sorelle” del mondo della pedata regionale. «Il costo più alto? – chiosa Marchese – non sarebbe un ostacolo, il gruppo non ha problemi di denaro».