«Cinquemila euro tra prosciutti, soppressate, caciocavallo e ogni sera una cena nella tavernetta di casa mia. Così, sono stato eletto». Le parole soddisfatte pronunciate nell’era Loiero da Salvatore Magarò, ex consigliere regionale, hanno fatto storia. Difficile emularlo oggi, vuoi per il Covid, vuoi per una campagna elettorale al “sapore di sale”.
Il 3 e 4 ottobre prossimi si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale e gli aspiranti candidati hanno iniziato a farsi i conti in tasca e a cercare sponsor. Soprattutto i consiglieri uscenti, in carica da appena un anno e mezzo. Troppo alto il rischio di investire risorse senza centrare l’obiettivo: una poltrona in aula Fortugno, che vale dai 12mila ai 18mila euro al mese.
Web e nostalgia
Da più di dieci anni anni la campagna elettorale viaggia anche sul web, sui social network in particolare, con Facebook che la fa da padrone. Dopotutto, ormai chi non ha almeno un profilo Fb? Gli elettori sono a portata di clic, ma non sempre gratis.
La sponsorizzazione dei contenuti è diventata prassi: si sceglie l’area d’interesse, il numero di utenti da raggiungere magari indicando sesso, età e orientamento politico. Si decide il budget e via. Anche dieci euro su un singolo post permettono di raggiungere numeri virtuali inaspettati.
Per i nostalgici della comunicazione elettorale, invece, ci sono sempre i mezzi tradizionali. E via libera allora a vele, cartelloni 6×3, manifesti, santini, pieghevoli, pubblicità su radio, giornali e spot tv. I costi sono variabili. Un 6X3 con affissione quindicinale costa, per ogni postazione, da 150 ai 250 euro, comprensiva di stampa e affissione, costo maggiorato di circa 50 euro se le grafiche sono a carico dell’agenzia. Ma se si vuol vedere il proprio faccione a dimensioni maxi, bisogna affrettarsi. Il 6×3 può essere affisso sino a 40 giorni prima dalla data delle elezioni.
Pochi temerari tenteranno l’impresa, basti pensare che a un mese e mezzo dalle elezioni ancora non si ha certezza sui candidati alla presidenza, figurarsi dei consiglieri e delle liste.

I più sceglieranno i classici manifesti 70×100 (a soli 0,30 centesimi l’uno), le vele che potranno essere fisse (50 euro a giorno) o in movimento (100 euro per percorrere 100 km). Ma la carta è carta. E mentre i volti dei candidati invaderanno l’etere, le chat di Whatsapp, le stories di Instagram, saremo inondati di santini (1000 pezzi a 30 euro), fac simile (sino a 0,11 centesimi per pezzo), cartoline (0,50 centesimi cadauna), pieghevoli (140 euro per duemila pezzi).
I più avveduti penseranno anche alle pubblicità su giornali, riviste, siti on line, spot radio e tv. Anche se l’ultima frontiera è la pubblicità sui cartelloni a led: passaggi di 15 secondi più volte al giorno. Costi personalizzati.
Giuro che è così
Al termine della campagna elettorale, il consigliere eletto dovrà presentare entro tre mesi dall’elezioni un rendiconto obbligatorio (art.7. comma 6, legge 10 dicembre 1993 n. 515) nel quale dettagliare il più possibile gli eventuali contributi ricevuti e le spese sostenute nel corso della campagna elettorale. La normativa (legge 43/95, art .5. comma 1) impone un limite di spesa ad ogni candidato consigliere pari a 38.802,85 euro più 0,0061 euro per ogni cittadino residente nella Circoscrizione. Equivalgono a 4.357 euro in più per la provincia di Cosenza, 3250 per Reggio Calabria, 4346 euro per l’area centrale.
In caso di mancata comunicazione, le sanzioni saranno severe: sino al pagamento del triplo dell’importo non dichiarato e l’interdizione temporanea dai pubblici uffici.
Il Collegio regionale di garanzia elettorale può comminare una multa anche per chi sfora il tetto di spesa con una ammenda sino al doppio dell’importo non comunicato e l’eventuale decadenza dalla carica.
Ma come non fidarsi di un consigliere eletto che nel modello di rendicontazione firma tale dichiarazione: «Sul mio onore affermo che la dichiarazione concernente le spese sostenute e le obbligazioni assunte per la propaganda elettorale corrisponde al vero».
2014, spese al limite
Pino Gentile per essere rieletto nel 2014 ha speso quanto la candidata alla carica presidenziale Wanda Ferro, poco meno di 30mila euro.
Al limite della spesa, il suo ex discepolo Giuseppe Graziano. Sfiora i 39mila euro, anche se è l’unico candidato a inserire nel rendiconto delle spese elettorali i nominativi e gli importi ricevuti dai finanziatori: 39mila euro di contributi a fronte di 38.500 di spese. Oltre a diversi sostenitori, emerge l’azienda Consulecos di Bisignano, da anni impiegata nell’erogazione di servizi ambientali tra cui la depurazione delle acque che investe 5.000 euro sul candidato di Rossano.

Due, invece, le società di depurazione tra gli sponsor del consigliere regionale Giuseppe Aieta: Giseco srl e Smeco Srl. Versano 5000 euro ciascuna sul conto del mandatario elettorale, che beneficia anche dei contributi di due società romane, la Arbela srl e la Essevu spa, quest’ultima leader nel settore delle bomboniere.

A Carlo Guccione primo degli eletti con 14797 preferenze è bastato 1,78 euro di investimento ad elettore per stravincere. Giuseppe Giudiceandrea, nonostante abbia usufruito del comodato d’uso gratuito della sede elettorale, nel 2014 ha chiuso la sua campagna elettorale con un debito di 4600 euro. Bilancio positivo invece per Nicola Irto. Sebbene le 12mila preferenze ha chiuso il suo percorso verso palazzo Campanella con un avanzo di novemila euro: 29mila euro di finanziamenti e appena 18.900 di spese.
Per avere lo stesso risultato in termini di consenso Giuseppe Scalzo ha investito invece 28.770 euro. Male la campagna di propaganda di Giuseppe Mangialavori che ha sborsato 25mila euro per raggranellare appena 7.200 voti. Proporzione sfavorevole anche per Arturo Bova che entra in Consiglio con appena 2.924 voti a fronte di un investimento di 12mila euro.
2020, pochi Paperoni e campagna più costosa
Nel 2020 sono pochi i consiglieri che hanno investito più di 30mila euro. A fronte dei 290mila euro complessivi di spese dichiarate dagli eletti, è Flora Sculco ad aver speso di più con ben 31.398 euro.
Una cifra monstre se si pensa che Marcello Anastasi è stato eletto spendendo appena 1.300 euro. Certo, la differenza si vede nel consenso. La dama crotonese ha preso 6.000 preferenze, mentre il callipiano appena 1.000 incassando lo stesso risultato: entrambi sono risultati eletti in Consiglio nelle fila della minoranza.
Sceglie la via della morigeratezza per la sua seconda campagna elettorale anche Giuseppe Graziano, che spende poco meno di 7.000 euro.
Drastica riduzione anche per Guccione che ottiene lo stesso risultato numerico di Graziano ma a fronte di meno della metà di quanto speso nella competizione precedente, 12.800 euro. Il sindaco di Orsomarso, Antonio De Caprio, spende e spande, ma con 12mila euro di investimento in propaganda elettorale ottiene appena 4mila voti.
Saldo negativo per i due consiglieri del centrodestra Luca Morrone e Pietro Molinaro. Per l’ex presidente del consiglio comunale di Cosenza la campagna elettorale si chiude con un meno 15mila euro. Tra i creditori tre agenzie di affissioni e comunicazione. Stessa tipologia di debito per l’ex presidente della Coldiretti, ma entità ridotta di oltre due terzi.

L’attesa ripagata
Tuttavia, c’è chi non si lamenta di lavorare a perdere durante la campagna elettorale, come è accaduto alla Spot Channel, tipografia storica del Partito Democratico e del già presidente Mario Oliverio. L’attesa alla fine viene ripagata. Tant’è che per due annualità 2016/2017 ha vinto il Bando Cultura per il progetto Transumanze del valore di 108.428 euro. Ma non è tutto: negli anni della presidenza Oliverio, Spot Channel si è aggiudicata anche diversi eventi di promozione, un progetto di comunicazione del Corap di 20mila euro e il progetto Rosso Calabria, dedicato alla promozione del vino. Spot Channel gode di buoni uffici anche con la presidenza Spirlì, sarà che a capo del dipartimento Agricoltura c’è il sempreverde Giovinazzo.

Tra i tanti provvedimenti licenziati dal dipartimento da lui diretto c’è il Programma di sviluppo rurale della Calabria 2014/2020. La campagna di comunicazione pubblicitaria e attività convegnistica relativa al PSR Calabria 2014-2020 , con importo a base d’asta di euro 120.000, è stata avviata con decreto 6884 del 02/07/2021 a contrarre attraverso il Mepa (Mercato elettronico della Pubblica amministrazione). Invitate una ventina di ditte, al 9 luglio 2021 è pervenuta la proposta di Spot Channel di Arci Angelo & C. sas di Rende (CS) – l’avviso non specifica se sia l’unica arrivata – alla quale viene aggiudicato il servizio per l’importo di euro 118.500 oltre Iva come da decreto dirigenziale 7819 del 28/07/2021.
Lo strano caso di Frank Santacroce
Frank Santacroce approda in consiglio regionale il 6 luglio 2020 subentrando a Domenico Tallini, coinvolto in una procedimento giudiziario. Anche lui, poco dopo, sarà indagato per rivelazione di segreto d’ufficio in concorso in merito a un’inchiesta sulle cosche di San Leonardo di Cutro.
Ebbene, Santacroce ottiene 4.920 voti nelle fila di Forza Italia, ma nel rendiconto finanziario ha dichiarato di aver ricevuto zero euro di finanziamenti e di aver effettuato zero euro di spese. Peccato che sulla rete e nelle diverse manifestazioni pubbliche organizzate si contino diversi manifesti e passaggi elettorali. Chissà chi avrà pagato…

Il record di Sainato
Raffaele Sainato diventa consigliere regionale con 3.897 preferenze. Un vero record se si pensa che per la campagna elettorale ha speso appena 1.424 euro e che l’ex sindaco di Locri è stato da poco indagato per scambio politico mafioso insieme a Nicola Paris, cugino di primo grado del più noto consigliere regionale Nicola Irto.
Flora Sculco regina di sponsor
Flora Sculco è tra i consiglieri eletti una di quelli che investe moltissime risorse in propaganda elettorale. Dopotutto è tra i candidati che ricevono maggiori finanziamenti.
Tra i suoi principali supporter si annoverano nel 2014 imprenditori della sanità privata, società di autotrasporti, imprese edili del territorio e la sempre ricorrente Consuleco.
Nel 2020 i contributi si dimezzano, passando da 38mila e 19.500 euro. Ma il main sponsor Marrelli Hospital resta (7.000 euro) e a fargli compagnia si aggiunge l’azienda agricola Le Verdi Praterie Agricole.

Due mandati, costi diversi
Otto sono i consiglieri eletti e poi riconfermati nelle ultime due competizioni elettorali: Aieta, Arruzzolo, Bevacqua, Guccione, Irto, Neri, Sculco, Tallini. Ad essi si aggiungono, a modo loro, Ennio Morrone nel 2014 e il figlio Luca nel 2020.
Giuseppe Neri è un caso a sé:in entrambe le competizioni si è trovato eletto con la coalizione vincente e ha speso pressoché lo stesso importo 4.850 euro (2014) e 4.299 euro (2020).
La spesa per la propaganda elettorale, però, è generalmente maggiore quando il candidato consigliere mira a uno scranno in maggioranza e inferiore quando sa, per la legge dell’alternanza che governa la Regione Calabria, che andrà tra le fila della minoranza.
Fanno eccezione Tallini, che ha speso 7.200 euro nel 2014 e appena 4.473 euro nel 2020, e Mimmo Bevacqua. Il democrat ha investito di più (13.450 euro) nel 2020 – forse per paura di non riuscire ad entrare in Consiglio – e meno nel 2014 (8.748 euro).

Le voci di spesa
Nella compilazione del rendiconto, la maggioranza dei consiglieri sceglie, tra le tante disponibili, quasi sempre un’unica voce di costo: materiale di propaganda elettorale.
Mettendo sempre zero euro a tutte le altre voci previste.
Non poco imbarazzo, dunque, nel leggere il report di Domenico Creazzo. Dichiara di aver speso 4mila euro per la realizzazione di materiali elettorali e 3.600 euro di carburante per propaganda elettorale. Ma neanche un centesimo per la distribuzione del materiale elettorale. Ad eccezione di Carlo Guccione, tutti dichiarano zero euro per spese di personale: sarà che il volontariato da campagna elettorale viene ripagato una volta superato l’ostacolo con le ricche retribuzioni da portaborse e consulenti.