di Tommaso Scicchitano
Dalla terra aspra e generosa di Calabria, emerge la figura di un cardinale il cui percorso è intriso di umanità e vicinanza agli ultimi: Domenico Battaglia. Nato a Satriano, in provincia di Catanzaro, “Mimmo” per chi lo conosce bene, ha saputo tradurre le sfide e la profondità del Sud Italia in un ministero radicato nella concretezza e nell’ascolto. La sua formazione nel seminario regionale di Catanzaro non lo ha allontanato dalla sua gente, ma lo ha preparato ad affrontarne le realtà complesse, dalla povertà all’emarginazione. Questo legame indissolubile con la sua terra d’origine ha forgiato in lui l’identità di “prete di strada”, un pastore che non teme di sporcarsi le mani per stare accanto a chi soffre.

Il prete di strada diventato cardinale
Per oltre vent’anni, Don Mimmo ha guidato il Centro Calabrese di Solidarietà di Catanzaro, un faro di speranza per persone affette da dipendenze. Questa lunga esperienza sul campo non è rimasta confinata ai soli confini regionali, ma lo ha portato a presiedere la Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche, dimostrando capacità di leadership e una visione ampia sui temi del disagio sociale. Le sue riflessioni, raccolte in libri dai titoli evocativi come “I poveri hanno sempre ragione”, testimoniano una teologia vissuta, nata dall’incontro autentico con le ferite dell’umanità. È una prospettiva che si allinea perfettamente con l’ideale di una “Chiesa povera per i poveri” promosso da Papa Francesco.
L’elevazione episcopale lo ha visto prima alla guida della diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti e successivamente promosso alla prestigiosa sede metropolitana di Napoli. Questo passaggio ha rappresentato un riconoscimento della sua statura pastorale e della sua capacità di gestire realtà complesse, portando il suo approccio di “prete di strada” in una delle più grandi e vivaci diocesi italiane. La nomina a Napoli, sede tradizionalmente cardinalizia, ha anticipato la sua creazione a Cardinale.

L’ultimo cardinale creato da Papa Francesco
Papa Francesco lo ha voluto Cardinale nel Concistoro del 7 dicembre 2024, un gesto che assume un valore simbolico particolare, essendo stato l’ultimo cardinale creato dal Pontefice scomparso. Questa scelta non appare casuale, ma un’ultima, forte indicazione di Papa Francesco sulla direzione che egli auspicava per la Chiesa: una Chiesa vicina agli ultimi, in uscita, capace di parlare con la vita prima ancora che con le parole.
Ora, Cardinale elettore, Domenico Battaglia entra in conclave portando con sé il profumo della sua terra, l’eco delle voci degli emarginati incontrati lungo il cammino, e la saggezza maturata in anni di servizio pastorale nelle periferie. Il suo profilo, forse meno legato ai palazzi vaticani e più alle strade del Sud, lo rende una figura interessante nel dibattito pre-conclave. Alcuni lo indicano come un possibile “outsider”, un candidato capace di assicurare una continuità con le priorità pastorali del pontificato francescano.

La cifra del suo ministero è stata quella dell’impegno sociale
La sua voce in conclave sarà quella di un pastore che ha fatto della prossimità e dell’impegno sociale la cifra del suo ministero, un testimone autentico di una Chiesa che si vuole “ospedale da campo”. Indipendentemente dall’esito, la presenza di un cardinale come Battaglia assicura che le istanze delle periferie e la visione di una Chiesa incarnata nella realtà del Sud Italia saranno al centro del discernimento che porterà all’elezione del prossimo successore di Pietro.