Comunque vada a finire, dello scontro sulla riapertura di via Roma in Misasi a Cosenza la vera vittima, più che bambini, residenti o commercianti, rischia di essere il senso del ridicolo. Resteranno agli annali i dettagli più coloriti, a partire da quelli – colorati – dei cartelli affissi alle recinzioni del cantiere dai soldatini in trincea per difendersi dal ritorno dalle auto promesso da Franz Caruso già in campagna elettorale. Quei «Sindaco pelato», la versione petalosa (pelatosa?) del più goliardico nomignolo Cap’i lampadina toccato in sorte a un suo recente predecessore in altri tempi, e qualche parolaccia extra – in cui si avverte l’improvvido zampino di qualche meno maturo ma più adulto suggeritore – sarebbero da liquidare con un sorriso.
Scontri di piazzetta a via Roma
Certo, i bambini le parolacce è meglio le evitino finché possono. Ma da qui ai comunicati ufficiali di qualche consigliere comunale per censurare l’episodio ce ne corre. Eppure è successo. Così come è successo che il sindaco socialista e di vedute storicamente ampie quanto la sua calvizie abbia chiesto la rimozione del dirigente scolastico Massimo Ciglio, reo di aver profanato il cantiere ancora inattivo per una simbolica difesa della piazzetta della discordia.
La piega presa dalla disfida tra il preside barricadero, volto storico della sinistra cosentina, e il primo cittadino ricorda un po’ la Prima repubblica. Solo che i comunisti che mangiavano i bambini ora li vogliono addirittura far correre in libertà indurendone la carne. Mentre i socialisti, gaudenti per antonomasia della gauche italiana di un tempo, oppongono al divertimento il ritorno di un più austero cemento. Grande è la confusione sotto il cielo.
Lo scivolone di Caruso
Sorgerà il sol dell’avvenire riaprendo quei pochi metri di via Roma o tramonterà? O, ancora, forse le nuvole che lo hanno sempre coperto resteranno i bipartisan genitori fraccomodi che nel trafficatissimo orario di uscita delle scuole si piazzano beati in terza fila pur di evitare quattro passi in più con i diletti pargoli? Giusto nel frattempo lamentarsi dello scivolone di Caruso, come hanno fatto i docenti della scuola solidali col dirigente e molti cittadini che magari lo hanno pure votato perché via Roma la vorrebbero riaperta. O perché erano stufi delle accuse di lesa maestà con cui Palazzo dei Bruzi ha respinto negli scorsi dieci anni ogni critica e si sperava divenissero un ricordo.
A gongolare probabilmente è proprio il sindaco uscente Mario Occhiuto, artefice della piazzetta, che, dopo aver incassato nei giorni scorsi l’assoluzione da un corposo danno erariale attribuitogli, ora si starà godendo gli avversari di un tempo che prendono le parti di una sua creatura. E con una passione che negli anni scorsi non si è vista nell’invocare il ripristino dell’agibilità nella palestra della stessa scuola ribelle.
Con quello forse, non ci sarebbero state le polemiche sulla piazza (o la piazza stessa), quelle sul perché non ne abbiano fatte altrettante davanti alle scuole di quartieri meno nobili, le gonfiatissime rappresentazioni del neonato spazio come un irrinunciabile paradiso pedonale dei piccoli eternamente gremito, il contraltare anacronistico degli adoratori tout court della dea Automobile.
Le critiche da opposizione e… opposizione
Gongola pure l’opposizione ufficiale, che finora non aveva brillato per vigore e ha trovato una bella onda da cavalcare con facilità. E dispensa battutine al vetriolo qua e là anche quella dell’ultima ora (?): Bianca Rende, dopo essere stata in maggioranza solo nel relativo gruppo WhatsApp dalle elezioni ad oggi, è ormai ufficialmente in rotta col vincitore del ballottaggio che lei stessa aveva supportato in quella occasione.
Logica vorrebbe che lo fosse anche con il M5S. Che la voleva sindaca al primo turno, eppure si tiene la sua casella nella giunta Caruso come se l’addio della leader di coalizione non lo riguardasse neanche di striscio. Anche qui c’entra Roma forse, anche se non la via. Ma fa sorridere altrettanto.