Ridimensionato l’allarme tsunami per la Calabria e per le altre coste orientali del Sud Italia dopo il violento terremoto tra la Turchia meridionale e la Siria.
In Turchia si registrano almeno 76 morti, nel nord della Siria almeno 100. I feriti in totale sono circa 600. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio di monitoraggio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep.
La Protezione civile nella notte ha diramato un allerta tsunami per le regioni orientali dell’Italia meridionale, soprattutto per Calabria, Sicilia e Puglia dove stamani è stata sospesa la circolazione dei treni nelle zone potenzialmente esposte.
«L’allarme potrebbe essere revocato se non dovesse verificarsi. La situazione è in evoluzione – ha detto il direttore operativo della Protezione Civile Luigi D’Angelo a Rai Radio 1 – al momento la portata sembra ridimensionata in base alle prime rilevazioni al largo della Turchia. Dalle prime informazioni sembra piuttosto ridimensionata, però dobbiamo attendere le misurazioni. Siamo in fase di costante monitoraggio».
«Il maremoto – spiega la nota della Protezione civile – consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare. Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza – viene sottolineato nel comunicato – può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti. Il Dipartimento della Protezione civile, in raccordo con l’Ingv, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e le strutture del Servizio nazionale di protezione civile (Snpc), continuerà a fornire tutti gli aggiornamenti disponibili sull’evoluzione dell’evento».