Ecco le ultime lezioni dell’anno scolastico anche in Calabria e molti giovani, dopo gli esami e il diploma, si presenteranno da domani nel mondo del lavoro e nelle università.
La scuola, non solo in Calabria ma anche a livello nazionale, non vive il suo momento migliore. Sul sistema formativo sono nati forti dubbi tra gli studenti in seguito alla morte nel 2022 di due giovani, Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, durante lo svolgimento di attività per l’alternanza scuola-lavoro. Lo sciopero del settore scolastico del 30 maggio, indetto dai sindacati confederati, a cui ha aderito un prof o maestro su cinque, ha chiesto con forza anche una modifica sostanziale del decreto del governo sulla scuola” attraverso più risorse, un nuovo percorso di abilitazione, la stabilizzazione dei precari.
La didattica che cambia
A causa della pandemia nel 2020 e nel 2021 il percorso scolastico degli studenti, inoltre, ha subito una delle più profonde ed inaspettate trasformazioni, passando da una didattica totalmente in presenza ad una a distanza; per poi procedere con la didattica mista nell’anno scolastico 2020/21. In un clima di incertezza, dunque, anche per chi nelle aule ci lavora, gli studenti si sono trovati di fronte a questi importanti cambiamenti e, forse, è arrivata l’ora di aprire un dibattito in Calabria per capire se qui ci sono le stesse possibilità e strumenti delle altre regioni. E se e quanto i giovani raggiungono capacità adeguate a conclusione del ciclo di studi.
Scuola in Calabria: il 14% tra i 18 e i 24 anni ha solo la licenza media
In un recente studio elaborato da Openpolis e la impresa sociale “conibambini”, che prende in esame la povertà educativa, infatti, la Calabria risulta la regione con il più alto tasso di incidenza per quanto riguarda la dispersione scolastica totale. Non si tratta di una fotografia da incorniciare, bensì parliamo di un fotogramma in un film in piena evoluzione, come il periodo in cui ci troviamo a vivere. Tra i 18 e 24 anni, è di 14 giovani calabresi su 100 l’incidenza di quanti nel 2021 hanno solo una licenza media e non sono inseriti in percorsi professionali, “ma questo non è l’unico parametro attraverso cui valutare l’impatto della dispersione scolastica” – si legge nell’analisi di Openpolis.
Competenze minime necessarie
È importante considerare anche la percentuale di chi, pur concludendo formalmente il proprio percorso scolastico, non ha raggiunto le competenze minime necessarie. Quella che viene definita dispersione implicita. Rispetto all’anno precedente, in Calabria, come ha certificato anche Istat nel rapporto sul benessere equo e sostenibile 2021, ci sono peggioramenti netti sulle competenze alfabetiche e numeriche che raggiungono i giovani della III scuola secondaria di primo grado. Secondo Invalsi, attraverso le prove effettuate su tutto il territorio nazionale nel 2021, i livelli di competenza raggiunti dagli studenti italiani in Calabria dell’ultimo anno scolastico, sono scarsi: nelle materie di Italiano, Matematica e Inglese almeno 1/3 dei ragazzi non ha raggiunto i livelli adeguati (fermandosi al livello 1).
Scuola in Calabria: il Patto educativo di Princi
«Perché? La pandemia ha avuto un impatto sociale e culturale notevole, specialmente nelle zone in cui il divario è più evidente» – dice a ICalabresi.it Giusi Princi, vicepresidente e assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro. Per combattere questa emergenza sociale, secondo Princi, la Regione deve «trasformare la scuola in presidio sociale, oltre che culturale».
Ma come? «In sinergia con l’Ufficio scolastico regionale, sarà inaugurato l’osservatorio sulla dispersione scolastica, attraverso cui sarà possibile un monitoraggio costante della dispersione sul territorio. Inoltre, saranno elaborate nuove linee guida relative al dimensionamento scolastico che sarà orientato a lasciare aperti i plessi che, pur risultando poco numerosi, rappresentano in alcune aree l’unico punto di riferimento e di aggregazione socio-culturale».
Ma la vice presidente della giunta regionale ha informato il ministro competente di questo problema? Anche perché questi ragazzi corrono il rischio di finire nella rete della criminalità senza trovare un valido percorso lavorativo. «Sto lavorando – sostiene Princi – a stretto contatto con il ministro Patrizio Bianchi ad una nuova, importante riforma come il patto educativo per la Calabria, con l’obiettivo di ridurre la dispersione (attenzionando soprattutto gli studenti fragili) e di fermare la fuga dei cervelli, per consentire ai tanti giovani calabresi che si stanno affermando nel mondo di mettere a disposizione della loro terra le competenze acquisite. La Calabria ha bisogno dei calabresi».
Il silenzio dell’Ufficio scolastico regionale
Abbiamo provato a contattare un alto dirigente dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria e anche la direttrice, Antonella Iunti, per approfondire questa emergenza sociale. Al momento non hanno risposto alle nostre domande.
Quanto è dato sapere sulla scuola in Calabria si può, sicuramente, leggere in relazione con i dati sui neet, alla (non) presenza di asili nido e alla (in)capacità di spesa dei Comuni calabresi per interventi per l’infanzia e i minori. Nel 2020 il capoluogo di regione, Catanzaro, ha speso 2,87 euro per abitante contro i 63,26 di Perugia in Umbria.
Asili nido: l’anno zero Calabria
La disponibilità di asili nido a titolarità pubblica e privata a livello regionale è, come noto, caratterizzata da un forte divario dell’offerta del mezzogiorno rispetto al centro-nord. La gestione degli asili nido pubblici “rappresenta una delle materie di competenza dei comuni più impattanti sulla comunità” – si legge nei rapporti Openpolis – e rientra all’interno della missione di spesa dedicata alle politiche sociali. In Emilia-Romagna su 100 bambini ci sono 28 posti in strutture pubbliche e in Calabria invece solo 3.
Non solo scuola: sempre meno librerie, teatri, edicole in Calabria
E si può ancora parlare di quanto influisca ciò sui dati disastrosi sulla lettura e sulla fruizione delle attività culturali che, come ci ha detto il prof Nuccio Ordine, «sono direttamente proporzionali agli scarsi investimenti, in Calabria e nel Sud in generale, dedicati alla cultura e all’istruzione, in una regione dove in molti paesi non esistono librerie, biblioteche, teatri e perfino edicole».
In questo quadro, come visto, le carenze di base degli studenti si sono accentuate nei mesi dell’emergenza pandemica e, secondo la Princi, con un finanziamento di 10 milioni destinato ai ragazzi con bisogni educativi speciali (Bes), si potranno «tenere aperte le scuole anche nelle ore pomeridiane per supportare i ragazzi nell’apprendimento con laboratori incentrati sulle competenze chiave che sono quelle su cui vertono le prove Invalsi».