La fase 2 della sanità calabrese comincia con un tweet. Mentre ancora tutti aspettano di capire cosa davvero impedisca l’insediamento del colonnello Maurizio Bortoletti a subcommissario, ieri all’ora di cena Roberto Occhiuto ha comunicato via social di aver piazzato Giuseppe Profiti alla guida dell’Azienda Zero in Calabria. Professore universitario, nato a Catanzaro, è stato il numero uno del Bambino Gesù – coinvolto nel caso dell’attico del cardinale Bertone, ha sempre rivendicato la correttezza del suo operato – ed è coordinatore della Struttura di missione della sanità per la Regione Liguria. Manterrà l’incarico affidatogli un anno fa da Giovanni Toti ma, ora, guiderà anche il nuovo moloch con cui il presidente della Regione punta a mettere ordine nel settore più disastrato della Calabria.
Il compenso per Azienda Zero in Calabria e l’incarico in Liguria
Il decreto con cui Occhiuto lo nomina sintetizza i suoi compiti e rivela le due fasi con cui dovrà, sostanzialmente, svuotare di parecchie funzioni le Aziende sanitarie. E supervisionare, di fatto commissariandolo, il dipartimento Salute della Cittadella. Non provate però a scervellarvi per capire con precisione quanto Profiti guadagni tra Calabria e Liguria. Si sa che qui, in ragione «della natura straordinaria dell’incarico», percepirà un compenso corrispondente al 90% di quello che prendono i dg delle Asp. A cui però si sommerà il «rimborso delle spese di missione sostenute in ragione dell’incarico» che, ad occhio, non sarà irrisorio. Le sezioni “amministrazione trasparente” delle Asp calabresi e della Regione Liguria non regalano più dettagliate soddisfazioni. A occhio, comunque, prenderà, senza contare i rimborsi, qualcosa in più di 100mila euro annui per ciascuno dei due incarichi.
Come cambia la governance della sanità
Di certo Profiti ha davanti obiettivi e aspettative parecchio difficili da soddisfare, dunque non è il caso di fargli più di tanto i conti in tasca. Vale la pena, piuttosto, tentare di capire, al di fuori del burocratese, cosa accadrà ora alla catena di comando della sanità calabrese. È evidente, dalle carte, che la sostanza dell’incarico del numero uno di Azienda Zero in Calabria sia stata concordata da Occhiuto con i Ministeri (Salute ed Economia) che controllano la nostra sanità. Tutto è infatti previsto nel Programma Operativo 2022-2025 concordato con il Tavolo Adduce e in via di approvazione.
Accentramento e ripartizione
Gli step fondamentali sono due. In primo luogo Profiti dovrà governare il «riposizionamento» delle funzioni delle Asp, che passeranno «al livello regionale», e si occuperà della «riallocazione» e del «reclutamento» delle figure professionali «necessarie al funzionamento del modello organizzativo ipotizzato». Dunque Azienda zero accentra tutto a sé, come previsto dalla legge con cui è stata istituita. Intanto. Poi, con il secondo step, procederà alla «ripartizione delle competenze e delle risorse professionali» acquisite. E distinguerà «tra competenze di indirizzo e programmazione destinate necessariamente a permanere in capo al livello regionale» e competenze «di carattere operativo e gestionale» da assegnare sempre all’interno della sfera di attività di Azienda Zero in Calabria.
Il braccio di Occhiuto a Roma
Altre due cose fondamentali contenute nel decreto di nomina di Profiti. Il prof che condividiamo con la Liguria dovrà occuparsi del «supporto del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro», cioè Occhiuto. E potrà rappresentarlo «presso sedi istituzionali regionali e nazionali sulla base di apposita delega anche permanente». Un vero e proprio braccio destro. Che dovrà aiutare il presidente della Regione nel suo delicato compito in Calabria e farne le veci ai tavoli romani sulla sanità.
Il dipartimento “commissariato”
Seconda cosa importante. A Profiti viene attribuito «il coordinamento del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio Sanitari avvalendosi delle sue strutture nonché di quelle facenti capo al Commissario ad acta», e «disponendo delle risorse umane, finanziarie e strumentali» anche sulla base di «apposito Dca da adottarsi allo scopo». Insomma, com’era intuibile fin dai primi passi di Azienda Zero, il dipartimento Sanità della Regione viene di fatto commissariato. E Profiti sarà una sorta di deus ex machina per tutta la struttura amministrativa sia degli uffici della Cittadella sia di quelli della struttura commissariale.
Incarico di 1 anno e verifiche ogni 3 mesi
Il suo incarico ha durata annuale ed è prorogabile per una sola volta. Fin quando non sarà nominato un direttore generale. Occhiuto verificherà «periodicamente e, comunque, ogni tre mesi» l’operato del commissario di AZ «e, in caso di valutazione negativa, ne disporrà la revoca dall’incarico, previa verifica in contraddittorio». Ora non resta che attendere che la giunta regionale, come prevede la legge, predisponga una delibera che disciplini «il funzionamento e i tempi di attuazione dell’Azienda Zero». Che poi con un suo Atto aziendale determinerà l’organizzazione degli uffici e delle funzioni.
Da dove si prendono i soldi per Azienda Zero
Per la propria attività, AZ utilizzerà finanziamenti assegnati dalla Regione, a carico del fondo sanitario regionale. La legge che l’ha istituita ha indicato oneri per 700mila euro all’anno per gli esercizi 2022-2024. Che arriveranno dalla prevista riduzione della spesa per le funzioni assorbite dalle Asp. Ovviamente resta l’interrogativo più grande. Si capirà nei prossimi mesi (o anni) come e in che misura questa “rivoluzione” accentratrice porterà ad approvare i bilanci delle Asp che non riescono a farlo da anni, ad accertare il debito e il meccanismo che lo alimenta, a ridurre l’emigrazione sanitaria e a far salire i famigerati Lea (Livelli essenziali di assistenza) che continuano a focalizzare il sistema sanitario regionale come il peggiore d’Italia. Costringendo a un calvario, ormai percepito come inesorabile, centinaia di migliaia di pazienti calabresi.