L’intesa era nell’aria e oggi, primo aprile, è arrivata l’ufficialità: sarà la ‘Ndrangheta a gestire per conto della Regione la Sanità in Calabria. Il lungo periodo in coabitazione non pare, infatti, aver risolto gli annosi problemi del settore. Il mondo della politica e quello della criminalità locale hanno studiato a lungo il deficit del sistema sanitario calabrese per arrivare, infine, alla più logica delle conclusioni: Azienda Zero ha concluso quanto Cotticelli finora e gli unici ad avere abbastanza denaro per tappare il buco nei conti degli ospedali pubblici da queste parti sono i clan.
Sanità dalla Regione alla ‘ndrangheta: le prime reazioni in Calabria
L’accordo ha la benedizione della Madonna di Polsi, per la gioia della Chiesa, e del Consiglio regionale, con le segreterie di tutti i partiti a inondare le redazioni di comunicati sul rafforzamento della storica partnership tra ‘ndrine e eletti calabresi. Laconico il commento della massoneria deviata: «A noi non cambia nulla».
Timori, al contrario, nel mondo della sanità privata: il nuovo ruolo di un concorrente esperto come la ‘Ndrangheta nel ramo delle doppie fatturazioni rischia di privare gli imprenditori del loro storico monopolio del settore. I contabili di cliniche e clan sono già al lavoro, comunque, per trovare un’intesa accettabile per il futuro.
Previsto nei prossimi giorni un incontro in Cittadella tra rappresentanti della Santa e stakeholders. Fonti qualificate preannunciano l’apertura imminente di un tavolo tecnico e la firma di un protocollo di illegalità in un appartamento dei Servizi segreti.
Più ‘ndrangheta, meno Regione: cosa cambia per la Sanità in Calabria
Stando alle prime indiscrezioni, non dovrebbero registrarsi troppe novità amministrative: i concorsi resteranno truccati, si procederà a gran parte di assunzioni e promozioni sempre e solo per amicizia o clientela e il costo dei dispositivi medici manterrà un prezzo superiore a quello delle altre regioni italiane. Nella scelta dei professionisti su tutto il territorio, però, saranno i clan ad avere la precedenza sui politici, invertendo così il trend degli ultimi anni di commissariamento.
Il fenomeno dell’emigrazione sanitaria, costato finora centinaia di milioni di euro all’anno, dovrebbe ridimensionarsi, invece, grazie all’utilizzo di cecchini appostati nelle vicinanze delle strutture extraregionali interessate, pronti ad abbattere i calabresi in trasferta prima del loro ingresso.
Deficit e investimenti
Serratissimo il cronoprogramma degli investimenti: il piano per la Sanità prevede che la ‘Ndrangheta versi una piccola parte degli introiti del narcotraffico per ripianare quei bilanci che la Regione fatica ad approvare alla luce del deficit accumulato nel tempo. Liquidato così il problema nel giro di una settimana, dalla successiva si partirà con la ristrutturazione degli immobili attraverso ditte di fiducia.
Grazie al nuovo codice degli appalti approvato dal Governo, niente più lungaggini burocratiche: per i lavori di importo inferiore ai 150 milioni di euro basterà autocertificare di aver giurato fedeltà all’ente appaltante dando fuoco a un santino. Spazio, quindi, alla costruzione di 200 nuovi ospedali in punti a caso non ancora cementificati a sufficienza.
Il Ponte può attendere
Resta, invece, in bilico l’accordo per la costruzione del Ponte di Messina. Governo e Regioni premono per realizzarlo in fretta, ma la ‘Ndrangheta e Cosa Nostra frenano: troppi gli uomini già impegnati altrove al momento per garantire personale, materiali e mezzi necessari anche per la maxi opera.