Doveva essere tutto pronto prima delle Regionali che poi incoronarono Jole Santelli. Era, almeno nelle intenzioni, il simbolico biglietto da visita da consegnare ai potenziali elettori dell’allora sindaco ed aspirante governatore Mario Occhiuto.
Oggi il Parco del Benessere su viale Gacomo Mancini a Cosenza porta il nome della governatrice forzista, scomparsa a pochi mesi dalla conquista della Cittadella, ma resta ancora lontano dal completamento. E la spesa, immancabilmente, continua a salire. Tutto mentre il fantasma dell’opera (pubblica) – la principale, ossia la metro leggera che dovrebbe attraversare il viale costeggiando il parco – continua ad aleggiare sull’area. E nessuno chiarisce se i tram da lì passeranno davvero prima o poi.
A volte ritornano: la metro a viale Parco
Della metro su viale Parco – come lo chiamano tanti cosentini in barba al pur amatissimo titolare del toponimo originale – infatti non si parla più da tempo. Eppure soltanto pochi giorni fa il Comune ha approvato una perizia di variante ai lavori nell’area che pare proprio tirare l’infrastruttura fuori dal polveroso cassetto in cui sembrava ormai marcire. Costa pochi spiccioli – 175mila euro – rispetto alle decine di milioni in ballo, ma non è detto che, seppur bassa, la somma sia insignificante.
Dalla determina dirigenziale 2338/2023 si apprende, infatti, che ai piedi del centro commerciale Due Fiumi «[…] La variante prevede che venga ripristinata la forma della Piazza come da Progetto Metro Cs: la forma della piazza, che tra le due progettazioni era variata per forma e dimensioni, verrà realizzata in conformità al Progetto Metro […]». Che non significa eliminare soltanto quel che resta dei chioschetti per gli aperitivi estivi.
Non solo: anche il tratto di strada tra via Lupinacci e via Serafini non verrà più chiuso al traffico. Sarà un caso, proprio «come peraltro era previsto dal progetto afferente all’opera principale “Sistema di collegamento metropolitano tra Cosenza – Rende e Università della Calabria”». Il progetto del Parco, invece, da tempo ufficialmente svincolato da quello della metro, prevedeva l’esatto opposto: l’interdizione di quel tratto del viale alle auto.
Due indizi, secondo Agatha Christie, sono una coincidenza: ne arriverà un terzo? Troppo malizioso, forse, credere di trovarlo nel punto in cui la stessa determina ribadisce che a dicembre 2021 Comune e Regione hanno «concordemente stabilito di lasciare inalterata l’area di ingombro del parco per come configurata dal progetto esecutivo della Regione Calabria, così da evitare ogni possibile interferenza, anche di lieve entità, tra il realizzando Parco Urbano e l’opera principale». A pensar male si fa peccato, ma…
Metro o non metro, gli interventi nel parco sul viale
Nel frattempo, ecco alcuni degli altri interventi nella variante. I principali riguardano le aree verdi e quelle per lo sport. Ci sono ulteriori siepi e «percorsi pavimentati, lateralmente e tra i campi da gioco, con un grigliato salvaprato: un sistema di piastre modulari componibili che rendono calpestabile il prato, mantenendolo compatto e folto». Tutte cose che rendono necessari anche altri impianti di irrigazione per la vegetazione extra.
Niente più campo da squash, poi, con alcuni degli altri campi a cambiare posizione rispetto alle origini per «un più efficiente ed equilibrato assetto distributivo tra gli spazi».
Quanto allo skatepark, «la Stazione Appaltante ha proposto di effettuare delle modifiche sulla progettazione dello stesso in modo da avere una pista che potrebbe essere utilizzata anche nelle competizioni agonistiche».
La demolizione è il destino che attende, ai piedi della Sopraelevata, «i 20 mt di pista ciclabile esistente, in quanto realizzati al di fuori sia del presente contratto d’appalto, sia del precedente contratto per la realizzazione della Metrotranvia e non integrati con il progetto esecutivo». Al loro posto ci sarà un prato. Invece «le aree cementate saranno demolite al fine di realizzare delle aree pavimentate ed una rampa pedonale per l’attraversamento della rotonda stradale».
Si sposteranno alcuni lampioni e arriveranno panchine nella zona dei tavoli da ping pong. In previsione anche 60 metri di ringhiera a lato della cosiddetta “area bambini”. Meglio evitare che i piccoli possano cadere nel dislivello tra il parco e la via privata che lo costeggia, nessuno ci aveva pensato prima.
Sempre per scongiurare cadute (con bagno annesso) si installerà pure un parapetto, assente dalle previsioni iniziali, in acciaio corten lungo 2/3 dei bordi del laghetto artificiale. Sul restante terzo, toccherà a una siepe proteggere gli utenti della ciclabile da tuffi indesiderati.
Luci della città
Col laghetto, però, ecco un ulteriore problema: non c’era modo di alimentare gli impianti di sollevamento dello stesso e delle fontane circostanti. Così come i 5 ulteriori pali della luce alti 12 metri da installare che dovrebbero supplire alla scarsa illuminazione della zona. O, ancora, l’impianto a LED per abbellire lo specchio d’acqua. Le ragioni? «Di natura tecnica, logistica ed amministrativa», che non hanno reso «possibile attivare una nuova fornitura».
C’entreranno qualcosa i 5 milioni di euro di bollette elettriche non pagate da Palazzo dei Bruzi tra il 2020 e il 2022, che il Comune dovrà iniziare a saldare tra pochi giorni e finire di pagare a giugno 2026?
L’atto non lo precisa, fatto sta che toccherà rifornirsi di elettricità altrove rispetto alle previsioni iniziali. Nello specifico, con un collegamento sotto la sede stradale di via Baccelli tra gli impianti nella piazza e «una fornitura già attiva dell’Amministrazione Comunale e localizzata all’interno dei locali tecnici del complesso commerciale “Due Fiumi”».
Usa e getta
Ulteriori spese le dobbiamo a due classici intramontabili per Cosenza e il viale: gli sprechi e i rifiuti. Pagheremo parte dei 175mila euro della variante, ad esempio, per «rimozione, trasporto e conferimento ad impianto di recupero autorizzato, di 150 griglie metalliche in ghisa alla base delle alberature». Le abbiamo comprate e installate. Magari qualche volta, senza esagerare troppo, pure manutenute. Oggi apprendiamo che «rappresentano una limitazione ed una strozzatura per la crescita della pianta e che potrebbe, addirittura comprometterne la crescita e sopravvivenza».
Sborseremo, infine, qualche altro quattrino per smaltire «macerie di calcestruzzo e bitume non imputabili alle lavorazioni del presente contratto d’appalto». Le hanno trovate gli operai scavando per realizzare il laghetto. Erano lì, forse, da quando si costruiva il viale, nella sua forma originaria, posando l’asfalto sulla spazzatura.
Alle tradizioni non si rinuncia, alla metro non si sa.