Parco Aspromonte: il Tar da torto ad Autelitano

Bocciato il ricorso dell’ex Presidente dell’Ente Parco oggi commissariato, cui il giudice amministrativo imputa una strategia di mala gestione nella Programmazione del fabbisogno di personale. Con effetti che dureranno nel tempo e il rischio di esporre l’Ente ad azioni risarcitorie

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Si chiude la controversia legata alla gestione dell’Ente Parco Aspromonte, con una sconfitta per l’ex Presidente Autelitano. Lo scorso 10 febbraio, infatti, è uscita la sentenza del TAR Calabria sul ricorso effettuato dallo stesso Autelitano e da Carmelo Nucera, membro dell’ex Consiglio Direttivo del medesimo Ente, contro il provvedimento di commissariamento emanato dal Ministero dell’Agricoltura e della Sicurezza Energetica (Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica n. 0000046 del 06.02.2024).

Il commissariamento dell’Ente

Il Ministero, appurata l’allegra gestione delle risorse umane dell’Ente (https://icalabresi.it/fatti/lsu-lpu-aspromonte-illegittime-assunzioni-parco/) emersa da un parere dell’Avvocatura dello Stato cui si era rivolto lo stesso ex Direttore Pino Putortì, oggi in pensione, in una guerra senza esclusione di colpi tra la dirigenza politica e quella amministrativa del Parco (https://icalabresi.it/fatti/parco-aspromonte-autelitano-e-putorti-e-guerra-assunzioni/),  lo scorso febbraio era intervenuto commissariando l’organismo.

La difesa di Autelitano e gli attacchi alla stampa

Le truppe di Autelitano avevano iniziato a muoversi ben prima: già a novembre Patrizia Foti, Segretaria Generale Territoriale della UILPA aveva indetto una conferenza stampa in cui, accusando una certa stampa cialtrona di diffondere notizie false e tendenziose, aveva minacciato di scrivere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per denunciare il “disastro” che – a suo dire – il Direttore avrebbe prodotto annullando le illegittime assunzioni volute dall’ex Presidente. Dopo il commissariamento, a metà maggio dello scorso anno, si era mosso Autelitano in persona, convocando una seconda conferenza stampa per strillare la sua vera verità, annunciando il ricorso al TAR oggi bocciato e parlando di un decreto punitivo (https://www.ilreggino.it/politica/2025/02/15/metrocity-lappello-della-fondazione-mediterranea-non-lasciare-falcomata-solo-in-questa-battaglia/). Era presente anche il senatore Auddino del M5S.

Arriva la sentenza

In effetti la sentenza acclara che il provvedimento di commissariamento è sanzionatorio, non punitivo «in quanto costituisce espressione dell’esercizio di un potere di vigilanza sull’operato dell’Ente di cui (…) è esclusivo titolare il Ministero dell’Ambiente» sulla scorta di un’evidente mala gestione del Parco. E questo perché è riscontrabile «una stretta interconnessione» alla base dell’illegittima programmazione adottata dalla Presidenza durante il suo mandato.

Le assunzioni illegittime

Tale gestione, solo in ultima istanza sarebbe sfociata negli «improvvidi», seppur legittimi, nulla osta al personale di stanza al Parco verso la Città Metropolitana (deliberazione n. 8 del 27 ottobre 2020, “Programmazione triennale del fabbisogno di personale. Aggiornamento triennio 2020-2022”),   effettuati per fare spazio all’assunzione e all’immissione in ruolo illegittime di 5 ex LSU/LPU.

Morale della favola: non solo il Presidente e il Consiglio Direttivo non potevano agire come hanno fatto, ma hanno esposto l’Ente ad eventuali future azioni risarcitorie «con conseguente successiva

eventuale responsabilità erariale a carico dell’Ente medesimo».

Questo significa che gli effetti dell’azione di Autelitano hanno compromesso per il prossimo futuro la buona amministrazione dell’Ente Parco, minando il buon governo del territorio. Con buona pace di chi si è sgolato ad affermare il contrario.

 

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