Nero di Calabria: Forza Nuova e vecchi fantasmi

Nel movimento protagonista dell'assalto alla Cgil di Roma non mancano i seguaci dal Pollino allo Stretto, così come in altre formazioni nostalgiche del Ventennio. Volti e nomi dell'estrema destra locale, tra ossessioni no vax e difese a oltranza del leader Roberto Fiore

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A Roma hanno fatto notizia, in Calabria ci riescono molto meno. Anche perché i numeri, al di là di tatuaggi e pose, sono quelli che sono. Il microcosmo delle formazioni di estrema destra ha comunque i suoi sparuti rappresentanti anche tra Praia a Mare e Melito Porto Salvo. Dopo i disordini della manifestazione no Green pass e l’assalto alla Cgil si fa un gran parlare di Forza Nuova. E, forse, a queste latitudini non è noto a tutti che nella Capitale, in alcuni casi con ruoli di primo piano, ci fosse in piazza anche qualche seguace calabrese di Roberto Fiore.

I leader calabresi

Fondato nel 1997, votato all’integralismo cattolico e ispirato alla Guardia di ferro rumena, il movimento di cui ora da più parti si invoca lo scioglimento è guidato in Calabria da un catanzarese dal nome evocativo e dal cognome ancor di più: Jack Di Maio. È il successore di Davide Pirillo, crotonese che è salito di grado come coordinatore Fn del Sud e che figura tra i firmatari del comunicato emanato dopo gli arresti dei leader nazionali e nel quale si avverte che «nemmeno lo scioglimento di Fn potrebbe invertire la rotta di quanto sta avvenendo e avverrà nelle prossime settimane».

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Davide Pirillo, tatuatore crotonese e coordinatore per il Sud Italia di Forza Nuova

Di Maio il 9 ottobre scorso ha fatto sapere, davanti a un furgoncino in un anonimo autogrill, di essere pronto all’«ennesimo giorno di lotta» con i suoi «fratelli». Qualche ora dopo Pirillo ha postato un video da Piazza del Popolo commentando con un «NO GREEN PASS… DRAGHI BOIA!». Nei giorni immediatamente successivi alle Regionali ha esultato per il 62% di astensionismo crotonese dicendo che «ha vinto il popolo» e provando magari a intestarsi pure il (non) voto dei residenti all’estero.

Contro i vaccini, covid o non covid

Ad agosto di quest’anno, invece, l’attuale coordinatore regionale di Fn si era fatto già sentire sulla stampa locale, con non eccessivo clamore ma parlando addirittura di «resistenza», quando alcuni sanitari no vax furono sospesi dall’ospedale Pugliese-Ciaccio: «Nel caso di operatori della sanità, la resistenza al vaccino ogm obbligatorio dovrebbe quanto meno far riflettere tutti. Avviene, invece, che medici e infermieri siano considerati come i primi untori irresponsabili, quando, come è logico, si tratta invece di lavoratori consapevoli – e certamente non infetti – a cui si nega il diritto al lavoro per un particolare vaccino, il meno conosciuto in assoluto, cosa che non avviene, ad esempio, per altri sieri obbligatori».

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Jack Di Maio, terzo da sinistra, con altri militanti di Forza Nuova

Nell’estate del 2020, quando ancora non circolava il vaccino anticovid e lui non aveva ancora raccolto il testimone passatogli da Pirillo alla luce delle «sue qualità umane e di organizzatore», Di Maio se l’era però presa con l’allora governatrice Jole Santelli – si può immaginare con quali effetti – per un’ordinanza sul vaccino antinfluenzale rivolta a operatori sanitari e over 65. «Cavalcando l’ormai esigua psicosi generale da coronavirus – ammoniva – e sulla scia del capogruppo alla Camera di Forza Italia Maria Stella Gelmini, la destra calabrese, capitanata dal presidente di Regione Jole Santelli, persiste nel diramare inutili e allarmistiche ordinanze». Qualche mese dopo i forzanovisti del capoluogo avrebbero regalato un’altra prodezza in una strada nel quartiere Stadio a Catanzaro con lo striscione «Gino (cambia) Strada».

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Una sfida tra percentuali da prefisso telefonico

Oltre ai seguaci di Fiore sull’asse Crotone-Catanzaro – e oltre alle varie sezioni territoriali di Casa Pound, con cui marcano spesso reciproche distanze all’ombra dello zero-virgola –  a Lamezia è attivo l’ex portavoce regionale di Fn Igor Colombo che è poi passato alla guida di Azione Identitaria Calabria. In queste ore sferza così l’informazione nazionale: «Dunque per il Tg Uno Roberto Fiore sarebbe un ex terrorista dei Nar. Ma lo sanno da quelle parti che i Nar negli anni che furono volevano uccidere Roberto Fiore? Ma che informazione si fa?».

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Il reggino Vincenzo Ciro in uno scatto di qualche mese fa insieme a Matteo Salvini

A Reggio è invece presente il “Fronte Nazionale” di Adriano Tilgher, guidato sul territorio da Vincenzo Ciro, ingegnere-segretario regionale che pur dichiarandosi fascista, ma «laico» e lontano dall’integralismo cattolico, in queste ore condivide le posizioni di Marco Rizzo e parla di «strategia della tensione». E lancia anche diverse frecciate ai camerati di Forza Nuova: «Se non lo avete capito… non sono i fascisti il problema, ma chi paga quelli che vi fanno credere di esserlo per delegittimare e ridurre i diritti». E ancora: «Perché colpire un sindacato morto e finito come la Cgil? Cui prodest? Non era il caso di azioni ed obiettivi più seri? Comunque complimenti, ora la Cgil è diventata vittima ed il popolo carnefice».

Mappe in nero

Per chi fosse amante del genere, da una mappa interattiva pubblicata da Patria Indipendente, il periodico online dell’Anpi che ha realizzato un’analisi arrivata a comprendere 2700 pagine Facebook, ci si può fare un’idea di quante e quali altre sigle della galassia dell’estrema destra italiana siano presenti in Calabria. E visitando le rispettive pagine social ci si può fare magari anche un’idea del seguito che hanno. Un’altra mappa interattiva l’ha realizzata il collettivo bolognese Infoantifa ECN che raccoglie e cataloga, dal 2014, tutte le segnalazioni facenti riferimento ad atti di violenza di matrice neofascista.

Include un solo episodio calabrese risalente al 2016: l’incendio del portone d’ingresso della sede di un circolo Pd a Lamezia che però, almeno secondo la Polizia, sarebbe addebitabile a due ubriachi che all’epoca dissero di non far parte di movimenti politici. Un capitolo a parte, ben più ampio e meno folkloristico, lo meriterebbero gli intrecci più o meno noti tra eversione nera e massomafia che hanno attraversato la storia della Calabria. Ma è davvero un’altra storia.

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