Cosenza è la città dei Bruzi, dei sette colli, dell’imponente castello normanno, della stauroteca donata da Federico II di Svevia, dei natali del filosofo naturalista Bernardino Telesio. È un centro di interesse storico-culturale in una regione a vocazione turistica che nel suo corredo naturale vanta meravigliosi altopiani e coste marine a perdita d’occhio.
Cosenza, però, è anche una città che ancora combatte contro i sacchi di immondizia abbandonati negli angoli delle strade. Un banale gesto di inciviltà che, nel quadro del più complesso tema della riduzione dei rifiuti, è tra le sfide che uniscono in battaglia un gruppo di attivisti provenienti da varie associazioni della città che, non a caso, è anche la capitale italiana 2023 del volontariato.

“Munnizza social club”
Rifiuti è proprio il titolo di una recente mostra, voluta da un collettivo di associazioni e cooperative, denominato Munnizza social club, in collaborazione con GAIA (Galleria Arte Indipendente Autogestita), un suggestivo spazio dedicato all’arte, a pochi passi dal duomo romanico-bizantino, nel cuore della città vecchia. L’iniziativa presenta il lavoro di cinque artisti (Federico Scoponi Morresi, Antonio Spadafora, Nando Segreti, Francesco Bozzo e Rosanna Maiolino) interpreti, ognuno a suo modo, con fotografie, sculture e istallazioni, dei rifiuti, come parte residuale dello sfrenato consumismo da cui siamo costantemente corrotti”, ma anche come “negazione del margine e della periferia”. Il fotografo Francesco Bozzo, ad esempio, realizza un reportage dedicato ai cumuli di immondizia stipati negli angoli più disparati della città, forse dove un tempo c’erano i bidoni di conferimento del residuo urbano, ormai scomparsi con la raccolta differenziata.
La differenziata dal basso
Nonostante il nome informale e canzonatorio, Munnizza social club esordisce sul territorio bruzio presentando, nel giugno 2022, un documento dal titolo Proposte ed idee per il capitolato speciale d’appalto del bando per l’affidamento del servizio integrato di igiene urbana della città di Cosenza, rivolto all’amministrazione comunale e sottoscritto da numerose associazioni cittadine. Il documento contiene otto proposte concrete, dal piano di comunicazione alle modalità di conferimento nelle isole ecologiche, per migliorare il sistema di raccolta differenziata cittadino – specie nei quartieri periferici, lasciati, secondo i firmatari, in uno stato di abbandono – e per avviare attività di recupero e riuso dei materiali, in ottica circolare.

Il R-party entra nei quartieri
Da allora, il club, anche se l’interlocuzione con l’amministrazione si è fermata alle parole, ha proseguito la sua azione sul territorio, con eventi dimostrativi e di sensibilizzazione sul tema della riduzione dei rifiuti e della cultura del riuso e della riparazione. Non a caso, la mostra Rifiuti, cornice di eventi a tema, come dibattiti e presentazioni di libri, ha chiuso in bellezza, il 7 maggio, con un R-party, che ha portato in piazza numerose realtà cittadine al motto di “ridurre riusare, riciclare”. Le associazioni radunate in piazza Piccola sono molte e varie. C’è chi si batte per la difesa dell’ambiente, ma anche per l’inclusione sociale, i diritti delle donne, la sicurezza alimentare, contro le discriminazioni e gli sprechi. Le attività vanno dai laboratori per bambini alla ciclofficina, senza tralasciare spazio per il cibo, la socialità e il divertimento.
L’anima creativa dei bruzi
La città ha una speciale vocazione alla creatività e alla contaminazione. Tra le originali iniziative dei R-Party trova spazio un mercatino Sbarattino, dove chiunque porta qualcosa che non usa più, ma che è ancora in buone condizioni, per essere barattato con qualcos’altro o venduto a prezzi popolari. Poi sono presenti le associazioni, tra queste, la Terra di Piero e Verde Binario. La Terra di Piero, impegnata tra le tante cose in attività umanitarie in Africa, propone la costruzione di un telaio artigianale per cucire una coperta gigante che andrà a coprire interamente piazza Bilotti, come atto dimostrativo contro l’infibulazione femminile. Verde Binario, realtà attiva già dal 2002, porta in piazza la pratica del “trashware”: in risposta all’obsolescenza programmata, vecchi computer vengono riparati e rimessi in funzione grazie all’utilizzo di software libero, salvandoli dal cassonetto.
Conzalab: riparare vuol dire partecipare
Tra le realtà che animano l’appuntamento R-Party, alla sua quarta edizione dal 2022, troviamo il ConzaLab, un laboratorio che promuove espressamente il valore della riparazione (conza vuol dire in cosentino “aggiusta”). ConzaLab è uno spazio, aperto al pubblico ogni sabato mattina dove, con la collaborazione di ex riparatori di professione e volontari, si può portare ad aggiustare di tutto, dal frullatore allo smartphone. Il laboratorio, alla stregue dei vari repair café in voga in molte città europee così come a New York, punta sulle potenzialità dello scambio di conoscenze e della partecipazione sociale, legate all’atto del riparare, in contrapposizione al solipsistico consumo usa e getta. Oltre al ConzaLab per riparare gli oggetti elettronici ed elettrici di uso comune e di piccole dimensioni, è presente anche il CuciLab per rattoppare e rammentare vestiti e tessuti ancora servibili.

Plastic Free: i cittadini puliscono la città
Ai party cosentini, spesso organizzati nei quartieri periferici, è abbinato anche un evento clean up di raccolta dei rifiuti organizzato dalla rete Plastic Free. Si tratta di un’associazione di volontariato nazionale, animata da responsabili locali, attiva dal 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica.
I referenti cittadini riescono a organizzare, tra i comuni di Cosenza e Rende, una decina di raccolte all’anno, oltre a realizzare giornate di sensibilizzazione nelle scuole con materiale messo a disposizione dall’associazione. L’ultimo evento cittadino si è svolto lo scorso 23 aprile lungo le rive del Crati nel centro storico della città, a pochi passi dalla confluenza dei due fiumi (Crati e Busento), dove la leggenda vuole sia seppellito Alarico e il suo tesoro. Al re dei Goti è dedicata in questo luogo anche una statua dell’artista Paolo Grassino. I volontari in questa occasione hanno rimosso dalla riva ben 55 sacchi di rifiuti e 10 pneumatici.
Prossimi passi della rete dal basso
La rete dal basso cosentina non vuole fermarsi, tuttavia, agli atti dimostrativi. Il dialogo con l’amministrazione comunale continua, specie sul tema del diritto alla riparazione e del riuso. L’ambizione è mettere insieme tutte le realtà attive sul territorio, incluse le istituzioni, per progettare un centro del riuso diffuso. A dimostrazione che si fa sul serio, a novembre del 2022 una delegazione del Munnizza Social Club è stata a Capannori (Lucca), per visitare il centro Daccapo, una dei primi esempi, in Italia, di organizzazione strutturata di un vero e proprio villaggio del riuso. La collaborazione per soluzioni innovative tra amministrazione comunale, società civile e gestore dei servizi di raccolta ha fatto di Capannori il primo comune “rifiuti zero” in Italia.
Dai cumuli di immondizia ai “rifiuti zero” la strada è lunga, ma creatività, partecipazione e lotta, a Cosenza, non mancano.
Nicoletta Fascetti Leon