Con l’insediamento di Franz Caruso dopo la vittoria al ballottaggio, Cosenza dopo poco più di dieci anni quasi ininterrotti cambia sindaco: nessuno prima di Mario Occhiuto aveva governato tanto a lungo la città. Di cose in tutto questo tempo ne sono successe parecchie, abbiamo provato a sintetizzarle sfruttando l’alfabeto per ripercorrere il decennio appena concluso.
Alarico
Un chiodo fisso: fare della figura del barbaro una calamita di turisti. Il risultato? Una serie di figure che con Alarico hanno poco a che fare. Del museo dedicato al saccheggiatore di Roma per adesso esistono solo macerie finite sotto inchiesta e l’impiego di mille maestranze locali per il film che ne doveva rinverdire le gesta è rimasto nelle intenzioni del regista. Neanche i droni israeliani proposti da Luttwak hanno svolazzato sulla confluenza del Crati e del Busento alla ricerca del tesoro. Quello che, ironizzava il CorSera a marzo del 2018, il sindaco sognava forse di utilizzare per rimpolpare le casse di quel comune che saldava i suoi debiti personali.
Bilotti
Tutto cominciò con una perizia scopiazzata e una gara d’appalto annullata. Se il buongiorno si vede dal mattino, il restyling di piazza Bilotti fece capire subito che i problemi non sarebbero mancati. Lavori più lunghi del previsto (ma spacciati per fulminei all’inaugurazione) con i negozi circostanti alla canna del gas, l’ombra della ‘ndrangheta, manovre politiche sottobanco: l’opera simbolo del decennio targato Occhiuto non si è fatta mancare nulla, compresi un senso di marcia all’inglese per le auto e i sigilli della magistratura. Sotto sequestro è ancora lo spazio che ospitava il museo sottostante. Saranno i giudici a stabilire se qualcuno abbia commesso reati nella fase di collaudo.
Calatrava
Bello, bellissimo. Ma utile? Se lo sono chiesti in tanti osservando il ponte disegnato dall’architetto valenciano, altra opera – come la piazza appena citata – pensata in epoca Mancini e portata a termine da Occhiuto. Sarà perché sorge tra altri due ponti, saranno le dimensioni mastodontiche in contrasto col panorama circostante, sarà perché – come dicono a Cosenza – per adesso collega il nulla al niente. O, più probabilmente, sarà perché è costato quasi 20 milioni di euro e una buona fetta di quei soldi era destinata in origine all’edilizia popolare.
Debiti
Pubblici o privati, non si può non parlare di conti in rosso nel raccontare i dieci anni di Occhiuto in Comune. Già nella campagna elettorale del 2011 Enzo Paolini, suo sfidante al ballottaggio, contestava al suo avversario inadempienze con numerosi creditori. Gli elettori se ne infischiarono e gli preferirono l’architetto. Che, arrivato a Palazzo dei Bruzi, trovò un ente sull’orlo del default e avviò un piano di risanamento. Buono solo sulla carta però. I debiti sono cresciuti e la promessa di rimettere in ordine i conti già nel 2018 con quattro anni di anticipo – primo punto del programma elettorale di Occhiuto nel 2016 – si è concretizzata nella dichiarazione di dissesto del 2019. La prima della storia della città.
Elezioni
A spezzare l’incantesimo tra il sindaco e i cittadini che lo avevano riconfermato a furor di popolo sono state probabilmente le ambizioni del primo. Occhiuto – che pure nel 2012 sulle pagine dei quotidiani locali si definiva un tecnico prestato alla politica pronto a lasciarla al termine del suo primo mandato – forse ci aveva preso gusto a comandare. Tanto da puntare spedito verso una poltrona molto più pesante: quella di presidente della Regione. A molti è sembrato che l’attenzione verso Cosenza sia svanita insieme alle promesse preelettorali sul recupero delle periferie, soppiantate in agenda dalla corsa alla Cittadella. Ad interromperla bruscamente, lo sgambetto degli alleati che gli preferirono Jole Santelli come candidata del centrodestra.
Se la socialdemocrazia resta un miraggio, Cosenza ha già sperimentato a pieno la social-democrazia, quella che passa dalle bacheche di Facebook. Dalla sua, Occhiuto ha mostrato progetti per la città, battibeccato con gli avversari (politici e non), aizzato i suoi sostenitori contro quelli che lui stesso ha ribattezzato “odiatori”. Memorabile la pagina istituzionale Decoro Urbano: doveva servire a raccogliere segnalazioni sui disservizi in città, a volte chi la gestiva la trasformava in una succursale della segreteria politica del sindaco beatificandone le gesta. Ancora di più i fotomontaggi circolati sul web, dai più critici a quelli al limite dell’idolatria.
Gentile
Amore e odio. Più odio che amore, però, quello tra gli Occhiuto e i Gentile, due delle famiglie col maggior peso elettorale in riva al Crati. Mario batte Paolini nel 2011 e come sua vice nomina Katya, che ha fatto incetta di voti. L’idillio dura poco, il tempo che scoppi un pasticcio intorno all’ex bocciodromo di via degli Stadi. Ridotto a pezzi, il Comune prima lo assegna all’ex marito della Gentile per realizzarci un centro di guida sicura. Poi, a stabile rimesso a nuovo, fa marcia indietro. Ne nasce un caso giudiziario – che vedrà sconfitto il municipio – e, soprattutto, politico. Katya chiama “Schettino” Mario, lui la defenestra. Seguono anni di frecciate al veleno, interrotti dalla candidatura alle regionali della Gentile a sostegno di Occhiuto. Roberto però.
Hellas
Le ultime parole famose: «Quest’anno avremo il terreno migliore della serie B». La realtà: migliaia di persone arrivate allo stadio per la prima di campionato tra i cadetti dopo anni in C restano fuori dai cancelli. Cosenza zero, Hellas Verona tre: partita persa a tavolino per impraticabilità del terreno di gioco. È la prima e unica sconfitta dei Lupi per ragioni simili dal 1914 ad oggi. Nessuno fa mea culpa, tra silenzi intervallati da urla al complotto. Finché il sindaco trova un sorprendente colpevole: le nottue, voraci insetti erbivori che si sarebbero accaniti sul San Vito nel prepartita per impedire il debutto casalingo dei rossoblù e far sfigurare l’amministrazione comunale.
Idrico
Avere l’acqua a casa per molti cosentini resta ancora un problema quotidiano. Va dato atto, però, all’amministrazione di aver migliorato e non poco la situazione trovata al suo insediamento. La rete idrica cosentina all’inizio dello scorso decennio disperdeva oltre due terzi del suo prezioso contenuto lungo il tragitto verso i rubinetti. Stando a rivelazioni più recenti la percentuale si sarebbe invertita e l’acqua persa per strada ora ammonterebbe a circa un terzo del totale. Non abbastanza per cantare vittoria, anche se il Comune lo ha fatto lo stesso: nel 2015 dichiarò che Cosenza era terza in Italia per acqua immessa in rete. E a riprova allegò una classifica. In cui risultava sessantesima.
Luci
Forse non illuminato, ma di certo Mario Occhiuto è stato un “sovrano illuminante” con luci artistiche e non piazzate in giro per la città. Dai mitici cerchi alle menorah ebraiche, passando per l’immancabile Alarico le luminarie sono talmente associate al sindaco uscente che tra i nomignoli affibiatigli negli anni ci sono Lampadina e Osram. Dettaglio non trascurabile: per anni quasi tutte le ha installate la stessa ditta. Si chiama Medlabor: prima del 2011 fatturava pochi spiccioli, da quell’anno ha fatto affari con Palazzo dei Bruzi per centinaia di migliaia di euro. E sull’accaduto ora è la Procura a voler fare… luce.
Metro
L’ha sempre sostenuta ma in molti hanno pensato il contrario. Che ad alimentare l’equivoco, chissà, sia stata la sua presenza e quella dei suoi fedelissimi ai banchetti in cui si raccoglievano firme per un referendum per abolirla? Sulla apparente contrarietà alla metropolitana leggera Mario Occhiuto ha costruito gran parte del successo elettorale del 2016. Tanti voti trasformatisi in altrettanti (o quasi) delusi quando il progetto è partito lo stesso, seppur con le modifiche volute dal sindaco: viale Mancini sventrato, lavori bloccati per mesi e una ferita nel centro città che bisognerà decidere come ricucire.
Nazi
La pubblicità funziona purché se ne parli. Un concetto ormai desueto ma ancora in voga a Cosenza, nonostante una pubblicitaria esperta come l’attuale sindaco di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, tra gli assessori. Cosenza per attrarre visitatori presenta all’edizione 2015 della Bit di Milano una brochure promozionale sulla città. E sceglie tra i testimonial uno dei meno indicati: il gerarca nazista Himmler, giunto in riva al Crati e al Busento alla ricerca del tesoro del solito Alarico.
Ospedale
Il tira e molla con la Regione su dove costruire quello nuovo ha portato a uno stallo che rischia di proseguire anche nei prossimi anni. Cosenza nel frattempo resta con un ospedale, l’Annunziata, vecchio, decrepito, inadeguato e privo delle necessarie forze in pianta organica. Alla carenza di medici Occhiuto ha provato a mettere mano con due ordinanze in cui imponeva assunzioni all’Azienda Ospedaliera. In entrambi i casi il prefetto ha bollato gli atti come palesemente illegittimi, rendendoli nulli.
Provincia
Se in Regione non è riuscito ad arrivare, Mario Occhiuto può vantare comunque nel suo cursus honorum la presidenza della Provincia. Siamo nel 2014 e, a seguito della riforma Del Rio, a votare il successore di Oliverio non sono più i semplici cittadini, ma sindaci e consiglieri comunali del Cosentino. Seguono un paio d’anni scarsi in cui il Palazzo della Provincia diventa sede unificata del Comune, una circostanza che fa ben sperare per il futuro della Biblioteca Civica, finanziata a metà dai due enti. Speranza vana: Occhiuto a inizio 2016 decade da sindaco e, dopo una battaglia legale di Graziano Di Natale, deve lasciare anche piazza XV marzo.
Quote rosa
La prima sindacatura per Occhiuto, da un punto di vista politico, è stata senza dubbio la più travagliata. E non solo per la sfiducia che decretò l’arrivo di un commissario a pochi mesi dalle Amministrative. In quei poco meno di cinque anni il sindaco ha modificato in più occasioni la composizione della sua Giunta. Tant’è che di rimpasto in rimpasto è saltato il rispetto della parità di genere nell’esecutivo, con conseguente condanna per Palazzo dei Bruzi. L’architetto addebitò il passo falso ai partiti della coalizione, rei di non avergli suggerito nuovi ingressi al femminile tra gli assessori.
Rifiuti
Prima delle Amministrative 2011 Eugenio Guarascio si sta già occupando dei rifiuti cosentini. Ma è con l’ingresso di Occhiuto in Comune che la città e l’imprenditore lametino si legano indissolubilmente. Guarascio si aggiudica in sequenza due appalti milionari e, nello stesso periodo, diventa presidente del Cosenza. Il servizio di raccolta procede tra alti e bassi, un po’ come la squadra rossoblu sul campo da gioco e i rapporti tra sindaco e presidente. Mentre l’operazione nuovo stadio, che vedeva entrambi coinvolti in prima persona, rimane ferma al palo fino al prossimo annuncio.
Sfiducia
A quattro mesi dal termine del mandato diciassette consiglieri comunali firmano davanti a un notaio la sfiducia nei confronti di Mario Occhiuto. Il sindaco decade, ma la congiura di palazzo si rivela un boomerang per chi l’ha ordita. Le successive elezioni si trasformano in una cavalcata trionfale per l’uscente, che straccia i rivali fin dal primo turno grazie anche al voto disgiunto che lo premia oltre ogni rosea aspettativa. Il consenso bulgaro raccolto sembra farne il candidato ideale per il dopo Oliverio alla Cittadella. Saranno i suoi stessi alleati a infrangere il suo sogno di raggiungere Germaneto.
Traffico
Al cosentino puoi togliere tutto, ma non l’abitudine di prendere la macchina anche solo per percorrere pochi metri. Puntare su pedonalizzazioni e piste ciclabili, insomma, non è esattamente la scelta più popolare in città. Se poi ci aggiungi chiusure che fanno da tappo alle arterie viarie principali, cambi di sensi di marcia e cantieri infiniti la frittata è fatta. E non è parlando di mobilità dolce o paragonandosi alla Svizzera che si placa il malanimo. Il nomignolo Mario “Occhiuso” la dice lunga sull’apprezzamento medio dei cosentini per certe scelte sulla viabilità. Ma, piaccia o meno, svuotare le strade dalle auto resta importante.
Urgenza
I lavori assegnati dal municipio con affidamenti diretti per somma urgenza sono stati a lungo sotto i riflettori, dell’opposizione quanto della magistratura. Tante le determine in cui si sfiora senza superare per pochi centesimi la soglia dei 40mila euro che obbligherebbe a una gara pubblica. Persino più numerose delle altrettanto discusse consulenze distribuite negli anni a professionisti transitati in passato dallo studio di architettura del sindaco. C’è chi le derubrica a tradizionale spoils system e chi non è altrettanto generoso nel giudizio a riguardo.
Vice
Non gli mancheranno i talenti in altri campi, ma quando si tratta di scegliere il proprio vice meglio non chiedere consiglio a Mario Occhiuto. In dieci anni di decisioni in tal senso non ne ha azzeccato molte, se per insipienza o fiducia mal riposta non è dato sapere. Con Katya Gentile è finita a pesci in faccia, Luciano Vigna lo ha scaricato trasferendosi armi e bagagli alla Regione. Con chi? Ma con un’altra vice Occhiuto, naturalmente, ossia quella Jole Santelli che ha soffiato la candidatura alle regionali proprio al suo “datore di lavoro” cosentino. Al posto di lei è arrivato Francesco Caruso, bocciato alle ultime elezioni dai cosentini proprio per essersi proposto in continuità col suo predecessore.
Ztl
La grande novità introdotta in centro e nella parte antica della città non pare aver prodotto ottimi risultati. Se ne è lamentata perfino la Curia, non proprio un comitato di rivoluzionari, quando arrivare all’Arcivescovile si è fatto problematico. Per non parlare dei commercianti delle traverse di corso Mazzini, che sostengono di aver visto crollare gli incassi a seguito delle limitazioni al traffico.
Degno contorno dell’intera questione, centinaia e centinaia di multe arrivate ai cosentini e poi annullate per l’utilizzo fuorviante delle formule “Varco attivo” e Varco non attivo” sui tabelloni elettronici all’ingresso delle Ztl.