Il miracolo di Natale quest’anno non arriva dalla 34° strada di New York ma da via degli Stadi a Cosenza. Niente Jingle Bells di sottofondo, però: solo silenzio. Né tantomeno regali, ché quelli costano. Eugenio Guarascio, presidente con la passione per il risparmio, è riuscito dove tutti gli altri hanno fallito, compiendo una vera e propria impresa: mettere d’accordo gli ultras della squadra che ha acquistato nell’ormai lontano 2011.
Separati in casa
La parte più calda della tifoseria rossoblu, infatti, si è divisa in due tronconi tra il 2014 e il 2015 e da allora ognuna delle due “fazioni” ha seguito le partite in casa da settori diversi dello stadio. E il divorzio, apparentemente pacifico, è perfino degenerato in scontro in occasione di alcune trasferte del recente passato. Emblematica in tal senso, la battaglia a Matera del 2017, con le due anime del tifo cosentino a darsele di santa ragione nel settore ospiti tra gli sguardi attoniti degli spettatori di casa e del telecronista.
Oggi gli animi sono più pacati e la convivenza in trasferta fila liscia. Di tifare davvero insieme dentro il San Vito-Marulla, però, non se ne parla proprio. La Curva Sud fa i suoi cori, la Nord altri.
Nel match di domenica 18 contro l’Ascoli, invece, si tornerà ai vecchi tempi. Tutti uniti, anche se a distanza. In silenzio, però, per protesta contro l’ultima mossa di Guarascio e del club.
Ultras: il miracolo di Guarascio
Nella mattinata, infatti, il gruppo Anni Ottanta, anima della Nord, ha rilasciato un comunicato per annunciare l’accoglienza che riserverà alla squadra all’ingresso in campo: 15 minuti di silenzio. Il motivo? «Adesso il presidentissimo Guarascio ha deciso anche di chiudere la bocca ai tifosi e agli ultras che lo contestano. Una multa – si legge nella nota degli ultras – è stata notificata ad uno dei nostri lanciacori per aver osato intonare un coro offensivo, accompagnata da minacce di Daspo».
Che l’imprenditore lametino non brilli per tolleranza di fronte a chi ne critica l’operato è cosa nota in città. Sono ancora gli Anni Ottanta a ricordarlo: «Già qualche anno fa aveva applicato il cosiddetto “daspo societario” ad un tifoso ultrasessantenne che aveva osato contestarlo nella tribuna centrale». La novità però, si diceva, è un’altra. E cioè che l’astio verso Guarascio – dopo l’ennesimo inizio di stagione fallimentare – è cresciuto al punto tale che alla protesta della Nord si unirà anche la Sud.
«Indipendentemente dal settore in cui vengono applicati, questi provvedimenti assurdi rappresentano una minaccia per chiunque occupi i gradoni del Marulla. È per questo che tutto il popolo rossoblù – si legge in un altro comunicato, stavolta degli inquilini della Bergamini – deve dare un segnale unito e compatto. Invitiamo tutti coloro i quali prendono posto in Curva Sud a restare in silenzio per i primi 15 minuti della partita».
Un silenzio assordante
Niente cori all’unisono neanche stavolta, quindi. Ma «un silenzio assordante» sì. Poi l’amore per il Cosenza tornerà a trionfare (con voci distinte), sperando che i giocatori facciano altrettanto.
Quel quarto d’ora muto per una squadra che di buono ha avuto finora quasi solo il supporto dei tifosi non è una bella notizia. Resta un dubbio nei più disillusi: dopo 11 anni di disinteresse sul tema, basteranno gli ultras temporaneamente muti per convincere Guarascio a «riflettere su quale sarebbe l’atmosfera nel nostro stadio senza la spinta e la passione del suo pubblico»?