Un Gallo di troppo nel pollaio di Roberto Occhiuto

Moderato per scelta, ambizioso per natura. Campione di preferenze, amato da agricoltori e pescatori. Sognava il posto da numero uno in Cittadella, ha dovuto farsi da parte. Ma a suon di record. E la convivenza non è così semplice

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«Vorrei che la gente pensasse che ho cuore e talento che non derivano dai miei occhi blu». Gianluca Gallo è un po’ il Paul Newman della politica calabrese: non si può dire che non abbia cuore, o che gli faccia difetto il talento, o che non abbia gli occhi blu. O che – ma questo non c’entra con il divo hollywoodiano – la sua presenza non provochi fastidio e inquietudine al presidente della Regione.
Già, perché in una regione appena entrata nell’era Occhiuto, Gallo è, potenzialmente, l’angelo ribelle che rischia di essere scacciato proprio perché la sua presenza rappresenta una minaccia per il nuovo dominio.

Faccia d’angelo e tanta ambizione

Ha la faccia da serafino, il sorriso aperto e sfuggente, i colori chiari che suggeriscono fiducia. Guai a fidarsi, però: l’assessore all’Agricoltura è determinato al punto da essere spietato, ambizioso fino a diventare quasi avventato; ma è anche cauto e sa quando è il momento di tirare il freno, di aspettare.
In questi ultimi tre mesi, ha fatto della dissimulazione la sua cifra politica: presente, sempre e comunque, là dove accadono le cose e dove le decisioni avvengono, ma senza far rumore, senza nemmeno tentare di rubare il proscenio al caudillo del momento, quell’Occhiuto che, nella lotta per la conquista della Cittadella, lo ha battuto e vinto.
Per ora, solo per ora.

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Gianluca Gallo (a destra) con Roberto Occhiuto (al centro)

La grande nicchia di Gianluca Gallo

Gallo si sta facendo andar bene la sua grande nicchia, al cui interno c’è tutta la filiera agricola che rappresenta la spina dorsale di una regione che si vuole turistica e industriale, ma che è legata alla terra in modo indissolubile, con i suoi braccianti, i suoi piccoli proprietari, le tante e tante imprese che alla Regione chiedono soldi e attenzione.
Gallo è lì, al vertice di questo microcosmo produttivo che può disporre di centinaia e centinaia di milioni di euro provenienti da Psr, Pnrr e non solo.

È sempre sul pezzo, ogni giorno, tutti i giorni: dalla tutela del tartufo a quella del vino, dalla lotta alla processionaria alla salvaguardia dei boschi e delle aziende ittiche, dall’organizzazione del Vinitaly ai preparativi per il salone dell’agroalimentare di qualità. E tanto altro ancora. Si trova tutto sulla sua pagina Facebook, diventata uno straordinario strumento di promozione personale. Gallo alterna i post dedicati alla caccia e alla pesca a quelli più privati e pop. Ecco l’assessore mentre beve un bicchiere di vino, in posa su un campo di calcio con il figlio, intento a giocare a ping pong, su una giostra a cavalli.

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L’assessorato stretto

La narrazione social sembra funzionale a un progetto politico più ampio e a lunga scadenza. Il personaggio, del resto, non è di quelli che si accontentano. Fino all’ufficializzazione della candidatura alla presidenza della Regione, Gallo ha fatto le sue mosse per strappare la nomination finale del centrodestra, ma si è dovuto arrendere a un Occhiuto posizionato molto meglio nello scacchiere romano.
Chi lo conosce bene, tuttavia, è pronto a scommettere che le ambizioni dell’assessore sono ancora vive, tutt’altro che sopite. E, anche se la realtà visibile racconta il suo low profile quotidiano, la sua subalternità accettata, è molto probabile che Gallo si senta così, che intimamente si veda e si rappresenti come l’anti-Occhiuto in attesa del suo riscatto.

Il capo dell’agricoltura calabrese, dopo la morte della presidente Jole Santelli, aveva accarezzato l’idea di succederle, muovendosi su e giù per la Calabria quasi come un erede designato in attesa dell’incoronazione ufficiale. Certo è che, prima di accarezzare quel sogno, “faccia d’angelo” ha vissuto successi ma anche crisi che rischiavano di chiudere anzitempo la sua carriera, salvata solo da quell’ambizione sfrenata e comunque sufficiente a tenerlo a galla anche quando tutto sembrava finito.

La carriera di Gianluca Gallo

Sposato, padre di due figli, cattolico, avvocato, democristiano, poi Cdu, poi Udc, due volte sindaco della sua città, Cassano allo Ionio. Nel 2010, entra in Consiglio regionale con lo Scudocrociato. Quando quel mondo crolla, è tra i promotori di un avvicinamento dell’Udc al centrosinistra di Mario Oliverio. L’accordo, però, non si chiude per colpa del governatore.
E Gallo se la lega al dito, anche perché è costretto a riabbracciare un centrodestra votato a sconfitta certa e a candidarsi nella lista Casa delle libertà. Infatti, arriva secondo, con quasi tremila voti di distacco dall’unico eletto, Giuseppe Graziano. Non dimenticherà nemmeno questo fallimento. Gallo è fuori gioco, la sua storia politica sembra arrivata all’ultima pagina. È a questo punto che ne esce fuori la tempra.

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Il consigliere regionale dell’Udc, Giuseppe Graziano (foto Alfonso Bombini/ICalabresi)

Ingaggia una battaglia legale contro Graziano che arriva fino alla Corte costituzionale. A tre anni dal voto, la Corte d’appello di Catanzaro dichiara la decadenza del comandante del Corpo forestale (che aveva violato le regole sull’aspettativa). Gianluca Gallo può rientrare in Consiglio. Sa che manca poco alla fine della legislatura e non perde occasione per farsi pubblicità attaccando un Oliverio che, agli occhi dei calabresi, ha ormai esaurito ogni credito politico. Nel frattempo, l’ex sindaco diventa coordinatore provinciale di Forza Italia nel Cosentino. È un’altra svolta, perché inizia a rafforzare la sua rete.

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Gallo nostromo

Alle Regionali del 2020, i 6.500 voti ottenuti cinque anni prima diventano 12mila. Santelli lo mette a capo della grande nicchia agricola. E lui – a bordo delle sue amate Alfa Romeo – inizia a girare in lungo e in largo la Calabria. Cacciatori e pescatori lo amano, i produttori pure. È difficile trovare un titolare di azienda vitivinicola, florovivaistica o avicola che non lo abbia incontrato almeno una volta o che non ne riconosca i meriti. Anche perché, dalla cabina di comando della Cittadella, Gallo fa principalmente una cosa: sblocca pagamenti, decine e decine di milioni di euro distribuiti a pioggia in una terra arida di risorse.

L’endorsement non basta: Fi punta su Roberto Occhiuto

L’assessore, più che i canali ufficiali, usa i social per annunciare la distribuzione dei nuovi fondi. Instillando nel suo pubblico l’idea che, quasi quasi, quei soldi provengano direttamente dalle sue tasche. Tra tour continui nelle aree produttive della regione e i rubinetti dei finanziamenti sempre aperti, la popolarità di Gianluca Gallo cresce a dismisura. La fine anticipata della legislatura lo trova pronto per la grande prova, ma serve un endorsement di peso. Si dice che il suo principale sostenitore sia stato l’allora arcivescovo di Catanzaro-Squillace, nonché presidente della Conferenza episcopale calabra, Vincenzo Bertolone.

Vincenzo Bertolone, già arcivescovo di Catanzaro-Squillace

L’unica certezza è che Gallo deve infine ritirarsi in buon ordine per lasciare tutti gli applausi a Roberto Occhiuto. Forse, a quel punto, all’entusiasmo della sfida subentra la paura delle possibili reazioni del vincitore, conosciuto negli ambienti della politica per il suo «carattere vendicativo». «Gallo – racconta un’autorevole fonte del centrodestra – era sicuro di essere rieletto, ma temeva di non essere confermato in Giunta per via delle sue manovre per la candidatura alla presidenza. Così si è impegnato al massimo per un risultato che non lasciasse alternativa al nuovo governatore».

Il record di voti in Calabria

I 12mila voti del 2020, in poco più di un anno, diventano allora 21mila, un record incredibile su cui si sono appiccicati diversi sospetti. In primis, quelli del vecchio nemico, Oliverio: «Alcuni assessorati si sono trasformati in bancomat». Pronta la risposta di Gallo, che sa di tremendissima vendetta per quel no ricevuto nel 2014: «Oliverio farebbe bene a impegnarsi per comprendere le ragioni del suo disastro elettorale».
Il potente assessore, anche Graziano lo sa, è uno che non dimentica mai i torti e le delusioni. Occhio agli occhi blu, Occhiuto.

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Gianluca Gallo festeggia a Cassano la rielezione in consiglio regionale con oltre 21mila preferenze

 

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