Guardare la pagliuzza e non la trave, è questo quello che apparentemente avrebbe fatto il presidente della Regione Roberto Occhiuto quando ha annunciato sui social la rimozione della dirigente del settore turismo coinvolta nell’ormai nota determina da 164mila euro per i gadget promozionali.
«Non condivido importo e procedure» ha dichiarato Occhiuto, suscitando le ire del sindacato dei dirigenti degli enti locali (Direl) che, riservandosi di tutelare «la dignità della categoria dei dirigenti e dei dipendenti pubblici» nelle sedi opportune, specifica che «ove l’organo politico avesse avuto delle riserve da manifestare nei confronti della legittimità del provvedimento avrebbe potuto formulare i dovuti rilievi alla dirigenza in forma rituale ed ai sensi di legge e non mediante l’uso dei social».
Approfondendo la questione, però, si intravedono responsabilità politiche che si tentano di (mal)celare, mettendo alla gogna dirigenti e burocrati che, come risulta dagli atti, hanno seguito indicazioni arrivate proprio dalla Giunta presieduta da Occhiuto.
Gadget gate, la determina “incriminata”
La determina da cui nasce il “Gadget gate” è la numero 5443 del 18 maggio, firmata dalla dirigente del settore “Promozione della Calabria e dei suoi asset strategici, spettacolo e grandi eventi, marketing territoriale” del Dipartimento Turismo, l’avvocata cosentina Gina Aquino, spostata in quel settore pochi giorni prima, il 3 maggio.
È finita lei sul banco degli “imputati” (o meglio dire, dei “revocati”) a seguito della sfuriata social di Roberto Occhiuto.
In quella determina, come è noto, si procedeva all’affidamento diretto per 164.122,94 euro, alla società Pubbliturco di Rende, di Vittorio e Valentina Turco, per la fornitura di gadget promozionali personalizzati per “Calabria Straordinaria”. Ossia il claim promozionale per il turismo promosso dall’assessore al ramo in quota Fratelli D’Italia, Fausto Orsomarso. Era anche l’hashtag della sua ultima campagna elettorale.
Responsabile del procedimento in quella determina è il dipendente con posizione organizzativa in quel settore (nominato dalla Dg Antonella Cauteuriccio e dal dirigente di settore scopellitiano Cosimo Caridi con determina 1142 del 8 febbraio 2022), Luca Gennaro Fregola, già componente dell’ufficio di Gabinetto dei Presidenti di Regione Jole Santelli e Nino Spirlì.
La proposta è di Orsomarso
Allegato alla deliberazione della Giunta regionale n. 59 del 18 febbraio scorso, troviamo il “Piano Esecutivo annuale 2022”. E, benché la firma in calce alla deliberazione sia di Roberto Occhiuto, come assessore proponente viene indicato Fausto Orsomarso.
Nell’allegato, al punto 3.3.8., rubricato “Marketing off-line: Promozione e Comunicazione” c’è scritto che: ”Le azioni riguardano lo sviluppo di campagne di comunicazione, (legate anche a CALABRIA STRAORDINARIA, il progetto-quadro di comunicazione strategica e di riposizionamento nazionale e internazionale dell’immagine complessiva della regione) su carta stampata, web e radio, tv, stazioni ferroviarie, grandi superfici di vendita, grandi eventi mediatici e sportivi”.
Tra ciò che rientrava espressamente a titolo esemplificativo in quella categoria viene, nero su bianco, riportato lo “Sviluppo linea merchandising e gadget” e come fonte finanziaria i Por e i Pac.
Nella successiva deliberazione della Giunta, la 189 del 3 maggio, avente ad oggetto “Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007-2013. Approvazione rimodulazione scheda intervento III.7 “Interventi per la promozione e la produzione culturale”, tra le declinazioni delle azioni di promozione e marketing, viene, nuovamente, menzionato il “Marketing Off-line” quale azione di sviluppo anche di Calabria Straordinaria, che include espressamente lo “Sviluppo linea merchandising e gadget”.
Gadget gate, lo scaricabarile sulla dirigente
In quell’atto, la Giunta prende atto “delle esigenze manifestate dai Dirigenti Generali dei Dipartimenti interessati” e approva “la rimodulazione della Scheda III.7 Interventi per la promozione e la produzione culturale, restando immutata la relativa dotazione finanziaria, pari a Euro 28.750.000,00”.
Ecco che la responsabilità è politica. E difficilmente può ricadere su una dirigente regionale nominata in quel settore dieci giorni prima di una determina che è conseguenza di un piano approvato nel mese di febbraio. Pertanto, in attesa dell’annunciato provvedimento di revoca della dirigente (in merito al quale i sindacati hanno già promesso battaglia), si tenta di mettere sotto al tappeto le responsabilità dell’assessore al ramo, già “assolto” pubblicamente dallo stesso Occhiuto.
La Pubbliturco e la Regione
I due soci della Pubbliturco s.r.l., beneficiaria dell’affidamento diretto nel “Gadget gate”, sono i fratelli Vittorio e Valentina Turco. Quest’ultima è stata legata sentimentalmente ad Alessandro Martire, collaboratore della sindaca di San Giovanni in Fiore Rosaria Succurro (e prima ancora fedelissimo dell’assessore De Cicco a Cosenza) ed è vicina professionalmente a Luigi Vircillo, già responsabile della comunicazione della Presidente Jole Santelli.
L’azienda non è nuova ai finanziamenti regionali. Risulta sul Burc, difatti, un finanziamento dal Fondo per l’occupazione e la crescita di 78 mila euro nel 2016, un’aggiudicazione di servizio per 39mila euro oltre iva nel 2018 per informazioni e pubblicità del PSR Calabria 2014-2020, di 38mila euro nel 2019 per servizi e forniture per la partecipazione della Regione alla “Notte dei ricercatori”. E poi altre decine di migliaia di euro nel 2021 per magliette e cappellini destinati agli operatori volontari del servizio civile universale.
Nonostante le simpatie politiche, però, il nome della Pubbliturco è finita sul post social con tanto di X rossa del Presidente della Regione, facendo il giro d’Italia. Ora che la “determina a contrarre” nei loro confronti, firmata dalla dirigente Aquino, verrà revocata, qualora all’annuncio di Occhiuto seguano i fatti, è lecito chiedersi se alle già eventuali conseguenze legali, vi saranno anche conseguenze politiche. Che non riusciranno a stare sotto quel tappeto dove si son già tentate di nascondere le responsabilità di Fausto Orsomarso.