Figoli e il voto a Cirò: «Su di me solo illazioni»

La risposta del responsabile dell'ufficio finanziario del Comune del Crotonese a quanto pubblicato da I Calabresi e la nostra controreplica

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Nel servizio giornalistico dal titolo “Vuoi i voti della ‘ndrangheta? E a Cirò cala il silenzio” a firma di Alessia Bausone, leggo quanto segue:
Oggi si vocifera con insistenza di un suo ritorno a Cirò nella qualità di vicesindaco della futura amministrazione Sculco. Ma solo se il cugino presente in lista, Andrea Grisafi, fosse il più votato tra i candidati. Certamente godrà dell’appoggio del responsabile dell’ufficio finanziario del Comune, lo zio di Dell’Aquila (fratello della madre), Natalino Figoli, recentemente finito nell’occhio del ciclone per presunte irregolarità nel concorso per gli autisti dello scuolabus e, prima ancora, per le tasse universitarie pagate dal Comune (circostanza citata nel decreto di scioglimento). Presente in lista anche una giovane parente del consigliere regionale del M5S, Francesco Afflitto, Martina Virardi con sostegno (almeno virtuale, con “like” social) dell’ex maresciallo dei carabinieri di Cirò, Diego Annibale, a processo per rivelazione di segreto d’ufficio proprio a favore del citato Figoli.

Non ho subito alcuna condanna penale o civile in riferimento ai fatti elencati ed essendo la responsabilità penale del tutto personale non esiste alcuna ragione per essere coinvolto in fatti di cui sono totalmente estraneo e ignaro.
Non si capisce inoltre che cosa possa comprovare la segnalata parentela con il figlio di mia sorella con il quale non ho nessun rapporto di lavoro o di relazioni, se non il fatto di essere mio nipote.

Smentisco che il soggetto citato possa “godere dell’appoggio del responsabile dell’ufficio finanziario del Comune” come erroneamente e falsamente sostenuto, istillando nel lettore il dubbio che il sottoscritto possa compiere atti contrari al normale svolgimento delle proprie mansioni.
Il tutto è frutto di illazioni e di conclusioni personali della giornalista, con approvazione del direttore responsabile, che non sono provate da nulla e di fatto diffamano la mia reputazione.

Pertanto valuterò di rivolgermi alle Autorità precostituite a difesa e a tutela della mia onorabilità. Segnalerò inoltre all’Ordine dei Giornalisti Nazionale la condotta priva di ogni deontologia professionale della giornalista citata che mira non a informare il lettore ma a screditare ad arte e mestiere persone, come il sottoscritto.

Cordialmente,

Natalino Figoli

 

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La replica di Alessia Bausone a Natalino Figoli

L’articolo, come chiunque può appurare dalle frasi che Figoli stesso cita, non gli attribuisce «alcuna condanna penale o civile in riferimento ai fatti elencati», per usare la sua espressione. Né tantomeno instilla dubbi su «atti contrari al normale svolgimento delle proprie mansioni»: dare il proprio eventuale sostegno elettorale a un parente – o avere un nipote – non sarebbe certo reato e sfugge in che modo ciò possa ledere l’immagine di Figoli.

Ritengo sia curioso l’invio di una richiesta di rettifica proveniente non dalla mail personale dell’interessato ma dalla mail della ragioneria del Comune di Cirò, essendo, in quest’ultimo caso, tra l’altro, obbligatoria per legge (ex art. 53, comma 5 del DPR 445/2000) la protocollazione in digitale di tutte le comunicazioni in uscita, cosa non avvenuta.
Nel merito, invito il diretto interessato ad una rilettura attenta del servizio giornalistico, che tocca, solo di sfuggita, le simpatie politiche di Figoli, platealmente manifestate nel profilo social Facebook che ha deciso di chiudere dopo la pubblicazione di questo articolo.

Per meglio precisare fatti afferenti lo stesso Figoli, l’ex comandante dei carabinieri Diego Annibale, citato nel pezzo, risulta rinviato a giudizio per aver rilevato (sempre nell’ipotesi accusatoria al vaglio del Tribunale) informazioni secretate su un procedimento di riabilitazione ex art. 178 c.p. (cioè di “pulitura” del casellario giudiziario a seguito di condanna definitiva o decreto penale di condanna) promosso dallo stesso Figoli a suo favore.

Inoltre, nella relazione prefettizia (redatta ai sensi dell’art. 143, comma 3, del D.lgs 267/2000 del 6 agosto 2013) in cui emerge la questione delle tasse universitarie pagate dal Comune, si legge chiaramente, anche, che nel 1999 è stata applicata su richiesta delle parti, nei confronti di Figoli, «la pena di reclusione di anni 1 e mesi 10, oltre alla sanzione pecuniaria, tra l’altro per i reati di ricettazione e soppressione di atti veri».
Inoltre, nel predetto atto, si legge che Figoli, come specificato in relazioni di servizio dell’Arma dei Carabinieri, «è stato notato nel periodo che va dal 1992 al 1995 con esponenti al vertice della cosca cirotana» e che «a prescindere dall’esito giudiziario» questi  incontri hanno «una precisa significatività».

Certa di aver fatto una operazione di ulteriore chiarezza a favore del pubblico e dello stesso Figoli, continuo con serenità la mia attività di inchiesta.

Alessia Bausone

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