Coca a fiumi a Gioia Tauro: ‘ndrangheta sul podio del narcotraffico

Il report annuale della Direzione antidroga del Viminale ci inchioda: dopo il Covid lo spaccio ha ripreso a prosperare e il porto calabrese batte tutti i record nei sequestri di droga e riacquista il suo ruolo storico di base logistica della mafia

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’Ndrangheta spa torna sul podio. E riconquista lo scettro di organizzazione criminale top nel traffico di stupefacenti, cocaina e marijuana in particolare.
Infatti, la maggior parte dei sequestri di “neve” ed “erba” del 2022 è avvenuta nel porto di Gioia Tauro, tornato anch’esso ai vecchi “allori”.
Questo dopo un paio di anni di delocalizzazione nei porti di Livorno, La Spezia, Genova, e del litorale laziale.
Sono i primi risultati del corposo dossier annuale della Dcsa (Direzione centrale servizi antidroga) del Viminale. Il dossier attesta la ripresa del narcotraffico ai livelli pre pandemia, con particolare incremento della cocaina.

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Un cane antidroga della Guardia di finanza

Il narcotraffico dopo il Covid

Il progressivo rientro alla normalità e il sostanziale superamento dei limiti alla mobilità di persone e merci ha riattivato i business mafiosi. Cala il numero delle tonnellate totali sequestrate dalle forze dell’ordine tranne per la cocaina.
Si legge infatti nel report: «Il volume totale dei sequestri di droga è passato dalle 92,79 tonnellate, rinvenute nel 2021, alle 75,01 tonnellate del 2022, con un decremento percentuale del 19,17%; si può osservare, però, nei risultati, suddivisi per tipo di sostanza, una sensibile crescita dei sequestri di cocaina. Il risultato complessivo, comunque, è il sesto più alto nella serie decennale; se si esclude il quinquennio 2014-2018 e lo scorso 2021, periodi segnati da particolari e contingenti elementi di caratterizzazione, non era mai stato raggiunto un livello di sequestri così consistente, negli ultimi 40 anni».

’Ndrangheta Über Alles

Sulla leadership delle ’ndrine non ci sono dubbi. Infatti, prosegue il dossier: «In questo complesso scenario, si rafforza il ruolo egemone della ‘ndrangheta calabrese, che continua a rappresentare l’organizzazione mafiosa italiana più insidiosa e pervasiva, caratterizzata da una pronunciata tendenza all’espansione sia su scala nazionale che internazionale ed una delle più potenti e pericolose organizzazioni criminali al mondo».
Grazie alla presenza di propri esponenti e broker operativi nei luoghi di produzione e di stoccaggio temporaneo delle droghe, la mafia calabrese è l’organizzazione più influente nel traffico della cocaina sudamericana.
La disponibilità di ingenti capitali illeciti e una spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti del traffico le hanno permesso, nel tempo, di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale.

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I sequestri di droga regione per regione secondo la Dcsa

Calabria e droga: un primato in cifre

Consideriamo le quantità sequestrate e rapportiamole sulle macroaree. Nel 2022, Sud e Isole sono in testa con il 56,87% del totale. Seguono il Nord con il 25,88% e il Centro con il 17,25%.
La Calabria, con 19.459,72 kg di droga, emerge in assoluto nel Paese. Ciò grazie ai sequestri di cocaina a Gioia Tauro per 16.110,38 kg. Subito dopo, in classifica, Sardegna, Lazio, Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Liguria e Toscana.
Per quel che riguarda le macroaree, i sequestri di cocaina risultano distribuiti per il 69,99% al Sud e Isole, per il 16,20% al Centro e per il 13,81% al Nord. Le regioni in cui si è sequestrata più coca sono Calabria, Lazio, Campania, Liguria, Friuli, Toscana, Veneto, e Lombardia.
La frontiera marittima, con 20.050,38 kg, si conferma lo scenario operativo caratterizzato dai maggiori sequestri. In questo caso, il decremento dell’incidenza rispetto al totale degli ambiti frontalieri è minimo: dal 98,88% del 2021 al 98,15% del 2022. Vince Gioia Tauro, che incide per l’80,35% (16.110,38 kg). Lo seguono a distanza Civitavecchia (1.187,19 kg) e Trieste (730 kg).

Goia Tauro: il porto della droga in Calabria

Il porto di Gioia Tauro appare ben 260 volte nel dossier annuale della Dcsa del Viminale. Nella parte finale del rapporto c’è un capitolo a parte tra i grandi approdi marittimi internazionali che ne parla diffusamente.
A Gioia Tauro, nel 2022 è stata sequestrata la più alta quantità di cocaina, 16.110,38 kg, pari all’80,35% dei quantitativi rinvenuti presso la frontiera marittima (20.050,38), al 78,86% del totale della cocaina rinvenuta presso tutte le frontiere (20.429,31 kg) e al 61,73% della coca sequestrata a livello nazionale (26.099,36 kg). Seguono i porti di Civitavecchia (1.187,19 kg) e di Trieste (730 kg). Lo stesso andamento si osserva anche negli anni precedenti.
nel porto di Gioia Tauro. Nel 2020, su 10.479 kg di cocaina sequestrati alla frontiera marittima, 6.186 kg sono stati rinvenuti a Gioia Tauro (pari al 59%).

Le banchine del porto di Gioia Tauro

Sniffare in Calabria

Se si analizzano i dati in possesso della Direzione, a partire dal 2017, il porto di Gioia Tauro è quello in cui sono stati sequestrati i maggiori quantitativi di cocaina, fatta eccezione per il 2018 e 2019 (anni in cui viene superato, rispettivamente, dal Porto di Livorno e Genova nel 2018 e dal solo Porto di Genova nel 2019). Nel 2022, è confermato il trend che, negli ultimi 5 anni, evidenzia una crescita costante dei quantitativi di cocaina sequestrati nel porto di Gioia Tauro (si passa dai 217,78 kg del 2018 ai 16.110,38 kg del 2022). La coca arriva in Calabria soprattutto da Ecuador e Brasile. Sono dati chiari, da analizzare a fondo, insieme a tutta l’altra enorme mole del dettagliato report governativo. La cocaina torna in Calabria.

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