La primavera si è vista poco ma prima o poi arriverà l’estate, quindi ferie e week end al mare. Vogliamo scommettere che, anche quest’anno terranno banco, in Calabria, la depurazione e i suoi problemi?
Gli ultimi dati regionali ufficiali si trovano nell’annuario di Arpacal sull’ambiente.
Lo scorso marzo il governatore Occhiuto ha dichiarato l’inizio della tolleranza zero su quest’argomento, che inevitabilmente tocca i cittadini e, va da sé, i turisti.
Sos depurazione in Calabria: la regione “avvisa” i sindaci
Alla dichiarazione è seguito il classico colpo d’avvertimento. In questo caso, una nota del 23 marzo, con cui, Salvatore Siviglia, il direttore generale del Dipartimento regionale territorio e tutela dell’ambiente, si rivolgeva ai sindaci. Ecco il testo: «Al fine di migliorare il grado conoscitivo degli impianti di depurazione presenti nella Regione Calabria con la presente si chiede ai signori sindaci in indirizzo di provvedere, con l’ausilio dei propri uffici tecnici, alla compilazione di un apposito form».
Questa discovery non è proprio immotivata. Si pensi che nell’ultimo dossier di Arpacal del 2022 su 102 depuratori controllati 36 erano risultati irregolari, 25 non conformi per parametri chimici non regolari e 29 non conformi per presenza fuori quota di escherichia coli.
Arpacal, si legge nell’annuario ambientale (che potrebbe e dovrebbe essere molto più chiaro e specifico), ha trovato nei depuratori incriminati tracce irregolari di sostanze chimiche, soprattutto derivate da concimi e fertilizzanti, e tensioattivi di origine organica.

Depurazione in Calabria: tutte le strutture irregolari
In provincia di Catanzaro sono risultati irregolari 5 depuratori, a Cosenza 11, a Crotone 6, a Reggio Calabria 6 e a Vibo 8. Totale: 36 depuratori non regolari per diversi motivi. La balneazione, al momento, è messa bene. Almeno sulla carta. Basterebbe confrontare i dati del 2022 con quelli dell’anno precedente. Da questo paragone si ricava che le acque di balneazione nel 2022 sono state ritenute “eccellenti” per l’88,47%; “buone” per il 6,81%, “sufficienti” per il 2,31%, mentre restano “scarse” il 2,41% delle acque esaminate.
Il podio va alla costa catanzarese, che si estende per circa 102 km, con acque che Arpacal considera “eccellenti” al 100%. Ma lievi miglioramenti si sono registrati tra i dati del 2021 e quelli del 2022, sulle coste del vibonese (87,82%) e del cosentino (81,14). Sostanzialmente stabili invece le condizioni delle acque balneabili nel reggino (84,44%) e nel crotonese (99,09).

Calabria maglia nera nella depurazione
Ma in Calabria ancora troppe zone sono sotto procedura d’infrazione europea. Per rendersi conto, basta un’occhiata al sito del Commissario straordinario unico per la depurazione, dove risultano ancora 155 procedure aperte contro la Calabria, che fa a gare con la Sicilia per il numero maggiore di infrazioni.
Inoltre, interi agglomerati urbani non sono collettati alla rete e scaricano a cielo aperto. Perciò, in alcuni tratti il mare resta ancora inquinato. Non finisce qui: mancano alla conta le zone interne.
Saremo pure in leggero miglioramento, ma c’è ancora troppo da fare.
Se ne sono accorti ai piani alti di Germaneto, visto che la Giunta regionale ha stanziato gli scorsi giorni 18,5 milioni di euro.
«Tra depuratori da sostituire o ammodernare», si legge in una nota della Regione, «per accogliere anche le acque di scarico dei Comuni che ne sono privi, saranno oltre 500 gli interventi programmati, quasi tutti sulla fascia Tirrenica, la più danneggiata dalla mala depurazione, ma anche la più frequentata dai turisti grazie all’alta velocità, l’aeroporto e l’autostrada che la collegano al resto d’Europa». Questo con buona pace delle vecchie polemiche di Fausto Orsomarso.

Occhiuto e la depurazione: si accettano scommesse
Roberto Occhiuto la settimana scorsa ha ripreso la “croce” della depurazione. E, al di là del consueto ottimismo, non ha nascosto i guai: «In Calabria abbiamo 539 depuratori, sono molti di più in rapporto agli abitanti equivalenti netti di altre regioni e poi abbiamo un sistema depurativo che non funziona. Evidentemente su, questo settore, per decenni in Calabria, non si è governato come era necessario».
La domanda, a questo punto, è scontata: la nuova legge su Arpacal e gli interventi programmati da Occhiuto e soci basteranno a togliere alla Calabria la maglia nera sulla depurazione o se ne serviranno altri? Solo il tempo darà una risposta. Ora vediamo quel che accadrà nella stagione balneare tra poco alle porte.
Per il resto, si accettano scommesse.