«Ci sono due modi di non essere né di destra né di sinistra: un modo di destra e uno di sinistra». La frase è dello scrittore francese Serge Quadruppani ed è citata in un datato ma interessante articolo scritto da Wu Ming 1 sul blog del collettivo di scrittura diventato un punto di riferimento per la sinistra radicale italiana. Per indagare a quale dei due modi appartenga il non essere né di destra né di sinistra dell’ex pm Luigi de Magistris non vale la pena scomodare Norberto Bobbio e nemmeno Giorgio Gaber.
Può però essere interessante mettere insieme un po’ di fatti e dichiarazioni. E misurare, ognuno col proprio metro di giudizio, quanto sia ascrivibile alla categoria della paraculata politica ammiccare un po’ di qua e un po’ di là. O se, invece, sia giusto superare le categorie tradizionali per parlare alle persone al di là delle appartenenze.
Liste rosse
Il dato di fatto è uno: le liste che sostengono la corsa di de Magistris alla Regione sono piene di gente di sinistra. Ma di sinistra sinistra, che rivendica orgogliosamente non solo l’appartenenza ma anche una militanza vera che – va dato atto a molti di loro – sui territori si fa, proprio fisicamente, sempre più difficile. Non solo la lista di Mimì Lucano – così lo chiama, e non Mimmo, chi lo conosce da prima che diventasse una star e che venisse travolto dall’inchiesta della Procura di Locri – ne è piena. Lo è anche il movimento “Calabria resistente e solidale” che raccoglie molta Rifondazione comunista e buona parte di Potere al popolo. E pure quelle direttamente riferibili all’aspirante presidente sono zeppe di chi non ha timore a dichiararsi di sinistra.
Uno di questi, per esempio, è il reggino Saverio Pazzano, apprezzato esponente di quella società civile impegnata in politica che qualche tempo fa, in riferimento alle elezioni comunali della sua città, scriveva: «Se fossi di destra – e non lo sono –, vorrei capire che significa dire “né di destra né di sinistra”. Perché, se è giusto e comprensibile che lo pensi un cittadino, sarei preoccupato se lo dicesse un amministratore. Un conto è il dialogo con tutte e tutti, un conto è non avere un’identità politica e stare esposto al vento degli accordi e delle convenienze».
Una nuova declinazione
Lo stesso de Magistris, intervistato dall’agenzia Dire il 23 gennaio 2018, espresse – erano prossime le elezioni politiche – pubblico apprezzamento per la lista di Potere al Popolo. Per essere più aggiornati, e andare proprio all’oggi (in senso letterale), è di questa mattina l’annunciata partecipazione all’incontro pubblico “Problemi territoriali, malapolitica, sanità” organizzato dal circolo “Antonio Gramsci” di Carolei. L’appartenenza di de Magistris al campo della sinistra ha però assunto una nuova declinazione proprio con l’avvio della sua campagna elettorale calabrese.
Voti da destra
A febbraio di quest’anno, in diretta a Tagadà su La 7, se ne sono scorti i primi segnali: «Io sono un uomo di sinistra che parla alle calabresi e ai calabresi. La nostra è una candidatura di alternativa al consociativismo che finora ha governato nei decenni la Calabria. Ci rivolgiamo a tutti, con una coalizione civica che ora si sta allargando sempre di più, c’è grande entusiasmo. Ci rivolgiamo a elettrici e a elettori che stanno tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra».
Gli interventi di questi mesi hanno confermato l’andazzo. Intervista al Manifesto, 29 gennaio 2021: «La mia è una candidatura alternativa a quel ceto di destra e di sinistra che ha depredato una regione». E ancora: «Il mio è un discorso indirizzato a tutti i calabresi, senza recinti o gabbie».
Intervista alla Gazzetta del Sud, 2 settembre: «Noi non abbiamo residenza nel campo del centrosinistra, abbiamo fondato un Polo civico e popolare». E giù a polarizzare: «Mi pare che in campo ci siano due schieramenti: da una parte Occhiuto-Bruni e i loro trasversalismi, dall’altra parte noi».
Da una Napoli all’altra
Di pari passo sono andati gli ammiccamenti anche a una “certa” destra. È noto l’appoggio di Angela Napoli, cinque legislature in Parlamento e un percorso politico all’insegna dell’intransigenza legalitaria iniziato con l’Msi. In un’intervista al Quotidiano del Sud il 7 agosto Napoli spiega: «Lo conosco da quand’era magistrato a Catanzaro e fin da allora ho sposato le sue inchieste. Eravamo amici e lo siamo ancora oggi. So che è di sinistra, le mie idee sono differenti, ma ci sono valori comuni che vanno al di là».
Il 9 settembre arriva l’appoggio ufficiale del movimento “Buona destra”: «Bisogna operare scelte decisive e schierarsi con quelle forze sane, che presentino Uomini e Progetti che militino dalla parte della Legalità, della Competenza, del Merito. Formulare Patti Civici che siano fondati sulla Professionalità e non sull’interesse, che provengano dal “basso”, dalla Società Civile e non dalle ville lombarde o, ancora peggio, dai salotti romani. Per questi motivi, senza ombra di dubbio, ci schieriamo ‘Apertis Verbis’ con Luigi De Magistris, a cui riconosciamo: Coerenza, Impegno, e Capacità di Governo».
Contro il populismo a elezioni alterne
“Buona destra” è un partito, già centro studi, fondato da Filippo Rossi, giornalista e ideologo di Gianfranco Fini ai tempi di Futuro e Libertà. Le sue idee si rifanno a una destra repubblicana, antisovranista, contro gli estremismi, europeista, liberale ma che non nasconde il suo sguardo conservatore. «Autorevole ma non autoritaria, in grado di dare risposte concrete senza semplificare la realtà in italiani e stranieri, “onesti” e corrotti», si legge nella descrizione del libro di Rossi “Dalla parte di Jekyll: Manifesto per una buona destra”).
Il suo manifesto prevede, tra le altre cose, di «contrastare il “Partito Unico della Spesa” che da destra a sinistra insegue demagogicamente gli elettori», di «difendere e servire sempre i diritti e mai i privilegi e rifuggire la demagogia, il populismo e il sovranismo ingannevoli e strumentali», di «chiarire che il sacro dovere di salvare vite umane in mare non coincide con il dovere dell’accoglienza sempre e comunque». Alle Comunali di Roma è stato reso noto il sostegno di “Buona destra” a Carlo Calenda.
I dubbi da sinistra
Ora, può essere utile magari interrogarsi su cosa pensino Lucano o i tanti rifondaroli dell’approccio “oltre” la destra e la sinistra di de Magistris. Ma visto che nel discorso sulla contestata doppiezza politico-morale dell’ex pm ricorre spesso anche la contrapposizione giustizialismo/garantismo, aggiunge certamente un valido elemento di riflessione l’opinione che un altro magistrato non certo di destra – è esponente di Magistratura democratica – ha espresso circa la campagna calabrese del sindaco di Napoli.
Emilio Sirianni, in passato incolpato dal Ministero della giustizia (e poi assolto dalla sezione disciplinare del Csm) per aver dato consigli proprio all’ex sindaco di Riace mentre questi era sottoposto a indagini, nei mesi scorsi ha scritto di de Magistris: «Che un simile campione possa essere acclamato da politici di destra, più o meno camuffati, non stupisce. Ma la possibilità che possa esserlo anche a sinistra, atterrisce».