Crotone: la città dell’eterna crisi idrica

Persino durante la festa della Madonna di Capo Colonna è mancata l'acqua. Tubature colabrodo e tre società che gestiscono la stessa condotta. E pure la provincia spesso resta a secco

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Crotone è rimasta per qualche giorno senz’acqua, per l’ennesima volta. È una storia che si ripete quasi all’infinito. Un tubo si rompe, si grida allo scandalo, si chiedono tavoli tecnici, si parla di soluzioni definitive. E poi si rimane fermi, fino alla prossima emergenza.
Questa volta, la rottura dell’adduzione principale, che collega la vasca di Calusia con il potabilizzatore, è avvenuta nel momento peggiore possibile. I rubinetti della città sono rimasti senza acqua durante i giorni della festa della madonna di Capocolonna. Un danno d’immagine ed economico, viste le difficoltà delle attività commerciali.

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La sacra effige della Madonna di Capo Colonna in processione (foto pagina facebook Santuari Italiani)

Il permesso della Procura per riparare la perdita

Da 12 al 14 maggio, buona parte della città non ha ricevuto niente, oppure ha visto il servizio funzionare ad intermittenza. A rallentare ancora di più il tutto, il fatto che è servito il via libera della Procura per riparare la perdita: la tubazione, in località Margherita, si trovava in un’area sottoposta a sequestro.
Per mettere una pezza, la Sorical ha attivato un piano di emergenza. La società ha attivato una condotta di emergenza per prendere l’acqua grezza dal bacino Sant’Anna. Una mossa insufficiente: i livelli del bacino non possono garantire la copertura di tutta la città. infatti, fin da subito il commissario della società, Cataldo Calabretta, ha avvisato che il servizio non sarebbe stato ripristinato completamente.

Al momento, l’allarme è rientrato. Il guasto è stato riparato, ma il lavoro di manutenzione non è finito. Dal 25 al 28 maggio, Crotone rimarrà di nuovo senz’acqua. Il Corap è al lavoro per degli interventi di manutenzione straordinaria sulla condotta di adduzione.
Le scuole di ogni grado rimarranno chiuse per 3 giorni. Per limitare i disagi, delle autobotti verranno piazzate in varie zone della città, per distribuire l’acqua agli abitanti. «Congesi prevede una serie di manovre da effettuare sui serbatoi cittadini per garantire, attraverso turnazioni, equamente il servizio idrico in tutti i quartieri della città», si legge nel comunicato del Comune.

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Salvini e Cataldo Calabretta

L’eterno ritorno dell’uguale

Ad alimentare l’eterna crisi dell’acqua in città è la condizione pietosa delle tubature. Ciclicamente, le vecchie tubature di cemento armato si rompono. Il più delle volte, accade nei mesi di luglio e agosto.
Negli ultimi anni, quasi ogni estate ci sono verificati dei guasti, sparsi in varie zone della città, o della provincia, come la rottura della conduttura a Belvedere Spinello, nel 2021. A maggio 2020 si ruppe una condotta gestita dal Corap, in località Iannello di Rocca di Neto. Il mese dopo, un altro guasto ad una tubatura Corap. E così, ogni volta.
Le rotture tendono a concentrarsi sulla condotta di adduzione principale, che porta l’acqua del fiume Neto che si trova nella vasca di Calusia fino al potabilizzatore di Crotone, gestito dalla Sorical.

Tre società per una condotta

A complicare le cose è la gestione labirintica della fornitura d’acqua, che è di competenza regionale. L’impianto idrico è affidato a tre società: la Sorical, la Corap e il Consorzio di Bonifica Ionio Crotonese. Ogni volta che si verifica un guasto, la prima cosa da fare è capire di chi sia il tratto, e attivare chi di competenza.
Il servizio integrato, invece, fa capo alla Congesi, il consorzio di 14 comuni della provincia crotonese.
Questa frammentazione è uno dei motivi per cui il rinnovamento delle infrastrutture va a passo di lumaca. Gli accordi tra le parti sono sempre complicati, e i litigi sono frequenti, tra accuse di mancati pagamenti e di forniture mai ricevute.

Ora che si fa?

Nel frattempo, si cercano soluzioni per ovviare all’eterna crisi. Il sindaco della città Vincenzo Voce, lo scorso 18 maggio ha chiesto il ripristino del serbatoio di San Giorgio.
L’impianto ha più di 20 anni: è stato costruito nel 2000, e non è mai stato attivato.

«Il serbatoio non è stato mai messo in funzione e negli anni ha subito danneggiamenti, con l’asportazione di tutte le attrezzature elettromeccaniche, ed anche le condotte di alimentazione e di presa, essendo realizzate in acciaio e prive di protezione catodica, risultano in pessimo stato di conservazione», ha fatto sapere il sindaco Voce in una nota.
Anche se il progetto dovesse andare in porto, la rimessa in funzione richiederà del tempo. Nei giorni scorsi, comunque, il sindaco ha chiesto un nuovo incontro a tutte le parti coinvolte, per trovare una soluzione condivisa. L’ennesima tavola rotonda.

L’acqua potabile che finisce in mare

La dispersione dell’acqua dovuta da un infrastruttura obsoleta è un problema che riguarda tutto il paese. Nel 2020, secondo i dati dell’Istat, il 36,2% dell’acqua immessa nella rete italiana è andata perduta, si tratta di 0,9 miliardi di metri cubi, una cifra che è difficile anche immaginare.
Il problema è più accentuato a sud, e Crotone ne è uno degli esempi massimi. il presidente della Congesi, Claudio Lotti, nel 2021 si lamentava che la metà dell’acqua consegnata da Sorical si perdeva sotto terra.
Senza contare che una buona porta dell’acqua viene persa a causa delle perdite delle tubature fatiscenti. Quando non finisce direttamente a mare.
Proprio il Consorzio di Bonifica dello Ionio crotonese, ad agosto del 2021, ha denunciato un enorme spreco d’acqua. Secondo loro più di 200 milioni di litri cubi di acqua potabile all’anno finiscono per essere scaricati in mare.

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Lungomare di Crotone (foto © Agostino Amato)

«Un privato – spiega Claudio Lotti – viene legittimato a produrre energia e profitti con concessioni di uso di acqua pubblica e […], può tranquillamente sversare l’acqua a mare mentre, nei periodi di piena emergenza, pretende, dalla stessa Regione Calabria, quei rilasci in più che invece sono indispensabili per comuni ed imprese agricole e turistiche».
L’attacco è rivolto alla A2A, la società idrica proprietaria delle centrali idroelettriche di Orichella, Timpagrande e Calusìa. Dall’azienda avevano fatto sapere che «quanto avviene alla risorsa idrica a valle dello scarico della centrale di Calusia non rientra nelle proprie prerogative di concessionaria né nelle proprie correlate responsabilità». Un rimpallo, che non aiuta di sicuro a mettere un freno allo spreco.

Da ultimo, dobbiamo considerare la mancanza di piogge. Le province di Catanzaro e Crotone sono quelle dove la piovosità è stata più bassa negli ultimi anni. Un trend che rischia di aggravare una situazione che è già molto precaria.

Se Crotone piange, la provincia non ride

La malagestione delle condutture idriche è un male che infetta tutta la provincia di Crotone.
La Sorical, lo scorso 18 maggio, ha chiesto ai sindaci di 15 comuni della zona di ridurre al massimo gli sprechi e di reprimere i furti d’acqua. Una richiesta quasi beffarda, per prepararsi ad un’estate che potrebbe essere problematica. A San Giorgio Albanese è stato sospeso il servizio di mensa scolastica per due giorni, per un guasto di una tubatura in località San Cosmo.
Belvedere Spinello, Carfizzi, Casabona, Cirò, Cirò Marina, Crucoli, Melissa, Pallagorio, Rocca di Neto, San Nicola dell’Alto, Santa Severina, Savelli, Strongoli, Umbriatico e Verzino rischiano di subire interruzioni durante la stagione estiva.Alcuni centri stanno già vivendo le prime difficoltà.

Molto spesso, a farsi sentire sono gli agricoltori, una delle categorie più colpite dalla mancanza d’acqua. Se manca l’acqua nei momenti sbagliati, i raccolti possono risentirne. Alcune colture possono andare perdute, vanificando mesi di lavoro.
Lo scorso 20 aprile, gli agricoltori di Cutro ed Isola Capo Rizzuto si sono presentati in Regione, per parlare della mancanza d’acqua per i loro raccolti. A risentirne, sarebbero soprattutto le produzioni di finocchio e grano.

L’estate scorsa, avevano scelto un metodo più vistoso. Il 27 agosto 2021, per esempio, è stata la volta dei trattori in autostrada. Una rappresentanza di questi agricoltori ha percorso le Statali 106 e 107 sui loro trattori, per protestare contro la A2A di fronte all’invaso di Calusia, nel comune di Crotonei. Una protesta simile l’avevano già portata avanti nel 2020.
Nella storia dell’infinita crisi idrica crotonese, è difficile togliersi questa sensazione che tutto stia girando a vuoto.

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Palazzine di edilizia popolare (Aterp) nella periferia di Crotone (foto © Agostino Amato)

 

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