Cosenza è già la palla al piede della città unica

L'assessore esulta: Rende fuori dal pre-dissesto. Ma se i conti sono davvero risanati conviene ancora accollarsi pure il debito dei cugini d'oltre Campagnano?

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L’anello debole della città unica Cosenza-Rende è proprio il capoluogo bruzio. Perde abitanti e servizi. E con i conti in rosso che si ritrova sarebbe una palla al piede per gli altri. Compresi Montalto Uffugo e Castrolibero, due feudi non proprio desiderosi di farsi inglobare da sorelle maggiori così ingombranti.
Nessuno si chiede: i cittadini-contribuenti sono disposti a pagare i debiti dei vicini? E parlare di aria vasta per indorare la pillola non migliora né la situazione, né la percezione del problema. Il sindaco di Mendicino, Antonio Palermo, pensa a giocare la carta Pandosia, intanto, emulando il percorso di Casali del Manco.

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Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso (foto Alfonso Bombini)

E se i conti migliorano pure a Rende?

Lo ha annunciato assessore al Bilancio del Comune di Rende, Fabrizio Totera. E così in «meno di otto anni» arriverà – a suo dire – entro dicembre 2022 l’uscita dal pre-dissesto.

Una boccata d’ossigeno proprio nel momento di peggiore crisi della maggioranza consiliare oltre Campagnano dopo due inchieste giudiziarie che hanno innescato inevitabilmente, se non un terremoto, almeno uno smottamento politico. Resta il divieto di dimora per il sindaco Marcello Manna (ma è caduta l’accusa di presunta corruzione), mentre continua l’interdizione del vicesindaco Anna Maria Artese.

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Il sindaco di Rende, Marcello Manna (foto Alfonso Bombini)

Dopo l’annuncio trionfale di Totera, il movimento RendeSì ha messo in guardia dai facili entusiasmi del momento: «Solo la Corte dei Conti può certificare l’uscita dal pre-dissesto».
Intanto Forza Italia si dichiara «autonoma» rispetto all’intero consiglio comunale per bocca del commissario cittadino, Eugenio Aceto. E dice di «non condividere diverse scelte della maggioranza». Non è ancora un divorzio, tuttavia ha il sapore di un appoggio esterno.

Un debito che fa paura ai vicini

La storia delle finanze in crisi del Comune di Cosenza affonda le radici nel 1876 quando divenne primo cittadino un certo Francesco Martire. Ma il primo dissesto vero e proprio arriva nel 2019. Sindaco era Mario Occhiuto, attuale senatore di Forza Italia. Una situazione contabile precaria ereditata inevitabilmente da Franz Caruso, subentrato alla guida della città dopo l’architetto. La leva del debito facile è stata azionata per primo in maniera massiva da Giacomo Mancini. Erano altri tempi e Roma ci metteva sempre una pezza sopra.

L’incontro sulla città unica organizzato dalla parlamentare della Lega, Simona Loizzo

Città unica Cosenza-Rende? Un salotto bipartisan in casa Loizzo

L’incontro sulla città unica organizzato dalla parlamentare della Lega, Simona Loizzo, non ha ceduto alle solita noia del politicamente corretto. Per il senatore Mario Occhiuto «la città unica esiste nei fatti». In concreto «non l’hanno voluta né Principe, né Manna».
Sandro Principe ha risposto per le rime: «Lo sguardo di Occhiuto non andava oltre le cinte murarie di Cosenza»

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Il senatore di Forza Italia, Mario Occhiuto (foto Alfonso Bombini 2022)

Picconate e analisi dell’ex sottosegretario socialista con un occhio all’esperienza recente di Corigliano-Rossano: «Territori in crisi profonda». Perché «i matrimoni riusciti hanno bisogno di lunghi fidanzamenti».

Principe non crede nella fusione a freddo. Preferisce partire con servizi condivisi e piccoli passi. Una posizione non dissimile è quella del coordinatore di Forza Italia a Rende, il già citato Eugenio Aceto. A margine del confronto, ha commentato: «Io sono per la città unica, ma le condizioni sono confronto sui Bilanci e unificazioni dei servizi». In questo senso, la bruzia Amaco sull’orlo del fallimento non aiuta.

Guccione c’è, Franz Caruso declina l’invito

In realtà Principe, da politico navigato, sa bene e ha il timore che gli incentivi dello Stato per una futura città unica Cosenza-Rende potrebbero essere pochi e, forse inutili, rispetto al debito consistente dei cugini spendaccioni di Palazzo dei Bruzi.

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Da sinistra Sandro Principe (di spalle); Carlo Guccione; Mario Campanella; Mario Occhiuto (foto Alfonso Bombini 2022)

Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso ha declinato l’invito a partecipare all’incontro. Gli attacchi dei compagni di partito non hanno fermato, invece, Carlo Guccione, responsabile Sanità per il Pd nel Sud, presente al focus in casa del Carroccio. «Non c’è un progetto di area urbana di centrodestra e di centrosinistra, ma una necessità unica» – ha evidenziato. Del resto l’ex consigliere regionale è uno dei sostenitori più radicali e convinti della “Grande Cosenza”.

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La parlamentare della Lega, Simona Loizzo (foto Alfonso Bombini 2022)

Città unica nel metaverso

Simona Loizzo aveva presentato una proposta di legge regionale per la città unica Cosenza-Rende da consigliere regionale. E ha promesso di continuare a lavorarci anche da parlamentare. «I confini territoriali sono dentro di noi» – ha commentato la deputata del Carroccio. Nella costruzione di «un ospedale che sarà azienda sanitaria universitaria, nell’area urbana della cultura e della digitalizzazione» vede tre strade da seguire. E non è un caso se Fabio Gallo, a capo del Movimento Noi che punta molto sulle leve del digitale, era nelle prime file ad ascoltare con attenzione. Perché la città unica nel metaverso forse è possibile, quella reale sembra ancora in balia di un dialogo tra sordi.

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