Consiglio regionale, tre poltrone in attesa di giudizio

La Corte d'Appello di Catanzaro salva il capogruppo della Lega. Restano in bilico altri tre consiglieri tra Forza Italia e Movimento 5 Stelle. Si attendono ancora le sentenze che potrebbero ridisegnare la mappa di Palazzo Campanella e incidere negli equilibri di potere calabresi

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All’inizio erano cinque, ora sono tre. Ma continuano a ballare.
Sono le poltrone di Palazzo Campanella, tuttora oggetto di ricorsi giudiziari sulla base della stessa accusa: l’ineleggibilità dei titolari attuali durante le ultime elezioni che hanno portato all’attuale composizione del Consiglio regionale della Calabria. Parrebbe, suggeriscono i bene informati, che la Corte d’Appello di Catanzaro dovrebbe finire di decidere a brevissimo, forse in settimana, su questi duelli di Tribunale, iniziati tutti nella primavera del 2022 con risultati alterni.

Dal Consiglio regionale a Roma: Loizzo lascia la Calabria

Uno degli aspetti più eclatanti delle Regionali 2021 fu il “siluramento” del leghista cosentino Pietro Molinaro, che fece ricorso contro la ex capogruppo Simona Loizzo.
Molinaro perse presso il Tribunale di Catanzaro lo scorso 9 marzo e, ovviamente, impugnò.
Per fortuna sua, del suo partito e della sua collega, le Politiche dello scorso autunno si sono rivelate decisive: Simona Loizzo è diventata deputata e Molinaro le è subentrato in Consiglio regionale.
Anche la Lega tira un sospiro di sollievo, visto che l’elezione della dentista cosentina ha fermato le diatribe interne al gruppo regionale.

Simona Loizzo

Fedele, l’unica perdente (finora…)

L’azzurra Valeria Fedele risulta la più subissata (e danneggiata) dai ricorsi.
Contro di lei si sono scatenati in Tribunale Antonello Talerico e Silvia Parente. E Talerico, difeso dagli avvocati Luisa e Anselmo Torchia e Jole Le Pera, l’ha spuntata in primo grado.
Il Tribunale di Catanzaro ha ritenuto credibile con un’ordinanza la presunta ineleggibilità di Fedele, che al momento della campagna elettorale era direttrice generale della Provincia di Catanzaro e non si era dimessa.
Il duello continua, perché la Fedele – già vicinissima a Mimmo Tallini e poi a Giuseppe Mangialavori – si è affidata a un esperto: l’avvocato cosentino Oreste Morcavallo, che si dice fiducioso per l’Appello.

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Valeria Fedele

Tutti contro Comito

La Fedele non è l’unico bersaglio di Talerico e Parente. Il duo ha preso di mira anche l’attuale capogruppo azzurro Michele Comito.
Comito è un pezzo grosso della Sanità vibonese: è, contemporaneamente direttore del Dipartimento emergenza-urgenza e accettazione e Direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia-Utic dello “Jazzolino” di Vibo Valentia.
Per lui il Tribunale di Catanzaro si è pronunciato con un’ordinanza a favore: Comito non è ineleggibile, sostengono i giudici, perché si era messo in aspettativa per tempo.
Anche nel suo caso, si attende la sentenza d’Appello.

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Michele Comito

Faide azzurre e inciuci a Catanzaro

Anche a livello regionale il centro della Calabria si rivela complessissimo, come se già non bastasse il caos delle ultime Amministrative di Catanzaro.
Infatti, se il doppio appello di Talerico e Parente dovesse andare a segno, la mappa politica cambierebbe in maniera sensibile. Soprattutto, sarebbero due belle botte per Mangialavori.
Infatti, Comito è vicino al coordinatore regionale azzurro ed è cognato dell’ex capogruppo regionale forzista e ora deputato Giovanni Arruzzolo.

Antonello Talerico

Il suo siluramento sarebbe una bella vendetta, innanzitutto per Talerico, in guerra con Mangialavori sin dalle ultime regionali e poi candidatosi a sindaco di Catanzaro dopo averne dette di tutti i colori.
Dopo aver ricevuto il corteggiamento di Calenda, Tal         b v     vxerico si è sistemato in Noi con l’Italia di Maurizio Lupi. Con questa sigla, il dissidente forzista fa parte della maggioranza di centrosinistra che sostiene l’amministrazione di Nicola Fiorita a Catanzaro.
Ma, oltre a Talerico, è approdato alla corte di Lupi anche Mimmo Tallini, che considera Mangialavori qualcosa di peggio del fumo negli occhi…

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Silvia Parente

Consiglio regionale: corsi e ricorsi in Calabria

Giusto un dettaglio piccante per gli amanti delle curiosità: Silvia Parente è la figlia di Claudio Parente.
Anche Parente padre non è un tifoso di Mangialavori: infatti, nel 2014 tentò contro di lui un ricorso elettorale che arrivò in Cassazione. E perse.
Ora Silvia, prima dei non eletti, fa la stessa cosa. Quando si dice “corsi e ricorsi storici”…

Giuseppe Mangialavori

Gelardi salvo anche in Appello

A nord della Calabria, le Politiche hanno evitato guai al Carroccio.
Invece, nel Reggino la Corte d’Appello ha calato il sipario sul duello tra Stefano Princi, dipendente del Comune di Santo Stefano d’Aspromonte e già fedelissimo di Nino Spirlì, e l’attuale capogruppo leghista Giuseppe Gelardi.
Quest’ultimo, difeso da Rosario Maria Infantino, aveva già ottenuto verdetto favorevole dal Tribunale lo scorso 9 marzo. Secondo i giudici di Catanzaro non costituiva motivo di ineleggibilità il fatto che Gelardi non si sia messo in aspettativa da dirigente scolastico.
E Princi – difeso da Jole Le Pera, Anselmo Torchia e Maria Carmela Sgro – ha impugnato.
Ma niente da fare: il secondo grado conferma Gelardi.

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Giuseppe Gelardi continuerà a sedere nel Consiglio regionale della Calabria

In Calabria è guerra tra grillini per il Consiglio regionale

L’unico duello non di destra è quello interno al Movimento 5stelle, tra la ex capolista grillina della Calabria centrale Alessia Bausone e il consigliere regionale Francesco Afflitto, medico in forze presso l’Asp di Crotone.
Bausone, difesa da Giovanni Cilurzo, ha perso il primo grado lo scorso 14 marzo e si prepara all’Appello contro Afflitto, difeso da Eugenio Vitale e Antonio Amato.

Un po’ di suspense

Le sentenze dovrebbero arrivare a breve e, forse, alla spicciolata: la Corte d’Appello non ha unificato i ricorsi, che comunque riguardano casi e situazioni ambientali diversi.
L’eventuale vittoria dei ricorrenti si risolverebbe in un maxi rimpasto nei due gruppi della maggioranza, dove risulterebbero ridimensionati i leader regionali.
Tutto questo al netto di altrettanto eventuali (e non improbabili) ulteriori ricorsi in Cassazione.
Una cosa alla volta…

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