La confusione sotto il cielo di Catanzaro era già notevole. Ora ad aggiungere altro clamore alla campagna elettorale per le Comunali del 12 giugno c’è anche il caso del candidato ex Forza Nuova. Che Valerio Donato, professore universitario fuoriuscito dal Pd e sostenuto da buona parte del centrodestra, ha evidentemente messo in lista a sua insaputa. Gioacchino Di Maio (detto Jack) è stato coordinatore regionale del movimento neofascista guidato da Roberto Fiore. E di fare passi indietro, come gli ha chiesto – a liste depositate – il “suo” candidato a sindaco, non ne vuol sapere. La sua replica è tutta da leggere.
Il prof se ne accorge solo ora?
Si rivolge «a chi, nonostante i valori di democrazia e libertà di cui si fa portavoce, nega il pluralismo costituzionale delle idee». E rispetto alle dichiarazioni postume di Donato, che «suscitano perplessità e ilarità», rileva: «Il Prof si è accorto solo ieri sera che tra le sue liste si nascondeva colui che ha orgogliosamente ricoperto il ruolo di coordinatore regionale di Forza Nuova, un movimento politico legalmente riconosciuto che partecipa da venti anni alle elezioni amministrative, politiche ed europee».
Contro il «sistema» ma con Fi e Lega
Il presente di Di Maio «è La casa dei Patrioti» e la sua battaglia, anche «a fianco di persone di estrazione ideologica opposta», è contro «i partiti di sistema, fomentatori professionali di odio e divisione». Evidentemente per lui non sono tali Forza Italia e la Lega, main sponsor della coalizione di cui fa parte. Tanto più che proprio l’ultima mutazione salviniana, “Prima l’Italia”, dà nome e simbolo alla lista in cui è inserito.
Il «partito di Bibbiano e del Dio vaccino»
Comunque, oltre a lanciare invettive contro il Pd – «il partito che ha reso l’Italia il laboratorio del globalismo mondiale», quello «del metodo Bibbiano», che propaganda «il Dio vaccino» – Di Maio dimostra comunque di giocare a carte scoperte.
Catanzaro, Forza nuova e la «stima» di Mancuso
«Se ho accettato – spiega senza giri di parole – è perché il mio riferimento, il Presidente Filippo Mancuso (presidente del consiglio regionale, ndr), immune da visioni ideologiche che impediscono la corretta visione della realtà, ha sempre manifestato fiducia e stima nei miei confronti e ha valutato la mia persona degna di partecipare alla competizione elettorale, perché l’unica finalità è e deve essere il bene comune».
Un ideale è per sempre
Dunque nessun dietrofront ma «solo passi in avanti». A confermarlo, ribadendo che Di Maio non si ritira, è anche il segretario provinciale della Lega, Giuseppe Macrì: «I suoi rapporti con Forza Nuova sono ormai totalmente inesistenti – ha detto Macrì – essendosi egli dimesso da ogni incarico ricoperto in passato». Benché lo stesso Di Maio abbia specificato: «Non sarà di certo una candidatura a farmi rinnegare gli ideali di una vita».