“Caro diario”, il contemporaneo a portata di clic

Un libro e una mostra a Reggio Calabria a partire dal 9 agosto Un progetto promosso dalla Fondazione Antonino Scopelliti in collaborazione con l'Accademia delle Belle arti

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Ogni esperienza, si sa, fa storia a sé, anche dopo anni testardi di disincanto, e questa con i ragazzi di “Caro diario”, campus sull’accoglienza promosso dalla Fondazione Antonino Scopelliti in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, di cui ho curato la realizzazione del volume finale, è sicuramente fra quelle che infondono nuova energia e nuove motivazioni.

 

Soprattutto per la capacità di sorprendere con narrazioni e visioni mai scontate, che a dispetto di certo disincanto da sorrisetto adulto, che conosce e capisce come ogni anelito venga alla fine risucchiato, tornano a dare fiducia alla possibilità di costruire per la nostra terra un quotidiano ed una società che non languiscano di rassegnazione.
Lontane da rappresentazioni stereotipate o peggio, da tentazioni edulcoranti, le immagini di quanti si sono messi in gioco con questo workshop fotografico curato da Michele Furci appaiono intrise della lucida passione di chi pur non nascondendosi pragmaticamente la realtà, è ancora capace di proiettarsi in un futuro che non è semplice immaginario da inclinazione anagrafica, ma autentica voglia di cambiamento.

Ed è stato confortante verificare come i ragazzi, ancora scevri da certi condizionamenti formativi, dall’estetica ghirriana a tutta la scuola di paesaggio italica, si siano approcciati istintivamente alla poetica contemporanea dell’insignificante e del banale piuttosto che del monumentale e del bello canonicamente inteso, rivelando una sorta di rifiuto del sin troppo celebrato momento decisivo a favore dell’in-between. Approccio che traduce in visione fotografica un manifesto esistenziale della vita intesa come realtà fatta dallo scorrere di infiniti momenti qualsiasi mentre si è in attesa del proprio treno. E non c’è nulla di più identitario di questa consapevolezza, forgiata rudemente dalla nostra terra.
Dai ricordi bambini che legano con forza alle proprie origini al tappeto accasciato su un balcone dalla precarietà senza ringhiera, metafora della medesima caducità di sogni e aspirazioni che viaggiano su quel tappeto, le immagini tracciano un percorso disseminato di indizi che invitano alla scoperta, suggerendo come l’accoglienza sia un lento, reciproco divenire.
Per chi vorrà, l’appuntamento con questi ragazzi dallo sguardo profondo di visioni è per mercoledì 9 agosto a Reggio Calabria, Palazzo San Giorgio, con la mostra e la presentazione del libro “Caro diario”.

Attilio Lauria

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