Da una cabinovia che poteva essere e che non sarà mai, ad una cestovia che attende solo l’erogazione dei fondi per trasportare i turisti su e giù per monte Coppari. D’estate come d’inverno, quando gli stessi turisti potranno usufruire del servizio per raggiungere comodamente la nuova pista da sci, con neve artificiale, che il piccolo comune di Capistrano – poco meno di mille abitanti tra l’altopiano delle Serre e l’Angitola – si è vista finanziare dai fondi previsti dal Cis Calabria con 2 milioni di euro.
Il progetto – che ha superato il primo ostacolo dell’iter procedurale previsto, con l’inclusione nella graduatoria regionale tra i 110 considerati a «priorità alta» – prevede la costruzione di una cestovia a due posti che consentirà di risalire fino alla cima del monte, a quota 1000 metri, lungo un percorso panoramico e senza fermate intermedie con un disdivello di circa 500 metri dalla stazione di partenza. Un progetto così ambizioso che va anche oltre l’idea della cabinovia venuta in mente (ma esclusa dalla graduatoria Cis) ai sindaci di Roccaforte e Palizzi nel reggino, e che punta a fare del piccolo centro del vibonese, una nuova meta per gli amanti degli sci in Calabria.
Accanto al progetto per l’impianto di risalita permanente infatti, il sindaco Marco Martino – con l’avallo dell’unanimità della sua giunta e del Consiglio comunale – intende mettere in piedi una vera e propria pista da sci con una lunghezza del tracciato prevista in un chilometro. E pazienza se di neve, da quelle parti, se ne vede pochissima. Compresi nel prezzo infatti sono previsti anche 8 cannoni sparaneve nuovi fiammanti che garantirebbero la creazione ex novo della pista e il suo “rimpolpamento” continuo. A dare una mano per la sua conservazione ci dovrebbero pensare, surriscaldamento globale permettendo, le rigide temperature delle colline calabresi.
«Non c’è niente di strano nell’idea di un impianto di risalita sul nostro territorio, né di una pista da sci – dice a ICalabresi il primo cittadino di Capistrano, Martino –. Gli interventi da realizzare sarebbero a basso impatto visto che già esiste una sorta di percorso naturale sul costone della montagna su cui intendiamo intervenire. Gli alberi da abbattere sarebbero pochissimi e comunque provvederemo a impiantarne contestualmente degli altri. E poi esistono altri impianti di risalita in Regione, solo il territorio di Vibo ne è sprovvisto. Non vedo particolari vincoli ambientali, siamo fuori dal territorio del Parco delle Serre. Manca solo il nulla osta paesaggistico, ma non c’erano i tempi per richiederlo e presenteremo le carte nei prossimi giorni. Questo progetto rappresenta una splendida opportunità per sviluppare il territorio montano del nostro comune e per porre un freno allo spopolamento».
L’idea di fondo è quella di sfruttare radicalmente le ricchezze della montagna con la creazione di una serie di percorsi turistici che, con la costruzione della cestovia, sarebbero facilmente accessibili e consentirebbero la creazione di numerosi posti di lavoro. «L’unica nostra speranza di sviluppo è puntare sulla montagna. Il nostro territorio è situato in un posto strategico, a 10 minuti dall’autostrada, e con l’intero patrimonio viario che porta in cima, appena rimesso in sesto. Con la realizzazione dell’infrastruttura potremmo portare i turisti in pochissimo tempo fino alla sommità di monte Coppari».
Che per considerarla vera e propria montagna, un po’ bisogna crederci. Almeno se la si prende in considerazione dal punto di vista della capacità di ospitare un impianto sciistico: rare le nevicate, rarissime quelle che consentirebbero di tenere in piedi un tracciato. I cannoni servono a questo. «Sono macchine di ultima generazione – spiega ancora Martino – che prevedono un consumo bassissimo di energia e un limitato sfruttamento di acqua. Anche se quello dell’acqua per noi non rappresenta certo un problema. Il nostro territorio si trova “seduto” su un tesoro di sorgenti, creare la pista da sci è un modo per sfruttare al meglio anche questo nostro asset naturale. E poi abbiamo fatti i conti: a pieno regime lo sfruttamento della cestovia frutterebbe al comune – che su questo progetto non sborserà nemmeno un soldo delle sue casse – circa 1,8 milioni di euro all’anno».
Montagna violata
E se il progetto di sviluppo montano messo in cantiere dall’amministrazione di Capistrano comincia a muovere i suoi primi passi anche le associazioni ambientaliste, Wwf in testa, cominciano ad attivarsi per capire fino in fondo che tipo di intervento si intende realizzare e quale impatto ambientale possa avere su un territorio già sull’orlo di una crisi di nervi, con l’ipotesi, tutt’altro che remota, della costruzione di un parco eolico tra i comuni di Monterosso e Capistrano, sullo stesso monte Compari.
Il progetto, finanziato con i fondi del Pnnr, prevede l’innalzamento di alcune pale meccaniche dell’altezza di circa 160 metri e il contestuale abbattimento di circa 250 alberi di faggi. Progetto a cui le associazioni del posto si sono messe di traverso tanto da mettere in piedi, nel dicembre scorso, la manifestazione “abbraccia un faggio”, nella speranza di evitare l’ennesimo intervento invasivo sulle nostre montagne.