Non c’è appassionato di ciclismo che non ami il Giro d’Italia e non c‘è gommista o meccanico che non lo odi, almeno in Calabria. Da parecchio tempo, infatti, la mitica corsa a tappe organizzata dalla Rosea a queste latitudini è sinonimo, più che di sport, di bitumazione. Che – ricordiamo per i tanti calabresi che, non vedendola da anni, lo hanno dimenticato – è quella cosa con cui i Comuni ripristinano il manto stradale eliminando le innumerevoli buche che troppo spesso lo costellano.

Il Giro d’Italia in Calabria tra il 1929 e il 2024
Il Giro d’Italia in Calabria è passato una sessantina di volte, La prima, nel 1929, vide trionfare il grande Binda, ma all’epoca da queste parti ci si spostava percorrendo mulattiere. Nei successivi 95 anni le cose – corridori e bici a parte – non sono poi cambiate così tanto, se non per un particolare: le strade in Calabria fanno sempre schifo come allora (o quasi), tranne – appunto – quando c’è una tappa del Giro d’Italia.
In quel caso, complice il passaggio in tv delle località interessate dal tracciato, le amministrazioni locali sembrano trasformarsi nelle ben più efficienti omologhe giapponesi. Ogni buca, come per magia, si riempie in un attimo, anche quelle che erano lì da anni; l’asfalto all’improvviso sembra quello di qualche cantone svizzero. E per chi si guadagna da vivere riparando gomme e giunti sono guai.

Officine in festa, automobilisti e Chiesa un po’ meno
Meccanici e gommisti anche stavolta possono, però, tirare un sospiro di sollievo: niente Giro d’Italia in Calabria nel 2024. Il crollo degli affari registrato in concomitanza della tappa 2022 tra Palmi e Scalea non si ripeterà.
Non è dato sapere se siano state le due potenti lobbies o quella dei ricambi a convincere quelli della Gazzetta a non portare la corsa più a sud della Campania. Ma è probabile che in parecchie officine, con la diffusione del percorso ufficiale della prossima edizione, abbiano stappato lo champagne. Disappunto, al contrario, nel mondo della Chiesa: il mantenimento delle attuali condizioni stradali potrebbe comportare un aumento delle imprecazioni tale da permettere alla Calabria di sorpassare il Veneto nella classifica dei bestemmiatori.
Unica consolazione per tutti: la Regione eviterà figuracce a caro prezzo come nell’edizione 2020.