L’Antitrust frena ancora Caronte: basta monopoli sullo Stretto

Dopo la multa milionaria in primavera, nuova bordata dell'Autorità per la concorrenza alla compagnia che egemonizza il traghettamento dei passeggeri tra la Calabria e la Sicilia

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Già nella primavera scorsa l’Antitrust aveva comminato una sanzione da 3,7 milioni di euro alla compagnia Caronte & Tourist. Il motivo? La società di navigazione, in posizione di assoluta dominanza nel traghettamento passeggeri con auto al seguito sullo stretto di Messina, aveva sfruttato il suo potere di mercato per applicare prezzi ingiustificatamente alti e gravosi per i consumatori.

Ora per la Caronte arriva un’altra tegola e sempre da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Tutto nasce da una richiesta di concessione demaniale marittima per la realizzazione di un nuovo sistema di approdo per il collegamento Reggio Calabria-Messina. L’Autorità di sistema portuale dello Stretto a luglio scorso aveva, infatti, formulato una richiesta di parere all’Antitrust, sul diniego, già opposto, alla richiesta della compagnia di navigazione. E ieri (5 dicembre) ha pubblicato le motivazioni alla base della decisione.

Stretto di Messina, un nuovo caso Caronte per l’Antitrust

L’Agcm, in pratica, consiglia di fare bandi di gara ad evidenza pubblica per le concessioni e la scelta dell’affidatario, invece di decidere solo sulla base delle richieste del soggetto interessato, in questo caso Caronte. L’Autorità ritiene, infatti, che solo l’utilizzo di adeguate procedure di confronto competitivo, attivate su impulso delle stesse autorità portuali, siano in grado di offrire due garanzie. La prima è la necessaria coerenza del contenuto della concessione con la pianificazione strategica effettuata a livello nazionale o di singole Autorità portuali. La seconda, l’affidamento della stessa concessione al soggetto che sia maggiormente in grado di utilizzarla nel rispetto dell’interesse pubblico.

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Si legge chiaramente nel parere dell’Antitrust: «Al fine di ridurre al minimo la discrezionalità delle autorità portuali, massimizzando invece il grado di trasparenza e di equità della decisione, il processo di selezione dei concessionari non dovrebbe prendere le mosse esclusivamente dall’istanza del soggetto interessato, come avvenuto invece nella presente circostanza, ma con un bando e in una procedura ad evidenza pubblica. In tale prospettiva sarebbe opportuno evitare di rilasciare la concessione a soggetti verticalmente integrati nella fase di erogazione dei servizi di trasporto passeggeri o merci, in modo da consentire una fruibilità il più possibile ampia delle infrastrutture realizzate da parte di tutti i soggetti interessati».

Più trasparenza, meno monopoli

L’Agcm consiglia anche di inserire clausole nei bandi di gara per garantire che nella gestione del nuovo molo di attracco di Reggio Calabria tutti i servizi per le attività di traghettamento vengano erogati dal concessionario. Sia in autoproduzione, sia in favore di altri operatori che dovessero richiederle (la cosiddetta “clausola multivettore”). Trasparenza massima, equità e pluralità per coinvolgere più ditte ed evitare monopoli, quindi. Più in generale, infatti, la compagnia Caronte, sempre secondo l’Antitrust, gode già di un’assoluta leadership sullo Stretto. Trasporta il 75-80% circa di passeggeri, il 90-95% di automobili e il 60-65% di mezzi pesanti.

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Mezzi in coda per imbarcarsi a Messina

Infine, il parere sulla richiesta delle nuova concessione prescinde, ovviamente, dall’eventuale sussistenza di ulteriori e diversi motivi ostativi al rilascio della concessione stessa, che dovessero derivare da ordini di considerazioni di natura non concorrenziale, quali ad esempio l’incompatibilità delle istanze presentate con i vincoli ambientali e urbanistici esistenti o altro.
«L’Autorità – conclude la delibera dell’Agcm – auspica che le osservazioni sopra svolte possano essere tenute in adeguata considerazione da parte dell’Amministrazione richiedente».
Solo nelle prossime settimane si potrà comprendere come proseguirà la vicenda.

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