La scuola come un’azienda. Dove, quindi, è possibile truffare per proprio tornaconto. È un vero e proprio “sistema” quello che avveniva all’interno dei Liceo Musicale di Cinquefrondi. A farlo emergere, un’inchiesta della Procura della Repubblica di Palmi, eseguita dai carabinieri. “Note dolenti” il nome del fascicolo. Iscritte nel registro degli indagati cinque persone. Insegnanti, ma anche lo stesso dirigente scolastico del plesso.
Indagata la preside
Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa ai danni del Ministero dell’Istruzione e abuso d’ufficio i reati contestati dal pubblico ministero Daniele Scarpino. Gli inquirenti parlano di «un illecito sistema di false, forzate e irregolari iscrizioni di studenti finalizzato a indurre in errore le articolazioni territoriali del Ministero della Pubblica Istruzione». Tutto «per costituire le prime classi anche senza un numero minimo di iscritti, o falsificando o non svolgendo le prove obbligatorie di ammissione, e quindi consentendo un ingiusto profitto di retribuzione ad alcun insegnanti».
Tra le persone indagate, Francesca Maria Morabito, dirigente scolastico del plesso di Cinquefrondi, a sua volta costola del Liceo “Giuseppe Rechichi” di Polistena. Morabito, due mesi fa, è stata eletta presidente dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Dai dati ufficiali riportati su istruzione.it, emerge come il Liceo di Cinquefrondi abbia cinque classi per 69 alunni. Una media di 13 alunni per classe.
L’ingiusto vantaggio in almeno due anni scolastici
Analisi documentali e testimonianze per ricostruire le condotte, che si sarebbero perpetrate nel corso di almeno due anni scolastici. Le indagini avrebbero dimostrato come nei test attitudinali di ingresso per l’anno scolastico 2019/2020, la commissione esaminatrice, composta dal dirigente scolastico e altri docenti in servizio presso l’istituto formativo, abbia falsificato il verbale pubblico di commissione.
Sarebbe stata attestata l’idoneità di alcuni alunni che neanche si erano presentati alle prove valutative. Successivamente, al fine di avere un numero minimo di studenti, gli stessi alunni sarebbero stati forzatamente iscritti alla classe prima. Così il Ministero dell’Istruzione sarebbe caduto in errore. Nelle successive comunicazioni, infatti, la classe risultava composta da un numero di studenti superiore a quello reale. E così, si stilava un orario di lezioni comprensivo di ore di insegnamento per alunni in realtà inesistenti.
Una circostanza che si sarebbe ripetuta anche nel successivo anno scolastico, il 2020/2021. In questo caso, la dirigente scolastica, nonostante uno specifico obbligo di legge, non avrebbe consapevolmente costituito la commissione esaminatrice e non indetto le preordinate prove per la verifica delle competenze musicali degli aspiranti studenti. Questa, infatti, è una condizione necessaria ai fini dell’iscrizione. Così facendo, quindi, la dirigente scolastica avrebbe formalmente istituito la classe. Ma era solo una formazione “di carta”, che avrebbe così permesso ingiusti vantaggi patrimoniali ad insegnanti non di ruolo. In un caso, addirittura, la stessa dirigente si sarebbe illegittimamente sostituita all’identità di un genitore di una alunna minorenne. Tutto al fine di compilare e registrare fittiziamente la domanda di iscrizione.
Pubblica istruzione da spolpare
Nella provincia di Reggio Calabria sono numerose le scuole costrette a chiudere i battenti per la mancanza di numeri richiesti, come abbiamo mostrato con il reportage di Vincenzo Imperitura sulla Locride. Così si accorpa l’intero percorso formativo in un’unica classe. Soprattutto per quanto concerne le scuole medie. Diverso quanto accaduto al Liceo Musicale di Cinquefrondi.
Sì, perché tale sistema/meccanismo avrebbe comportato un ingiusto profitto in favore di alcuni insegnanti, anche non di ruolo. Retribuzione stipendiale per lezioni individuali mai effettuate, oltre che ulteriori eventuali vantaggi in termini di punteggi e graduatorie. Così, dunque, la Pubblica amministrazione, anzi, la Pubblica istruzione, diventa una mammella da succhiare, una torta da dividere, carne da spolpare. Grazie una gestione burocratica e amministrativa illecita, che avrebbe portato illegittime retribuzioni ad insegnanti ed altri docenti, di ruolo o non. Una illecita alterazione del sistema di assunzione, distribuzione e pagamento delle ore di insegnamento.