Saverio Mattei, il filosofo della musica che rivoluzionò il Regno di Napoli

Erudito di Montepaone, divenne consigliere di Ferdinando IV di Borbone e innovò l'arte del tempo con le sue intuizioni. Personaggio misterioso e singolare, la sua riscoperta in Calabria si deve a una felice iniziativa di Franco Dionesalvi

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Nel tentativo di realizzare una carrellata estiva di figure della musica calabrese che mi sembrano particolarmente significative e che ancora non tutti conoscono, mi viene in mente l’iniziativa di un noto quotidiano locale, che nel 2008 accolse l’idea magnifica di Franco Dionesalviindimenticato poeta e innovatore delle politiche culturali calabresi – di invitare cultori, specialisti e appassionati a scrivere con intento divulgativo, una Storia dei Musicisti calabresi. Ne venne fuori un volumetto intensissimo di informazioni. Non c’erano solo Mia Martini o Rino Gaetano, la cui popolarità aveva già raggiunto confini planetari, ma nomi poco noti o addirittura ignorati dal pubblico, persino quello locale.

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Franco Dionesalvi

I lavori di specialisti, musicologi e storici, che pure esistevano, erano ancora noti solo al livello accademico degli studi. L’idea di Dionesalvi, così, restituì una più vasta popolarità a musicisti come Stanislao e Giuseppe Giacomantonio, Emilio Capizzano, Maurizio Quintieri, Alessandro e Achille Longo, Paolo Serrao. E, ancora, ai più lontani Giandomenico Martoretta, Leonardo Leo, Michelangelo Jerace, Leonardo Vinci, Giacomo Francesco Milano. Era un elenco senz’altro incompleto: mancavano Giorgio Miceli e un adeguato approfondimento del lavoro di Armando Muti o Osvaldo Minervini e altri ancora). In quegli anni era, però, uno sforzo atteso dai lettori. Che infatti lo apprezzarono assai.

Saverio Mattei e la Filosofia della Musica

Tra tanti musicisti riuscimmo a inserire un intellettuale del ‘700 che alla Musica tanto diede di cuore, di mente e di non infeconda attività. Un personaggio singolarissimo, che coi suoi natali calabresi onorò anche il nostro mondo della musica (in un modo singolare anch’esso), fu Saverio Mattei, andreolese, nato a Montepaone nel 1742 e morto a Napoli nel 1795. Quella del 1742 pare essere oggi la data di nascita più accreditata, ma per lungo tempo si è pensato al 1741. Gli studi continueranno senz’altro, anche rispetto all’attribuzione della residenza.

Quest’ultima è, per così dire, un fitto mistero. Esistono i ruderi di una villa di campagna, abbastanza nascosta, sulla strada verso S. Andrea Ionio, che molti abitanti attribuivano ai Mattei, e che dovrebbe essere stata la sua abitazione in Calabria. Vedremo dove ci condurranno le ricerche.
Saverio Mattei fu un intellettuale ed erudito, giurista, ebraista, grecista e filologo, consigliere di Ferdinando IV di Borbone. Fu il primo calabrese ad occuparsi in modo sistematico di Filosofia della musica – ma il primato si potrebbe estendere a tutto il Regno di Napoli -, avendo pubblicato proprio una Filosofia della Musica e altri scritti dedicati all’estetica e alla critica musicale. Naturalmente, tutto (o quasi) nella capitale.

Leggende e repliche sospese

Giovanissimo, si spostò – dopo il matrimonio con Giulia Capece dei Baroni di Chiaravalle – vivendo un frenetico viavai tra Napoli e S. Andrea Ionio, almeno fino a che i suoi studi e le traduzioni dei Salmi (I libri poetici della Bibbia tradotti dall’ebraico originale) non convinsero i due letterati Galiani e Tanucci a offrirgli una cattedra a Napoli, intorno al 1768. Poi venne chiamato a corte come Consigliere. E, forse, è lì che potremmo far sorgere la leggenda del Saverio Mattei paludato, pomposo, affettato al limite del comico, sempre dedito allo studio, con la testa fra i libri, con una risposta per ogni domanda e in continua lite con la moglie (la prima, in verità: la seconda, Orsola, arrivò nel 1784).

Duetti Sacri Sopra i Salmi Tradotti in poesia Dall’Avvoc[ato] Il Sig.r D. Saverio Maei […]: Frontespizio (Napoli, Biblioteca del Conservatorio “San Pietro a Majella”)
Così lo dipinge il Socrate immaginario, commedia per musica in tre atti, un’opera rispetto alla quale si tramanda l’idea che il personaggio principale fosse ispirato a Saverio Mattei. Un Socrate, in fondo, già presente nelle Nuvole aristofanee, ma molto simile all’erudito le cui abitudini erano note al librettista (Lorenzi, con il contributo di Galiani) e al compositore (Paisiello) che erano suoi amici. D’altra parte accadde che le recite dell’opera, rappresentata nel 1775, fossero sospese improvvisamente.

Scene da un matrimonio

Il pubblico attribuì la decisione al fatto che le stravaganze del protagonista e le sue baruffe con la consorte fossero troppo simili a quelle di casa Mattei per poterlo considerare estraneo: si disse che l’opera faceva il verso nientemeno che al consigliere del sovrano e che dunque quest’ultimo aveva pensato, in un primo tempo, di vietarne le repliche in segno di disappunto. In realtà l’opera fu poi rappresentata anche nel Teatro del Palazzo Reale il 23 ottobre dello stesso anno.
Il colore farsesco e buffo della musica, ma anche la modernità comica e brillante della vicenda furono restituite dalla sapientissima revisione della partitura operata da Roberto de Simone per il teatro San Carlo nel 2005.

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Musicisti suo palco del Teatro San Carlo di Napoli

Saverio Mattei e gli epistolari con Metastasio

Ma il legame di Saverio Mattei con la musica è davvero stretto se si considera che a musicare le sue traduzioni dei Salmi furono Piccinni, Jommelli, Hasse (un tedesco napoletano), lo stesso Paisiello. Insomma, tutti i più noti compositori della grande Scuola partenopea del secondo Settecento.
Per non contare gli epistolari con Metastasio, specialmente quelli sul rapporto tra poesia e musica che cambiano in modo radicale l’approccio critico con il tema dell’aderenza dell’una all’altra nell’azione scenica cantata. E poi l’Elogio del Jommelli in cui le sue tesi sul nuovo Teatro per musica si scontrano con la più nota e decisiva riforma di Christoph Willibald Gluck. Tutto riportato da una ristampa anastatica dell’edizione Forni che resta un riferimento fondamentale assieme ad un volume di Renato Ricco e Milena Montanile del 2016 dall’evocativo titolo Saverio Mattei, tradizione e invenzione, (quest’ultimo è la raccolta degli atti di un convegno tenuto a Salerno nel 2014).

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Pietro Metastasio

Prima curatrice in Italia del volumetto intitolato Filosofia della Musica fu la stessa Montanile nel 2008, per Editoriale Programma di Padova, da lì gli studi su Saverio Mattei musicologo, critico e addirittura musicista si sono intensificati in modo esponenziale, chiarendo alcuni dubbi e lasciandone intatti altri come, per esempio, le effettive competenze strumentali possedute dal Nostro.
Sbirciando tra le lettere vediamo che per una pervicace convinzione si accostava con curiosità agli strumenti “greci” come l’arpa e il flauto, cioè la cetra e l’aulòs, tralasciando quelli moderni

Il musicista come legislatore dell’arte

E sempre dalla corrispondenza (con padre Martini, lo stesso Metastasio e altri eruditi dell’epoca) pare che le sue conoscenze in materia di contrappunto e tecnica strumentale non fossero profondissime (era un giurista, in realtà, il resto era passione e curiosità). E tuttavia sembrano sufficienti a comprendere le idee estetiche e le trame del teatro napoletano, il rapporto tra musica e verso, tra cantanti, librettisti, impresari e musicisti tanto da difendere uno di loro (il Maestro Cordelli) con totale devozione nella Probole Se i maestri di cappella son compresi fra gli artigiani. Una specie di arringa in cui difende l’arte della concertazione e della composizione come arte liberale e, implicitamente, pone la figura del musicista come legislatore dell’arte.

Le sue intuizioni musicologiche ed estetiche, organizzative e didattiche erano, per l’epoca, straordinarie. La riforma dei Conservatori napoletani, cui collaborò attivamente meriterebbe una trattazione a parte. E profondissimo fu il suo legame diretto – ma anche implicito – con la Biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella che deve a Saverio Mattei la propria esistenza ed è, giocoforza, a lui intitolata. Una storia complessa fatta di lungimiranza e caparbietà che mette oggi a disposizione degli studiosi partiture e parti delle opere del Settecento di tutta la scuola napoletana. Dagli autori più noti ai minori. Un presidio di cultura musicale riconosciuto immediatamente anche dai musicisti francesi che inviarono copisti diversi per apprendere l’arte del contrappunto napoletano.

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La biblioteca del conservatorio S. Pietro a Majella intitolata a Saverio Mattei

Nell’epoca in cui Diderot e gli enciclopedisti fissavano l’attenzione sulla critica musicale, Saverio Mattei, con le sue riflessioni e intuizioni estetiche talvolta ingenue, talaltra abbaglianti, fissava nel Regno di Napoli i termini di una Critica del teatro musicale emergente che avrebbe avuto ricadute cruciali anche sulla stampa dei decenni successivi.

Viviana Andreotti

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