San Leone a Saracena: un rito di identità e coesione sociale

La condivisione del cibo e del vino rafforza il senso della comunità e dell’appartenenza nella festa di San Leone a Saracena

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Era il febbraio del 2018, quando con Giovanni Sole decidemmo di osservare e filmare, per l’ennesima volta la festa di San Leone a Saracena, un rito che dopo qualche settimana di montaggio delle immagini decidemmo di affidare ad un film corto dal titolo “Il santo e i maccheroni”, da sottoporre agli studenti di Antropologia religiosa e Storia delle tradizioni popolari all’università della Calabria. Le conclusioni furono affidate, invece, ad una voce off che recitava sulle immagini di un campo di papaveri, perché il risveglio della natura, nel ciclo delle stagioni, era ormai vicina. “Saracena è avvolta da un lento pallore e da un sonno profondo. Lontano i campi brulli, gli orti spogli e gli alberi scheletrici sono immobili, muti e desolati. Nel pomeriggio i fuochi rischiarano il buio e, scintillando, creano un’atmosfera calda e vivace. I paesani attraversano le vie suonando, cantando e invocando il nome del Protettore. Durante la notte si mangia e si fa festa: evviva san Leone con un piatto di maccheroni! Non è più tempo di privazioni e sacrifici: presto la terra si sveglierà e le spighe di grano cresceranno”.

San Leone a Saracena: luce e prosperità

La festa di San Leone a Saracena, celebrata ogni 19 febbraio a Saracena, è un evento ricco di significato antropologico e culturale. In questa occasione, la comunità si riunisce per onorare il proprio santo patrono, San Leone, arcivescovo di Catania nel periodo bizantino. Attraverso una serie di rituali e tradizioni, la festa riflette la profonda connessione tra i paesani e la loro storia religiosa e culturale. La festa è caratterizzata da una serie di elementi chiave come, ad esempio, la processione, che si snoda dalla chiesa principale e vede i partecipanti portare torce realizzate con una pianta locale intrisa di olio, chiamata “varvasca”. Questo rito, carico di simbolismo, rappresenta la luce che guida la comunità e la protegge dalle tenebre. In ogni rione del paese vengono accesi falò, che arderanno fino al mattino seguente. Il fuoco, elemento di purificazione e simbolo di rinascita, rappresenta la speranza e la forza della comunità. Intorno gruppi di giovani suonano organetti, tamburelli e “cupi cupi”, intonando canti in onore del santo.

 

Cibo, vino e condivisione

Il canto e i suoni generano un’atmosfera di festa e di condivisione. Le tavole imbandite con cibi locali, accompagnati dal vino e dal moscato, sono un elemento centrale della festa. La condivisione del cibo e bevande rafforza il senso della comunità e dell’appartenenza. C’è un significato antropologico profondo nella festa di San Leone a Saracena che rappresenta un momento di aggregazione sociale e di identità. Attraverso il rito, il popolo celebra la sua storia, la sua fede e il suo legame col taumaturgo. La festa è un esempio di come la religiosità possa fungere da catalizzatori di identità e coesione sociale, mantenendo vive le tradizioni e le credenze di una comunità. La festa di San Leone a Saracena è un evento ricco di significato, che unisce elementi religiosi cristiani a credenze popolari legate a elementi di natura. Attraverso la partecipazione collettiva al rito, la comunità rafforza i legami sociali e tramanda la propria identità alle nuove generazioni. La festa di San Leone rappresenta un patrimonio culturale immateriale prezioso, che merita di essere approfondito.

 

 

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